Tribunale di San Marino. Banca del Titano: parla Marangoni

Tribunale di San Marino. Banca del Titano:  parla Marangoni

Sabato scorso  Stefano
Marangoni
, accusato di truffa  per 10 milioni di euro ai danni della ex Banca
del Titano
(ora S.M. International Bank) –   unitamente a  Maurizio
Frezza
ed al direttore – di allora – della stessa Banca, Adriano Pace –  è stato il mattatore della udienza presso il Tribunale della Repubblica di San Marino,  di fronte al Commissario della Legge, dr. Roberto Battaglino.

Secondo Marangoni le cose sarebbero andate così. Egli, come tanti clienti forensi del sistema bancario sammarinese, aveva preso a scontare presso la Bdt assegni post datati – attività molto proficua per le banche sammarinesi -, secondo le esigenze, anche di autofinanziamento, delle  sue svariate attività in quel di Senigallia: immobili, auto, moda e altro. 

Verso la metà del 2005  il volume delle movimentazioni sui suoi conti bancari  era salito tanto che il dr. Pace, per venigli incontro, gli  propose   l’accensione di un mutuo. Con un mutuo le sue spese bancarie si sarebbe notevolmente ridotte. Marangoni, dando fondo ai conti che aveva presso banche italiane,  acquistò  a Senigallia un immobile (valore 3 milioni, perizia Bdt), su cui fondare la garanzia di detto mutuo. Tuttavia il mutuo non fu mai  concesso. E  senza una ragione specifica. Forse – Marangoni  suppone –  per un diniego del Consiglio di Amministrazione, proteso a  continuare a ricavare il massimo profitto dalla sua situazione. La girandola degli assegni, spesso rinnovati,  continuò. Anzi crebbe ulteriormente e finì solo col commissariamento della Banca, nel marzo  2007.  Il rinnovo degli assegni  venne stoppato. Per le attività di Marangoni fu il tracollo.

Marangoni, nell’esporre i fatti, è stato prodigo di informazioni sulla gestione di Bdt, ed, in particolare, dei suoi conti.   Il direttore  Pace avrebbe avuto una delega – in bianco? –  a compiere movimenti sui suoi conti.  Anche per  acquistare titoli in piena liberalità di scelta. Si è parlato di conti intestati a un cliente adoperati per coprire buchi nei conti di altri clienti; di conti ‘criptati’ o ‘cifrati’  sulla  cui gestione però il cliente non aveva in pratica informazioni. Eccetera.

Le stranezze non sono finite col commissariamento. Ad esempio  la Bdt – per ammissione  dello stesso Marangoni – non si è mai preoccupata di avvalersi,  nel recupero dei crediti,  dell’immobile (valore 3 milioni, cioè quasi  1/3 del danno) da lui acquistato con l’assistenza della stessa Bdt in vista di quel mutuo mai concesso. 

 Marangoni insinua  che in qualche modo ci sia stato l’interesse da parte di qualcuno del Consiglio di Amministrazione della Bdt   di portare la Banca  in una situazione di difficoltà,  così da facilitare  il successivo acquisto da parte di terzi avvenuto poi, effettivamente,  col concorso – a fondo perduto – dello Stato per oltre 16 milioni di euro (c’è chi dice 30).

 

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