AL TEATRO TITANO ALESSANDRO BERGONZONI
NESSI
Venerdì 14 marzo 2014 – ore 21.15 – al teatro Titano in scena ALESSANDRO BERGONZONI con il suo ultimo, e nuovissimo lavoro teatrale NESSI.
Scrittore originale, drammaturgo e interprete fra i più interessanti della scena teatrale italiana, artista innovativo, pensatore ironico, enigmatico intellettuale: Bergonzoni è tutto questo e molto altro ancora.
L’autore bolognese prosegue il suo personalissimo percorso di ricerca teatrale e linguistica spinto dalla necessità di dire e, al contempo, di sconfinare dai territori artistici conosciuti alla ricerca di orizzonti sempre nuovi e diversi, di attraversare, in costante movimento, i territori del comico, del non senso e dell’assurdo per sfuggire alle insidie del reale e trovare nuovi punti di vista da cui osservare ogni cosa con prospettive diverse.
La visione stereoscopica di Bergonzoni è diventata in questi anni materia sempre più complessa, poetica, comicamente eccedente e intrecciata tra creazione-osservazione-deduzione. Ma la qualità delle visioni bergonzoniane, e la conseguente messa in scena, ci conducono a quel personalissimo svelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta, molte volte anche grazie ad una risata, dallo stupore alla rivelazione.“L’obiettivo è anche quello di arrivare a cambiare la risata – spiega l’artista – noi ridiamo male. La consapevolezza passa anche attraverso la comicità consapevole” Dopo il dirompente successo di “Urge” il precedente e stra-replicato spettacolo e aver percorso “L’amorte” la sua prima raccolta di poesie edita da Garzanti, una scrittura piovana, anfibia e incrociata, di chi si sente «più autorizzato che autore, più scritturato che scrittore, perché il pensiero è frequenza e a noi è concesso captarla, accoglierla, farla abitare», adesso insegue quella che definisce: «Invocazione che diventa spettacolo: fare nesso con chiunque senza precauzione. Siamo tutti chiamati nell’albo degli invocati». E ancora: «Il problema non è credenti o non credenti, vedenti o non vedenti, ma veduti e non veduti e creduti e non creduti: siamo tutti fili addottivi. Vogliamo riconoscerci?».
L’inizio: sul palco tre incubatrici per svezzare le “parole premature” a cui un Bergonzoni-ostetrico presta amorevoli cure e travolgenti monologhi…
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