Socialismo e Socialisti. A Psrs dopo l’Assemblea costituente

Socialismo e Socialisti. A Psrs dopo l’Assemblea costituente

La storia della sinistra nel nostro Paese, come in Italia, è costellata di frequenti separazioni, bilanciate da un numero circa uguale di unificazioni. Quasi sempre le fratture, nella volontà dei loro fautori, sono necessarie per ristabilire la corretta idea politica che essi vogliono rappresentare, sempre sono conseguenti a contrapposizioni personali che lacerano anche il legame politico tra i leader delle correnti che circolano soprattutto nei partiti più vasti. Curioso e inspiegabile il fatto che a volte a volere fortemente un nuovo partito sia colui che rappresentava al più alto livello il partito da cui si distacca, una paradossale dissociazione da sé stesso, un auto-ammutinamento.

Come è vero che una aggregazione politica non deve essere di proprietà di privata di qualcuno, nemmeno la matrice socialista che ispira la politica di più partiti nel nostro Paese può essere esclusiva privata di chi si autodefinisce ripetutamente e con frequenza sospetta Socialista (e molto meno riformista).

La tattica annunciata dal PSRS di applicare un contraddittorio comportamento politico, quello del “conflitto mite”, è figlia di tutt’altro che una politica nuova: è difficile tenere un atteggiamento di apertura nei confronti dell’attività del governo a comando, a meno che non si intenda esplicitamente lanciare segnali di disponibilità, alzare la gonna e chiedere l’autostop verso migliori lidi rispetto quelli angusti dell’opposizione.

E’ veramente poco lungimirante il comportamento di chi rivendica la necessità di semplificare il quadro politico annunciando l’esigenza di un forte componente Socialista e contemporaneamente pensa bene di spaccare il partito più rappresentativo del Paese, tra l’altro appartenente all’emisfero politico in cui si poteva rivendicare meno frammentazione.

Con buona pace dei compagni del PSRS, una compagine che non aveva e non ha alcuna difficoltà a definirsi socialista e che aveva intrapreso proprio la strada dell’aggregazione, della unificazione tra diverse anime della sinistra, è il Partito dei Socialisti e dei Democratici.
Si può con tranquillità ammettere che il tentativo, nel suo complesso non sia riuscito perfettamente a legare tutte le radici del Socialismo Sammarinese, ma non può essere per certo chi fino a ieri militava nel PSD a rivendicare posizioni di innovazione e di Socialismo a denominazione di origine auto controllata.

E’ da rivendicare la necessità che i personalismi siano messi da parte e che ritorni a prevalere la politica, gli ideali di quella sinistra che si vuole rinnovare ma che non tradisce lo spirito originario della sua azione: libertà, democrazia, vicinanza ai deboli, il valore del lavoro, la laicità dello Stato, la preminenza del bene pubblico su quello particolare. Tutte le forze politiche che condividono tali principi devono confrontarsi, riponendo l’ascia di guerra e inutili rivendicazioni ideologiche, che hanno determinato le difficoltà della sinistra internazionale nel saper interpretare e farsi portavoce delle esigenze dei cittadini.

Il Movimento Socialista Sammarinese non ha bisogno di rinascite, non si è mai interrotta l’azione di tanti compagni, i quali hanno sempre rappresentato nel fare ciò che credevano. L’intenzione del PSD è quindi quella di condividere con tutti i compagni, nessuno escluso, un percorso che avrà bisogno di partecipazione, cautela e fiducia che dovrà terminare con una convergenza verso un progetto politico comune, evitando gli errori del passato. In questo processo l’autorità politica di chi ne prenderà parte dovrà essere parimenti rispettata e rappresentata, non è individuando compagni di serie A o B a procedere per il bene del Socialismo e del Paese.

Non cadrà quindi nel vuoto la risoluzione dell’Assemblea Congressuale del PSD di cercare convergenze politiche verso le formazioni moderate e soprattutto quelle più affini al nostro pensare politico. L’obiettivo non è quello di dividersi e ricomporsi in base alle proprie provenienze, il fine è quello di rendere più forte l’azione dei partiti che si richiamano al Socialismo in conseguenza dei progetti che saranno condivisi.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy