COMUNICATO
STAMPA
Santarcangelo
di Romagna, 8 giugno 2015
Tre
mercoledì al cinema per iniziare a raccontare l’edizione numero 45
del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo.
Il
10 giugno il film Scuola
senza fine di Adriana
Monti per parlare del progetto Azdora
e
di School of Exceptions
con la direttrice
artistica Silvia Bottiroli
Tre
film per entrare nelle “stanze”
dell’edizione
numero 45 del Festival
Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo.
Attraverso una mini rassegna cinematografica, organizzata in
collaborazione con l’associazione
Dogville al Supercinema
di Santarcangelo, il Festival presenta alla città i temi che lo
contraddistingueranno quest’anno, dal
10 al 19 luglio prossimi.
Sarà
la direttrice artistica del Festival Silvia
Bottiroli a introdurre alla
visione dei film e quindi a soffermarsi di volta in volta su uno dei
temi conduttori.
I
film saranno in programma per tre
mercoledì consecutivi a partire da mercoledì 10 giugno.
Scuola
senza fine (Italia, 1983),
diretto da Adriana Monti,
il primo dei film in programma (10
giugno, ore 21), offrirà
l’occasione per presentare il progetto Azdora
dell’artista svedese Markus
Ohrn e la School
of Exceptions curata dal
laboratorio di ricerca Aleppo.
Costruito durante una lunga residenza a Santarcangelo, Azdora
mette insieme una serie di situazioni performative con e per un
gruppo di signore romagnole: un’esperienza al contempo artistica e
rituale.
La
questione della scuola invece – istituzione deputata
all’apprendimento ma anche, etimologicamente, all’ozio e
all’esplorazione di sé – è condivisa dalla School
of Exceptions che riunirà a
Santarcangelo dodici studenti internazionali e curerà tutti gli
incontri del festival, coinvolgendo diversi artisti, teorici e
ricercatori.
Il
film Scuola senza fine
racconta di una esperienza inedita avvenuta tra il 1976 e il 1986 di
cui fu protagonista la stessa regista Adriana Monti, insieme a Lea
Melandri, Amalia Molinelli, Ada Flaminio, Antonia Daddato, Teresa
Paset, Rina Aprile, Micci Toniolo, Paola Mattioli, Maria Martinotti:
le 150 ore delle donne organizzate nella scuola di via Gabbro del
quartiere Affori-Bovisasca di Milano. Un percorso che seppe dare
voce, e quindi corpo ed esistenza, a un gruppo di donne casalinghe
attraverso la scrittura, e che si trasformò in gruppo di studio e
ricerca da cui nascerà, dieci anni dopo, la Libera Università
delle Donne di Milano. Le studentesse, incoraggiate all’inizio da
Lea Melandri e dalla scoperta di Freud, poi dalle altre insegnanti e
da materie come scienza, filosofia, analisi dei linguaggi (visivi,
scritti e gestuali), riempivano pagine e pagine di blocchi e quaderni
con le loro riflessioni e idee personali sulla cultura, su se stesse,
le loro famiglie, la natura e i loro sentimenti.
Per
introdurre al tema della censura, altro file
rouge
lungo il quale si articola il programma di Santarcangelo Festival,
mercoledì
17 giugno
sarà presentato il film documentario di Alison
Klayman
(Usa, 2012) Ai
Weiwei – Never Sorry
(Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival 2012). Il
film è la storia dell’artista più celebre della Cina
contemporanea, che si è conquistato la visibilità internazionale
grazie a mega-installazioni, quale i 100 milioni di semi di girasole
colorati esposti alla Tate Modern di Londra.
Celebre la sua foto in cui
ritrae una mano con il dito medio alzato davanti a Piazza Tienanmen,
Weiwei ha inoltre collaborato come architetto alla realizzazione
della struttura a nido d’uccello per lo Stadio di Pechino per le
Olimpiadi del 2008, opera dalla quale si è in seguito dissociato.
Accostato da alcuni allo scrittore dissidente Aleksandr
Solzhenitsyn, di cui incarnerebbe una versione moderna, Ai Weiwei
si presenta come una figura di artista sfrontato e impavido, che
intreccia la sua arte con i temi della politica, dimostrandosi abile
anche nell’utilizzo dei nuovi media, a cominciare da Twitter,
attraverso il quale ha reso popolare il grido di battaglia “Never
Retreat, Re-tweet”.
Il film diretto da Alison Klayman, girato tra il 2008 il 2011 –
anno in cui Weiwei fu incarcerato per tre mesi dal regime di Pechino
– offre un ritratto complessivo della vita dell’artista, grazie
anche a riprese originali e a materiali video registrati dallo stesso
artista.
La
figura di Weiwei introduce quella di altri artisti che, nell’ambito
del teatro contemporaneo, stanno lavorando su temi di scottante
attualità politica, o si stanno confrontando direttamente e loro
malgrado con la pressione censoria di regimi totalitari. Nel
programma del festival saranno presentati per la prima volta in
Italia, tra gli altri, i lavori più recenti di Christophe
Meierhans (CH/BE), Amir
Reza Koohestani (IR), Béla
Pintér (HU).
Il 24
giugno, infine, l’ultimo
appuntamento è con il film Uno
specialista – Ritratto di un criminale moderno
di Eyal Sivan
(1999), un montaggio di 2 delle 350 ore del processo al criminale
nazista Adolf Eichmann, svoltosi a Gerusalemme nel 1961 e seguito –
primo caso nella Storia – da numerosissimi giornalisti
internazionali, tra cui Hannah Arendt che da quell’esperienza
scrisse il celebre La banalità
del male. Il film è “il
resoconto di un processo dove la parola, anziché
alle risorse della retorica, si affida allo stretto gergo
processuale: eppure è molto più agghiacciante di qualsiasi horror”
ha scritto il critico cinematografico Roberto Nepoti su Repubblica. E
offre l’occasione
per introdurre alcuni artisti in programma al Festival di
Santarcangelo che si misurano con la forma, di per sé fortemente
teatrale, del processo, o che mettono in questione il rapporto tra
realtà politica e meccanismi decisionali democratici, e performance:
è il caso di Milo Rau
(CH/D) e ancora di Christophe Meierhans (CH/BE) ad esempio, ma anche
del collettivo Ligna
(D), i cui progetti, presentati in prima nazionale, saranno
introdotti e contestualizzati in relazione al lavoro di Sivan.
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