Tribunale di San Marino. Alla sbarra ‘lady narcos’. Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

Tribunale di San Marino. Alla sbarra ‘lady narcos’. Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Soldi sporchi: in due dal giudice / Riciclaggio, alla sbarra lady narcos / Sul Titano aveva cercato di prelevare 1,4 milioni dal conto del marito trafficante di droga 

San Marino-     Sul Titano  i soldi del narcotrafficante:  chiesto il giudizio  per riciclaggio per la moglie  di Diego Gostisa, arrestato  a metà degli anni  Novanta in pieno Oceano  con una tonnellata di hashish  targata Spagna. Processo  al via da dopo Natale:  alla sbarra anche l’avvocato che accompagnò la  donna a prelevare i soldi  che “scottavano”. Sequestrato  alla Smi  il conto  corrente da un milione e  400mila euro, spicciolo  più, spicciolo meno. I fatti  sammarinesi risalgono a  un paio di anni fa, ma per  capire meglio la storia bisogna  andare indietro nel  tempo, almeno al ‘94.  Nell’aprile di quell’anno,  la guardia di finanza italiana  e i militari spagnoli  seguirono e beccarono al  largo delle coste portoghesi  il triestino Diego Gostisa,  ora 60enne, all’epoca  residente a Buenos Aires,  in Argentina, ma domiciliato  in Spagna. Sulla sua  “Veleno”, l’imbarcazione  che, neanche a dirlo, era  destinata a trasportare il  veleno – la droga – vennero  trovati e confiscati 800  chili di hashish. Secondo  gli inquirenti, la “roba” era  destinata al mercato italiano,  quello degli spacciatori  toscani e laziali.  Gostisa venne quindi  braccato sulla “rotta occidentale  marittima”, una  delle principali direttrici  del traffico di droga, che  tocca Spagna e Africa del  Nord (Marocco, per lo  più). L’uomo venne arrestato  e, processato, gli furono  inflitti 20 anni e 4 mesi  di carcere. Mentre il  marito era ancora detenuto  a Madrid, forte della delega  lasciatale, la moglie  di origine brasiliana, T.L.  le iniziali del suo nome –  accompagnata a A.M.T.,  un avvocato di Napoli – salirono  sul Titano, alla ricerca  del conto corrente  che, depositato alla finanziaria  Smi, e intestato al  detenuto Gostisa, serbava  tre miliardi delle vecchie  lire: circa un milione e  400mila euro. Era il 2009:  quando i due cercarono di  prelevare il denaro, i funzionari  della finanziaria  chiesero loro i documenti.  Ma, forse spaventata, la  donna si allontanò dicendo  che sarebbe ripassata.  Lo fece un mese più tardi:  ma nel frattempo, Gostisa  aveva fatto ritirare la delega  della compagna.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy