Su creazione di altro debito pubblico. Sottomarino

Su creazione di altro debito pubblico. Sottomarino

Dopo l’approvazione nella ormai famosa “finanziaria” per l’anno 2013, ecco arrivato il progetto di legge per l’Istituto Finanziario Pubblico.
Sorvolando sull’ormai consueto “sforo” temporale del Governo (la legge istitutiva 150/2012 fissava per il 31/03/2013 mentre è di questi giorni la comunicazione da parte della Segreteria Istituzionale in merito al testo del progetto di legge), ad un primo sguardo alla relazione che il Segretario alle Finanze si accinge a presentare in prima lettura in uno dei prossimi Consigli, si nota come viene totalmente eluso il fattore relativo alla creazione di (altro) debito pubblico per il fabbisogno di liquidità dello Stato. Questo aspetto si evince leggendo il progetto di legge all’art.4, precisamente nella parte relativa alle finalità che vengono attribuite all’Istituto Finanziario Pubblico.
Dall’altro lato il Segretario si sbilancia in una timida confessione in merito alla mala-gestione del patrimonio pubblico che negli anni ha creato distorsioni, che a loro volta hanno creato non pochi problemi alla valorizzazione dei beni dell’Ecc.ma Camera.
Analizzando velocemente l’articolato di Legge proposto, ci si rende immediatamente conto che la strada perseguita è quella che ha caratterizzato la Repubblica negli ultimi lustri, ovvero quella dell’aumento costante del potere nelle mani del Governo, continuando a operare in mancanza di un serio progetto di rifondazione del sistema San Marino, insistendo nella proposta  di “non soluzioni“ che finiranno solo per rischiare di svendere il paese, pur di salvare degli interessi tutt’altro che collettivi.
Dobbiamo essere molto chiari su questo progetto di legge: se l’idea di una gestione del patrimonio pubblico più morigerata ed efficiente è assolutamente condivisibile come principio (a patto che tutti coloro che hanno gestito queste risorse vengano rimossi dai posti occupati e si proceda affinché anche i metodi utilizzati negli ultimi decenni vengano estirpati), non è assolutamente condivisibile che per la NON volontà di effettuare scelte serie si debba mettere “alla mercé” lo Stato, ricorrendo alla finanza creativa per raccogliere risorse che oggi andrebbero solo ad alimentare un sistema fallato, perseverando nell’assurdo clientelismo e negli interessi di parte.
In questi ultimi anni abbiamo sempre cercato di sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica e dobbiamo ammettere che, se non in rare occasioni, pare che quest’ultima in gran parte sia ancora assopita nonostante la situazione sia estremamente CRITICA.
Oggi stiamo di nuovo cercando di mobilitare e sensibilizzare la cittadinanza su scelte che rischiano di essere senza ritorno, anche attraverso i recenti e attuali “mail bombing” contenenti proposte concrete sulla trasparenza. San Marino ha necessità di essere rifondato dalle basi culturali, dai principi di etica e moralità e da un sistema economico sostenibile e non certo di escamotage per mantenere uno status quo oligarchico!
Non sarà semplice, ma che cittadini saremmo se non ci provassimo?

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