Sinistra Socialista Democratica. L’intervento di Federico Crescentini (LabDem)

Sinistra Socialista Democratica. L’intervento di Federico Crescentini (LabDem)

Cari Concittadini,

Cari Compagni,

è per me motivo di soddisfazione e di orgoglio portare il contributo di Laboratorio Democratico allo svolgimento di questo importantissimo appuntamento politico.

Confesso che durante la preparazione dell’intervento, condivisa insieme ad altri compagni dell’associazione di cui ho l’onore di essere il Presidente, non sono mancati momenti di purissima emozione. Sono tornati a galla i ricordi, purtroppo dolorosi, delle vicende politiche degli ultimi anni, a partire dal terribile errore della rottura del Partito dei Socialisti e dei Democratici avvenuta nell’estate del 2009. E’ stata l’occasione per riesaminare il percorso intrapreso alla fine dell’autunno del 2015 da un gruppo di persone, quando il Consigliere Simone Celli e altri 14 ex membri della Direzione del Partito Socialista decisero di costituire l’associazione politico-culturale Laboratorio Democratico con l’obiettivo primario di ridare unità politica e organizzativa alla sinistra riformista sammarinese. All’inizio sembrava di aver cominciato una vera e propria traversata del deserto, caratterizzata da scelte personali dolorose e da sacrifici politici significativi. Ma non ci è mai passato per la testa di mollare e di tornare sui nostri passi, perché eravamo convinti di essere sulla strada giusta. Certamente ne è valsa la pena, perché dopo esattamente 7 anni possiamo dire finalmente di essere tornati a casa!.

Laboratorio Democratico lo ha già fatto pubblicamente in altre occasioni, ma dato che repetita iuvant, anche in questa serata si desidera riconoscere al Partito dei Socialisti e dei Democratici il merito di aver sempre creduto ostinatamente nella possibilità di recuperare il terreno perduto, traendo un insegnamento positivo dalle lezioni del recente passato e lavorando con coraggio e determinazione per dare nuovamente una casa comune a tutti i riformisti. Di sicuro non è stata cosa semplice, la tortuosità del cammino è cosa nota, ma tutto ciò rientra nella normalità: infatti, è molto più facile dividersi e stare da soli piuttosto che accettare le regole dello stare insieme in una organizzazione ampia e articolata. Tuttavia, nonostante alcune difficoltà oggettive e comprensibili, oggi siamo nelle condizioni di celebrare un passaggio politico rilevante, che naturalmente non è un punto di arrivo, però rappresenta una tappa fondamentale per far si che a San Marino ci sia una sinistra forte e unitaria con cultura di governo. Di tutto ciò, il P.S.D. può andarne fiero.

Nella mia veste di Presidente di Laboratorio Democratico mi sia inoltre consentito rivolgere un sentito ringraziamento al nostro Consigliere, Simone Celli. Conosco alla perfezione quanto gli sia costato in termini personali e politici abbandonare prima la Segreteria del Partito Socialista e poi il Partito stesso, ma il desiderio di rimarginare definitivamente la ferita procurata dalla scissione del P.S.D. del 2009 è andato oltre ad ogni altra cosa. Sono convinto che Simone non si stia godendo appieno questo momento, perché avrebbe voluto condividerlo con l’intero Partito Socialista. Comunque, a Simone dico di non preoccuparsi, non è lontano il giorno in cui i nostri ex compagni socialisti capiranno la validità del progetto riformista, metabolizzeranno la gravità dell’errore compiuto uscendo dalla Costituente e lasceranno al proprio destino tutti quelli che del “piccolo è bello” ne hanno fatto una bandiera del loro impegno politico. Molti di loro presto ci raggiungeranno e a quel punto la tua caparbietà e la tua visione politica verranno definitivamente premiati.

Laboratorio Democratico ha sostenuto fin dal primo istante il progetto di aggregazione dell’area riformista e ha abbracciato con convinzione l’approccio inclusivo con cui la Costituente dei Riformisti si è mossa da subito. La Costituente dei Riformisti deve continuare ad essere un progetto che include e che aggrega, pronto ad accogliere tutti coloro i quali si riconoscono nel perimetro politico e culturale della sinistra riformista: socialisti, democratici, liberali, laici e ambientalisti, devono avere cittadinanza all’interno della Costituente dei Riformisti. Abbiamo il dovere di operare attivamente per mettere in piedi una forza politica moderna, che sappia dare voce alle istanze di cambiamento e di rinnovamento provenienti da vaste sfere della società civile. Abbiamo il compito di diventare punto di riferimento per i tantissimi nostri concittadini che attualmente sono confusi e disorientati e che, di fronte alla mancanza di proposte politiche serie e innovative, preferiscono rifugiarsi nella demagogia e nel populismo su cui si fonda l’azione di alcuni movimenti civici. Che negli ultimi 15/20 anni la politica si sia macchiata di importanti errori, è un dato di fatto. La crisi economica e sociale con cui la comunità sammarinese sta convivendo da oltre otto anni, è figlia di un ceto politico che spesso non è stato in grado di effettuare le cosiddette “scelte di sistema”. L’esplosione della questione morale ha messo in luce un vorticoso intreccio politico-affaristico della cui esistenza in tanti prima sospettavano e che ora è stato certificato “nero su bianco” dalle inchieste giudiziarie. La crisi economica, sociale ed etica, perciò, hanno ingigantito le distanze tra i cittadini, la politica e le istituzioni democratiche. E’ inutile nascondersi dietro a un dito, il livello di credibilità e di autorevolezza della politica non è mai stato così basso dal secondo dopoguerra ad oggi. Ne è prova l’esito della recente consultazione referendaria. Tuttavia, non dobbiamo rassegnarci a quella che appare una deriva inarrestabile, occorre reagire con determinazione, consapevoli degli errori commessi ma convinti che si possa veramente ripartire con l’avvio di una nuova fase in termini politici e sociali, di cui la Costituente dei Riformisti dovrà essere guida e protagonista assoluta.

La Costituente dei Riformisti è un progetto che nasce sapendo sin dall’origine di essere in controtendenza; vuole riunire diversi soggetti politici, proprio quando la frammentazione sembra essere diventata una sorta di status symbol; vuole riaffermare il primato della politica nella gestione della cosa pubblica, proprio quando la politica sembra aver abdicato al ruolo che le compete; vuole guidare il governo del Paese, proprio quando sarebbe più comodo sedersi in poltrona, far fare agli altri, ritirarsi sull’Aventino e nel frattempo abbracciare le posizioni demagogiche che di certo sarebbero estremamente redditizie dal punto di vista del consenso elettorale. Ma la Costituente dei Riformisti nasce con presupposti completamente differenti. Il suo principale desiderio è dare risposte concrete e immediate ai problemi con cui quotidianamente sono costretti a rapportarsi le imprese, i lavoratori autonomi e subordinati e i liberi professionisti. La sua missione fondamentale è non abbandonare gli individui e le famiglie che si trovano in situazioni di disagio sociale. La sua priorità è ridare un lavoro dignitoso a tutti i concittadini che oggi un lavoro non ce l’hanno. Per realizzare tutto ciò, è necessario che la Costituente dei Riformisti definisca una proposta politica e programmatica che punti con decisione sullo sviluppo sostenibile, sulla competitività di sistema, sulla libertà, sulle pari opportunità, sulla giustizia sociale, sulla legalità, sul merito, sulla creatività e sull’educazione. Una proposta politica e programmatica che deve avere la capacità di dire “SI” alle idee innovative che mirano alla crescita e al miglioramento della qualità della vita. Una proposta politica e programmatica che non deve sempre dire “NO” per la paura di assumere decisioni impopolari. E’ il tempo che la politica scelga, è il tempo che la politica decida da che parte si vuole andare e la Costituente dei Riformisti deve essere l’interprete autentico di una politica che cambia passo, che accelera e che si dirige con forza verso il futuro.

La Costituente dei Riformisti ha il difficilissimo compito di riaccendere l’entusiasmo e la speranza dei cittadini verso la politica. Sarà una sfida molto complessa, è evidente, ma possiamo coglierla e vincerla se sapremo arricchire l’energia che promana da questo progetto politico, con tre ingredienti precisi: il realismo, il coraggio e la responsabilità.Con realismo dobbiamo riconoscere la gravità della situazione economica, finanziaria e sociale, della Repubblica di San Marino. Nessun catastrofismo, ma bisogna essere consapevoli che persistono notevoli criticità sul piano dei conti pubblici, del settore bancario e dell’economia reale. La crisi non è finita e per superarla è indispensabile intervenire al più presto realizzando le riforme strutturali di cui c’è necessità per riportare la finanza pubblica in equilibrio, per riorganizzare il comparto del credito e per rafforzare una crescita economica che ancora è troppo debole e incerta.

Con coraggio dobbiamo gettare il cuore oltre all’ostacolo, assumendo la guida di questo percorso riformatore. Sia chiaro, non avremo un tornaconto elettorale nel fare riforme molto impegnative e impattanti dal punto di vista sociale. Ma non si può perdere altro tempo se intendiamo dare una prospettiva seria e credibile al Paese e se vogliamo garantire un futuro dignitoso alle nuove generazioni.

Il realismo e il coraggio, infine, devono essere accompagnati da uno accentuato senso di responsabilità. Dobbiamo prenderci la responsabilità di non lasciare il nostro Paese nelle mani di chi lo vuole distruggere con la decrescita felice e di chi non lo vuole cambiare pensando che prima o poi la nottata passerà. Dobbiamo avere la responsabilità di non avere paura, di dire la verità su come stanno le cose, di spiegare con sincerità le ragioni delle nostre scelte e di far comprendere che tutto quello che faremo sarà in funzione di costruire un Paese migliore.

Perché tutto ciò sia possibile, occorre che la Costituente dei Riformisti abbandoni immediatamente la sindrome della subalternità nei confronti di altre forze politiche. Non dobbiamo più inseguire gli alleati, né a destra né a sinistra. Dobbiamo farci inseguire dagli altri e portare, chi vuole allearsi con noi, a condividere il nostro progetto di società e di governo. Questa è la vocazione maggioritaria che deve contraddistinguere l’azione politica della Costituente dei Riformisti. Da questa serata deve uscire un messaggio politico forte e chiaro: senza i Riformisti, non solo non si fanno le riforme, ma non si governa!.

Grazie.

San Marino, lì 5 luglio 2016

Federico Crescentini

Presidente Ass. Laboratorio Democratico

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