Stefano Elli di IlSole24Ore: Il Titano e il match sui crediti inesigibili

Stefano Elli di IlSole24Ore: Il Titano e il match sui crediti inesigibili

IlSole24ore

PROFESSIONISTI DEL RISPARMIO18 Marzo 2017 Plus

Il Titano e il match sui crediti inesigibili

Stefano Elli

L’Associazione bancaria sammarinese preme per la loro gestione interna. Ma lo scontro si preannuncia duro
Il tiro alla fune sulle banche di San Marino e sull’acquisizione dei loro crediti inesigibili (un business da quasi 2 miliardi di euro di nominale) appare lungi dall’essere concluso. Il dibattito tra le forze politiche locali si concentra infatti sull’opportunità di “esternalizzare” queste partite di crediti complessi oppure mantenerle all’interno del sistema.
A schierarsi nettamente per quest’ultima opzione, in prima fila, c’è il presidente dell’associazione bancaria sammarinese, Matteo Mularoni, avvocato partner dello studio romano Bussoletti Nuzzo. L’Abs si è fatta promotrice di un’iniziativa sfociata in un pamphlet sull’argomento in cui si sostiene la maggior convenienza economica di una gestione autonoma degli Npl. La presentazione del volume(avvenuta venerdì, ieri per chi legge) era contestuale alla scadenza della sua carica al vertice dell’associazione delle banche locali. Il nome che è stato proposto dal cda per la sua successione è quello di Biagio Bossone, già a capo della Banca centrale di San Marino. L’uscita di Bossone dalla banca, è ricordata sul Titano come uno dei momenti di massima tensione tra l’authority bancaria locale e il governo. Nel febbraio 2010 il capo della vigilanza Stefano Caringi venne silurato dal governo allora in carica per avere reso dichiarazioni all’allora pm di Forlì Fabio Di Vizio tiutolare di due inchieste su banche di San Marino. Dopo pochi giorni Bossone insieme all’allora direttore generale Luca Papi decisero di andarsene sbattendo la porta.
L’arrivo di Bossone, se confermato, potrebbe almeno parzialmente riequilibrare il peso di una banca centrale che nel corso delle ultime cruciali settimane ha dato, insieme al governo, segni di un particolare attivismo sul fronte bancario. Due esempi tra tutti: il Congresso di Stato (l’organismo formato dai sette Segretari di Stato, come qui si chiamano i ministri) in perfetto accordo con Banca Centrale ha reso noto di avere anticipato un percorso di cambiamenti nella governance (leggi cambio di consiglieri) alla principale banca del Paese: la Cassa di risparmio di San Marino. La naturale scadenza del board era prevista il prossimo maggio.
Ancor prima la Banca Centrale ha commissariato Asset Banca dell’imprenditore locale Stefano Ercolani. La banca, da tempo sotto i riflettori della cronaca per essere al centro di una complessa indagine per riciclaggio (battezzata Re nero) da parte della Procura di Forlì, ai primi di marzo è stata il bersaglio di un doppio provvedimento della vigilanza bancaria locale. Prima si è proceduto a esautorare gli organi della banca e a insediarvi un commissario provvisorio; in seguito, a distanza di pochi giorni, si è proceduto a nominare un quintetto di commissari (Vincenzo Dispenzeri e Giuseppe Pedrizzi insieme al comitato di Sorveglianza composto dal sammarinese Paolo Mazzanti, da Marcello Condemi e Giuseppe Di Marco) che avranno il compito di gestire la banca in luogo dei suoi vertici “naturali”. Sulla stampa locale già si è data la stura alla ridda delle dietrologie, sottolineando l’inopportunità della scelta di Pedrizzi, figlio del senatore di An Riccardo, e già alla corte lodigiana di Gianpiero Fiorani (era consigliere di Bipielle investimenti).
Mugugni anche sulla scelta di un quartetto di professionisti italiani: una scelta che sarebbe in contrasto con la normativa locale. Pochi però sono al corrente del cursus honorum di uno dei tre membri del comitato di sorveglianza: l’avvocato Marcello Condemi. Condemi è tutt’altro che uno sconosciuto: con il collega Francesco De Pasquale è stato uno dei pilastri della costruzione dell’Autorità di informazione finanziaria vaticana sotto il patrocinio del suo ex presidente, il cardinale Attilio Nicora, nel periodo più caldo della sua vita istituzionale: quello che va dall’inverno 2011 al luglio del 2013. Un periodo difficilissimo per il Vaticano, contrassegnato da un rigido Motu Proprio sull’antiriciclaggio (legge 127) di Benedetto XVI poi “ammorbidito” se non disinnescato dalla Legge 166. Una fase di estrema delicatezza nella quale accaddero molte cose in Vaticano: dalle dimissioni di Joseph Ratzinger, al licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi dalla banca vaticana (lo Ior) all’arresto per riciclaggio di Monsignor Nunzio Scarano, alle dimissioni dei vertici operativi dello Ior Massimo Tulli e Paolo Cipriani, di recente condannati per violazione delle norme antiriciclaggio. Condemi, dunque, è uno specialista in materia di money laundering e sono in molti a sperare che la sua presenza possa rappresentare una garanzia di terzietà. Gli azionisti dell’istituto però hanno annunciato di voler resistere alle iniziative della Banca centrale contestando la legittimità dell’iniziativa di fronte al Tribunale locale.

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