Upr: San Marino non doveva astenersi all’Onu sulla Palestina

Upr: San Marino non doveva astenersi all’Onu sulla Palestina

L’Unione per la Repubblica (UPR) esprime il proprio disappunto sulla scelta del Governo di astenersi – nel corso della recente votazione alle Nazioni Unite (ONU) – in merito alla richiesta formulata dalla Palestina di divenire Stato osservatore.
La decisione di astenersi su questa risoluzione è stata un passo falso del governo uscente.
Un passo falso che cozza, tra le altre cose, con le sensibilità che storicamente qualificano una componente della nuova maggioranza.
Le spiegazioni fornite al termine della votazione rafforzano peraltro l’impressione di come sia stata gestita la questione, sottovalutandone l’importanza e gli effetti.
Il grande sostegno della comunità’ internazionale, certificato peraltro dall’esito della votazione sulla risoluzione, adottata con 138 voti a favore, 9 contrari, 41 astensioni fra i 193 membri dell’Assemblea, evidenzia come l’argomento fosse rilevante, lasciando poche incertezze sulla posizione da tenere.
L’astensione della Repubblica di San Marino rappresenta una nota stonata nell’ambito delle relazioni internazionali.
E’ sufficiente ricordare la grande attenzione con cui sono state sempre seguite le vicende mediorientali e lo sforzo che il Paese, in seno alle Nazioni Unite e anche in altre Organizzazioni multilaterali, ha portato avanti per la difesa delle minoranze, la tutela del principio di autodeterminazione dei popoli e, ancora con maggior vigore, contro la pena di morte. La Repubblica di San Marino negli anni è stata sempre in prima fila sui temi internazionali, evitando posizioni di retroguardia.
Scorrendo negli annali sono molteplici gli atti di politica estera in cui ci siamo distinti per lungimiranza, capacità e determinazione.
L’avvio delle relazioni con la Cina e con Cuba e il riconoscimento degli Stati dell’ex Jugoslavia sono alcuni esempi che non vanno sottaciuti.
Esempi di scelte in politica estera che i vari governi della Repubblica hanno adottato, favorendo nel mondo l’immagine di un piccolo Stato comunque attento all’evoluzione dei tempi.
La politica estera è, per sua natura, un tema su cui si misura il grado di coesione di uno Stato e, nel contempo, la capacità di essere protagonista attivo rispetto ai processi in corso nelle organizzazioni multilaterali di cui è membro.
L’astensione su temi di principio è sempre una decisione pavida e ambigua.
Ed è ancor meno comprensibile nel caso specifico della Palestina, perché disattende l’esistenza e i diritti di un popolo, la sua aspirazione ad una terra propria e contraddice quell’impegno per la pace per il quale il nostro Paese si è costantemente adoperato.
Nel confermare le forti perplessità sulla decisione del Governo di astenersi auspichiamo che, nella legislatura appena iniziata, la maggioranza abbia la volontà e – soprattutto – la capacità di cercare il confronto sulla politica estera e internazionale in seno al Consiglio Grande e Generale.
Evitando prese di posizione che non rispecchiano la tradizionale linea in materia di politica estera tenuta dal nostro Stato.

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