Tommaso di Carpegna Falconieri, anche per San Marino, Maestro di attualita’

Tommaso di Carpegna Falconieri, anche per San Marino, Maestro di  attualita’

La prima volta che sentii parlare del  Medioevo come ausilio  alla  lettura di quel che, politicamente,  sta succedendo oggi  a livello  globale  ed anche locale,  fu da Romano Prodi in una delle prime  sue esternazioni  pubbliche a San Marino.

Egli, nell’occasione, citò  suo fratello, Paolo, storico di  mestiere,  assai prima  che questi pubblicasse lavori specifici in materia, una decina di anni fa.

Ora  Tommaso di Carpegna Falconieri ripropone la suddetta considerazione da studioso specialista del Medioevo – come da anni lo  conosco  – ed, al contempo, da grande – per me sorprendente –  osservatore  della politica con la P maiuscola: da  uomo di cultura nel senso pieno, quale, ai nostri tempi, è diventato così raro incontrare. 

Tutto questo nel libro – di grandissimo interesse per chi vuole o ha necessità di capire come cambia il mondo anche  attorno  e dentro  San Marino –  pubblicato da Giulio Einaudi: “Medioevo militante, La politica di oggi alle prese
con barbari e crociati

                                                                                                 Marino Cecchetti

E’ di queste ultime settimane, sui media,  il riferimento al Sacro Romano Impero sulla base del ruolo  assunto da  Berlino nella Unione Europea. Ma dietro c’è dell’altro.

Lo Stato territoriale e nazionale con la sua giurisdizione sovrana, l’esercito, le leggi, le frontiere, l’economia, la lingua, la cultura, i gruppi dirigenti e i cittadini è un prodotto dell’età moderna, mente nel Medioevo non esisteva nulla di equiparabile. Ora, lo stato in senso moderno è entrato in una crisi forse irreversibile, che lo sta portando al dissolvimento delle sue prerogative e funzioni. Altri soggetti politici non non collegati allo stato sono ormai quelli che stabiliscono i rapporti di forza in termini economici e politici, in un nuovo ordine che risulta poco comprensibile e che per alcuni interpreti tende all’anarchia. Si tratta di sistemi in competizione tra di loro, di autorità frammentate, sovrapposte e intersecate, di territori geografici e virtuali non assoggettabili al controllo da parte della cosa pubblica intesa in senso tradizionale.
(…)
Il Movimento indipendentista scozzese, l’Unesco, Il Tribunale speciale dell’Aja, il World Trade Organization, Greenpeace, i no-global e la Coca Cola condividono lo stesso scenario sociopolitico del cartello di Medellin e di Al-Qaeda. A questa situazione si deve poi aggiungere il ciberspazio, cioè la rete delle telecomunicazioni e del ‘web’, che permette di mostrare e compiere qualsiasi atto da qualsiasi parte del mondo, rendendo obsoleto il concetto moderno di frontiera lineare: la Rai, la Cnn, Al-Jazeera, Microsoft e Google sono, naturalmente, dei soggetti politici.

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