Sulla crisi del turismo a San Marino

Sulla crisi del turismo a San Marino

Turismo: un turista per ogni euro speso

E’ quasi un obbligo parlare di turismo mentre la stagione ha fatto il giro di boa e già si guarda ai bilanci. Che non saranno sicuramente positivi dopo anni di riflusso, di soldi buttati, di mancanza di scelte politiche. Tanto più in un momento di congiuntura internazionale che ha mandato in crisi sistemi ben più forti del nostro.
Da anni si parla inutilmente e inefficacemente di rilancio, spendendo ogni anno milioni di euro stanziati dal bilancio dello Stato. Ma dove sono andati a finire veramente? Non lo sapremo mai… e dai tre milioni e passa di turisti all’anno siamo precipitati al milione, o poco più. Piange il cuore vedere il nostro centro storico vuoto, le serrande chiuse, lo sconforto degli operatori che sanno benissimo di non avere prospettive.
L’impresa turistica a carattere familiare, imperniata sull’improvvisazione e sulla buona volontà, deve oggi confrontarsi con un sistema turistico globale imperniato invece sulla specializzazione, sull’alta professionalità e competitività. Il sistema sammarinese, a questo punto, non regge più. Ha bisogno di scelte politiche forti per ripristinare quel potenziale economico intrinsecamente insito nel turismo che, in passato, come oggi, è volano di sviluppo complessivo, nonché grande veicolo di immagine.
Ma le sofferenze non sono solo per il centro storico. La concorrenzialità di Rimini, i mega centri commerciali, i servizi, le infrastrutture, hanno svuotato negozi e centri commerciali dentro i confini. A Rimini si lavora, sul Titano si fanno solo chiacchiere, promesse, e grandi enunciazioni. Oltre un milione di euro per il Moto GP, che ha venduto un solo pacchetto turistico… Ne vale la pena?
E’ ora che San Marino torni ad avere obiettivi e prospettive nel settore turistico commerciale; puntare decisamente sul differenziale dei prezzi, che si parli un po’ meno e che si costruisca di più; che si scrivano convenzioni in maniera diversa, con più trasparenza e più coinvolgimento; che si mettano in campo strumenti e progetti per fare concorrenza ai centri commerciali; che si faccia una politica dei prezzi, dei parcheggi, delle infrastrutture e dei servizi; che si creino le condizioni per una competitività reale. Che i soldi del bilancio destinati al turismo abbiano un riscontro reale: un turista per ogni euro speso! Magari cominciando a spendere i primi soldi per risistemare marciapiedi e gabinetti, strade e parcheggi.
E poi il casinò. Più dolori che gioie di questi ultimi anni: un’opportunità sacrificata sull’altare degli interessi particolari, dell’illegalità, delle regalie, degli scandali mai risolti. E c’è ancora qualcuno che ci prova. O che vuol buttare il bambino insieme con l’acqua sporca…
Non gettiamo a mare un’opportunità, che certamente non può e non deve essere l’unica ricetta per dare una spinta al rilancio, ma che può essere una buona possibilità complementare (come tra l’altro suggerisce il progetto Ambrosetti). Purché sia percorsa nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali, con benefici che si riversino effettivamente nelle casse dello Stato. Vogliamo parlarne?

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