Non sono pochi i sintomi di malessere manifestatisi all’interno della maggioranza.
Fin da subito ha palesato problemi numerici e spesso per rimanere in piedi lungo il percorso ha dovuto ricevere sottobanco il soccorso del “bianco fiore”.
Da un pò di tempo a questa parte però le difficoltà sembrano non essere solo numeriche ma anche politiche. Infatti dissapori personali e soprattutto divergenze profonde su alcuni temi scottanti, lo stanno a dimostrare.
D’altronde il fatto che, a fronte dell’avvenuta approvazione della nuova legge elettorale che favorisce le aggregazioni nessuna delle forze politiche di maggioranza abbia ancora pubblicamente confermato che la futura coalizione, più o meno aperta ad altri contributi, sarà quella che sorregge l’attuale Governo, la dice lunga sul malessere diffusosi nella maggioranza.
Anche l’affannosa ricerca di nuovi partners disposti a puntellare il Governo è sotto gli occhi di tutti e suona come fallimento della maggioranza. Addirittura sembra che chiunque possa andare bene, purché divenuto mansueto, anche chi nominalmente, al momento dell’insediamento del Governo, ha votato contro il programma della Maggioranza e contro i componenti dell’Esecutivo. Se non è difficoltà questa ci si chiede che cosa sia.
E che dire della convocazione di una conferenza stampa al ritorno dalle ferie, presenti i rappresentanti delle tre forze politiche, per annunciare solennemente ai sammarinesi che il Governo è coeso. Se moglie e marito vanno d’accordo non c’è nessuna necessità di sbandierarlo ai quattro venti, si vede.
Ma è di questi giorni forse il fatto più clamoroso, più evidente, più eloquente rispetto alle difficoltà della coalizione di Governo.
Infatti, il Segretario di Stato alla Giustizia che da molti mesi lavora sulla legge del cosiddetto giusto processo, dopo avere avuto confronti con tutte le forze politiche e con l’Ordine degli Avvocati e Notai, dopo aver avuto il via libera dalla Commissione Consigliare competente, dopo avere annunciato ai sette venti l’arrivo in Consiglio Grande e Generale in seconda lettura della proposta di legge da tempo attesa, ha visto infrangersi il suo sogno perché stoppato dagli alleati, una componente dei quali di quella legge proprio non ne vuole sapere, mentre l’altra componente tace e se non tace sopporta, come gli succede sempre più spesso. Le scuse addotte dallo stesso Segretario alla Giustizia, secondo cui la proposta di legge sarebbe slittata perché la sessione consigliare prossima sarebbe affollata di argomenti, sono a dir poco patetiche.
Peggio di così il Governo e la maggioranza non potrebbero essere messi. E come al solito il Paese paga per tutto questo; paga con il prezzo dell’immobilismo e dei ritardi rispetto agli innumerevoli problemi che avrebbero invece necessità di soluzioni concrete e rapide.
Anziché pensare alle cose da fare e al confronto programmatico, in una logica di prospettiva legata anche ai dettami della nuova legge elettorale, c’è chi, preoccupato ancora una volta di perpetuare all’infinito l’occupazione della poltrona, caldeggia l’ampliamento della maggioranza con qualche ”puntello”.
Siamo di fronte ad un’ottica miope, politicamente asfittica e senza credibilità. Forse si allungherebbe l’agonia del Governo, di certo si aggraverebbe la già difficile situazione del Paese.
San Marino 12 Settembre 2007
L’Ufficio Stampa