Trust e affidamento fiduciario

Trust e affidamento fiduciario

Piu’ il trust che l’affidamento
fiduciario. Si avviano verso una approvazione a maggioranza i
progetti di legge relativi ai due strumenti finanziari,
analizzati in mattinata dalla commissione Finanze dopo la prima
lettura in Parlamento. Un passaggio senza grandi scossoni che ha
confermato l’apprezzamento da parte dell’opposizione soprattutto
per il primo progetto di legge, licenziato con 10 voti
favorevoli, 6 astenuti e un contrario, rispetto al secondo, che
ha ricevuto 10 voti favorevoli, ma tre contrari e quattro
astenuti.

Si tratta di una “legge importante, che si avvale dei
contributi delle banche e di alcune categorie economiche”, prende
parola il segretario di Stato per le Finanze, Gabriele Gatti,
illustrando la normativa che aggiorna l’istituto del trust. “La
filosofia- aggiunge- e’ nuova e puo’ permettere di sviluppare il
settore”. Gli apprezzamenti sono bipartisan. Il Partito dei
socialisti e dei democratici, con il consigliere Stefano Macina
definisce il progetto di legge “piu’ che condivisibile e
opportuno”, dato che si tratta di un “settore di nicchia
interessante”, e chiede di puntare sulla qualita’ e sulla
formazione. Dal Partito socialista riformista sammarinese, SIlvia
Cecchetti afferma: “Confermo le valutazioni positive date in
prima lettura.
Il distinguo piu’ evidente arriva
invece da Pier Marino Mularoni, dei Democratici di centro. Che
prima si stupisce di come “tutti ora vedano nel trust uno
strumento fondamentale, mentre solo qualche anno fa ne ridevano”.
E poi stigmatizza il mancato coinvolgimento di professionalita’
sammarinese. Il progetto di legge, attacca, “e’ stato elaborato
fuori territorio ed e’ stato accettato in toto dal segretario di
Stato Gatti”. “Questo progetto di legge- conclude Mularoni-
funzionera’ solo se accompagnato da provvedimenti fiscali e in
assenza di dubbi interpretativi nel rapporto con l’Italia”.

Compatta la maggioranza, con Marco Gatti del Partito
democratico cristiano sammarinese che sottolinea come il trust
non sia stato stravolto, ma “integrato per renderlo piu’ chiaro e
appetibile”, anche fuori Europa.

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