Simone Celli (Psd) sulle politiche energetiche

Simone Celli (Psd) sulle politiche energetiche

Il dato incontrovertibile è che la questione energetica ha assunto dimensioni di portata mondiale.
La crisi del gas fra Ucraina e Russia, che rischia di lasciare al freddo numerosi Paesi europei nel bel mezzo dell’inverno, è soltanto l’esempio più recente di quanto sia diventato strategico ed estremamente delicato il tema dell’approvvigionamento energetico.
La maggior parte dei governi dei paesi sviluppati ed in via di sviluppo con sempre più spiccata convinzione sta adottando politiche energetiche tese alla sostanziale riduzione delle emissioni dei gas serra e all’incentivazione dello sfruttamento di fonti rinnovabili per la produzione di energia.
Personalmente ritengo che il nostro Paese non possa rimanere inerme di fronte ad una materia di siffatta importanza. Non possiamo perdere altro tempo! E’ giunta l’ora di sviluppare in modo concreto politiche energetiche innovative ed in linea con le direttive europee ed internazionali.
Una classe politica lungimirante, che ha a cuore gli interessi del Paese, deve assolutamente cogliere le sfide della diminuzione delle emissioni dei gas inquinanti, del contenimento degli sprechi energetici e dell’utilizzazione delle fonti di energia rinnovabili.
Una migliore qualità dell’ambiente in cui viviamo, un minore consumo energetico e una parziale autonomia nella produzione di energia: ecco gli obiettivi che deve prefiggersi chi vuole governare il nostro Paese nell’interesse della collettività.
Purtroppo devo constatare, con viva preoccupazione, l’assoluta latitanza del governo su questa materia. E la preoccupazione cresce se si pensa al fatto che, sotto l’impulso del Partito dei Socialisti e dei Democratici e delle forze politiche che all’epoca componevano la maggioranza di centro-sinistra, la gran parte del lavoro è già stato svolto nella passata legislatura mediante l’approvazione della Legge n. 72 del 7 maggio 2008 (“legge sul risparmio energetico e l’incentivazione dell’utilizzo delle energie rinnovabili”) e che oggi è necessario procedere all’approvazione solo ed esclusivamente dei decreti attuativi.
E’opportuno ricordare che il percorso che ha portato all’approvazione della suddetta legge e anche del Piano Energetico, egregiamente condotto dagli allora Segretari di Stato per il Territorio Riccardi (PSD) e per l’Industria Masi (AP), è stato caratterizzato da un ampio coinvolgimento di tutte le forze politiche, delle associazioni di categoria, degli enti pubblici, dell’Università e di consulenti sammarinesi, che ha determinato un vasto consenso in quasi tutti i settori della società civile ed il sostegno da parte di tutti i gruppi consiliari presenti in Consiglio Grande e Generale.
Oggi, ad un passo dalla meta finale, tutto sembra essersi bloccato. Infatti da quando il nuovo esecutivo è pienamente in funzione non si è sentita una parola su tali tematiche nonostante le sensibilità di Alleanza Popolare e Democrazia Cristiana non dovrebbero essere cambiate; peraltro nel programma di governo del Patto per San Marino, al quale gli esponenti di governo dicono di attenersi in maniera assolutamente coerente, è esplicitamente scritto: “si perseguirà prioritariamente l’adozione di atti normativi di attuazione della legge n.72 del 7/05/2008 per perseguire l’efficienza energetica degli edifici e per promuovere ed incentivare l’impiego di energie rinnovabili in ambito civile e industriale”. Mi sorge spontaneo un interrogativo: cosa è cambiato rispetto a qualche mese fa?
L’unica dichiarazione di intenti è stata prodotta solo riguardo all’adesione al protocollo di Kyoto, altro lavoro avviato dall’intraprendenza del passato esecutivo. Chi conosce i meccanismi di tale protocollo sa benissimo che gli obiettivi in esso contenuti rischiano di rimanere lettera morta, senza alcun riflesso positivo sul mondo produttivo, sull’ambiente, sugli edifici per quanto riguarda l’efficienza energetica e l’ecocompatibilità se non vi è una determinata e puntuale azione politica. La legge approvata nel maggio scorso, soprattutto il Piano Energetico, vanno proprio incontro a tali esigenze. Il sensato e forte dubbio che sorge è che questo esecutivo vuole solo dare l’impressione di essere pro-energie rinnovabili e anti sprechi energetici (vedi la situazione di molti impianti pubblici spesso obsoleti o inquinanti). L’adesione al protocollo di Kyoto, ora che sta per essere revisionato o aggiornato, pare quindi solo essere uno specchietto per le allodole.
Il PSD al contrario, coadiuvato dalle altre forze di Riforme e Libertà, continuerà invece in maniera coerente a supportare e proporre azioni dirette alla realizzazione dell’impegno contenuto nel nostro programma: “inserire San Marino nel contesto internazionale dei paesi più impegnati nella riduzione degli agenti climalteranti e verso una parziale indipendenza energetica tramite produzione”.
Concludo ricordando che l’esecutivo precedente aveva anche attivato una Autorità per i Servizi Pubblici e l’Energia, altra lungimirante azione per garantire a San Marino una almeno parziale indipendenza energetica ed il controllo delle tariffe energetiche (non si trascuri il deficit milionario della Azienda dei Servizi di questo anno) attraverso criteri oggettivi. Nemmeno su questo il governo attuale ha emesso indirizzi…sarebbe devastante interrompere tutto il processo di evoluzione del sistema normativo energetico sammarinese e ricondurlo al giurassico di 3 anni fa. Mi sorge il dubbio che i veri dinosauri stiano nelle fila del Patto per San Marino.

Simone Celli
Consigliere PSD

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