Universita’ protagonista di uno studio sperimentale, asfalto con materiale riciclato

Universita’ protagonista di uno studio sperimentale, asfalto con materiale riciclato

UNIVERSITA’ PROTAGONISTA DI UNO STUDIO SPERIMENTALE PER UNA NUOVA ‘MISCELA’ DI ASFALTO, CON MATERIALE RICICLATO

Il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile porta gli studenti al centro di una ricerca nel campo dello sviluppo delle tecnologie ecosostenibili
Via a un nuovo studio sperimentale dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino nell’ambito dell’Ingegneria Civile, e per la precisione nel campo dello sviluppo di tecnologie ecosostenibili per la costruzione delle strade, con l’obiettivo di definire una ‘miscela’ di asfalto in grado di utilizzare in misura sempre più ampia materiali altrimenti destinati alla discarica. Il 16 maggio scorso è iniziata a proposito una collaborazione con la Cooperativa Braccianti Riminese, che metterà a disposizione dell’Ateneo il suo impianto produttivo di Pietracuta, in provincia di Rimini, per le ricerche legate all’iniziativa.
A occuparsi della progettazione in laboratorio e delle altre operazioni coinvolte sarà uno studente dell’ultimo anno del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile, Stefano Silvegni, che andrà così ad applicare le nozioni teoriche acquisite durante il suo percorso di studi.
”Lo scopo principale del progetto – afferma a proposito Andrea Grilli, ricercatore dell’Ateneo – è quello di giungere a una miscela a uso stradale prodotta a freddo e contenete un alto quantitativo di materiale fresato opportunamente trattato, proveniente dalla demolizione di vecchie pavimentazioni stradali”. Grilli rileva che l’applicazione di queste tecniche è diventata sempre più importante per il territorio, “dove le montagne naturali vengono frantumate per la produzione di aggregati di cava e contemporaneamente altre montagne artificiali si generano dal continuo stoccaggio dei materiali di demolizione”. Il progetto, precisa inoltre il ricercatore, “nasce dalla volontà condivisa di introdurre nuove tecniche di produzione e costruzione che possano ridurre l’impatto ambientale dei siti di stoccaggio e dei sistemi di produzione, creando delle valide alternative progettuali agli enti pubblici gestori della rete stradale”.

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