Sulla nuova legge sul commercio, Il presidente Carlo Lonfernini

Sulla nuova legge sul commercio, Il presidente Carlo Lonfernini

Il Consiglio Grande e
Generale ha approvato
in via definitiva la nuova
legge sul commercio
che,
tra gli oltre ottanta articoli,
ne contiene uno
che in pratica dovrebbe
condizionare il commercio
sammarinese
poiché concede la possibilità
a non cittadini
e non residenti di avviare
attività commerciali
al dettaglio sul nostro
territorio.

Molti colleghi commercianti
ma anche semplici
cittadini e giornalisti,
mi hanno contattato
facendomi tutti la
stessa domanda: questa
è o non è una buona
legge?

Rispondo: in teoria è
una buona legge ma
tutto dipende da come
verrà applicata, perché
se nella pratica non
verrà rigorosamente
rispettato quello che
sta scritto, potrebbe rivelarsi
una cattiva legge.

D’altra parte i cattivi
esempi non mancano.
Il piano regolatore, ad
esempio, è pieno di
regole giuste chiare e
precise ma quando lo
si va ad
applicare spuntano cavilli,
deroghe, rettifiche
con il risultato che
alla fine vediamo sorgere
costruzioni esagerate,
che quasi straripano
oltre le aree regolamentari
deturpando
il paesaggio e creando
problemi alla vivibilità.

Chi non ci crede
dia un’occhiata lungo
la superstrada e non
vada a guardare altrove
perché potrebbe rimanere
scioccato.

Anche la legge sulle società
industriali è una
buona legge, chiara
precisa e rigorosa, ma
anche qui si nasconde
un cavillo che autorizza
i titolari di tali licenze
( che possono essere
anche non residenti e
non sammarinesi) a rinunciare
alla produzione
per dedicarsi soltanto
al commercio all’ingrosso.

Così sono nate numerose
attività industriali
(che hanno gestito volumi
di scambi anche
molto rilevanti) che in
pratica sono vere e proprie
attività commerciali,
ma che sfuggono
alle normali regole
del commercio essendo
appunto inquadrate
come attività industriali.

A questo punto devo
fare una importante
precisazione che ultimamente
è sfuggita a
molti, giornalisti e cronisti
compresi: non è
vero che a San Marino
il commercio può
essere esercitato solo
da sammarinesi o residenti,
perché le attività
all’ingrosso (che sono
le più consistenti)
potevano e sono state
condotte anche da non
sammarinesi e non residenti,
appunto per
effetto della legge che
ho appena citato. Ma
allora quali saranno gli
effetti di questa nuova
legge sul commercio?

La legge dice chiaramente
che i forensi potranno
aprire attività
di vendita al dettaglio
solo se si tratterà
di attività aventi come
finalità un commercio
di qualità, di forte
attrazione,di grande
immagine e di rilevante
innovazione. In
sostanza quello che abbiamo
sempre sostenuto
anche noi commercianti
sammarinesi
perché eravamo ,e
oggi siamo ancora più
convinti, che quello
che ci manca è un commercio
orientato verso
gli articoli di grande
firma capace di attirare
clientele da oltre
confine per tutto l’arco
dell’anno e soprattutto
capace di interessare
il turista costantemente
alla ricerca di
prodotti validi, con caratteristiche
al di fuori
dalla dilagante banalità.

Questo è quello
che noi commercianti
ci aspettiamo, perché
questo è quello che
sta scritto nella nuova
legge che, se sarà fedelmente
applicata, sarà
veramente una buona
legge. Vi è però il rischio
che andandola
ad applicare ci si perda
tra “cavilli e vuoti interpretativi”
che anche
questa (come tutte leggi)
contiene,lasciando
spazio a chi, ad esempio,
vorrà approfittare
per riempire i capannoni
vuoti o che si
stanno svuotando, oppure
per attirare investitori
qualsiasi ai quali
poi si dovrà concedere
la residenza , vendere
l’appartamento (o
gli appartamenti) e così
via.

Mi viene in mente la
celebre battuta di quel
famoso personaggio
politico Italiano che diceva:
“a pensare male si
fa peccato, ma ci si indovina
quasi sempre”.
Spero proprio che non
sia così.

Carlo Lonfernini
Presidente
Unione Sammarinese
Commercio e Turismo

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