Upr: Senza uscita di sicurezza. La crisi dell’economia e della occupazione

Upr: Senza uscita di sicurezza. La crisi dell’economia e della occupazione

“SENZA USCITA DI SICUREZZA”
( A dicembre 2011 raggiunta la punta di 1.115 disoccupati )
Il bollettino emesso ieri dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica tratteggia uno scenario inequivocabile.
I principali indicatori economici e sociali confermano l’inarrestabile consolidamento di un trend sempre più precario a cui non corrisponde la benché’ minima indicazione di una netta “uscita di sicurezza” da parte del Governo.
Il totale delle imprese presenti ed operanti in Repubblica, a dicembre 2011, segna il – 5,6% su dicembre 2010.
I disoccupati ammontano a 1.115 unita’ e – dato ancor più allarmante – la fascia anagrafica che conta il maggior numero di disoccupati e’ quella dai 20 ai 29.
Nel periodo gennaioottobre 2011, oltre 521 aziende hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per un costo pari a 5 milioni di euro.
L’indice generale dei prezzi al consumo, infine,  nel mese di dicembre 2011 ha segnato una variazione del +3,1 %.
E’ assolutamente inconfutabile la portata di questi numeri.
Sono poi, altrettanto,  inconfutabili le bocche cucite del governo sulla sblocco della trattativa con l’Italia.
Non a caso si e’ interrotta la cantilena degli ultimi tre mesi con cui si sosteneva che gli accordi fossero sempre più vicini.
Da giorni non si parla più delle situazioni pendenti su alcuni istituti di credito.
Anche su questo argomento si e’ passati da un diluvio di parole al silenzio.
E’ difficile pensare che questo mutismo possa coincidere con l’arrivo di soluzioni positive a breve.
La verità’ e’ che l’attuale maggioranza e’ totalmente paralizzata.
Paralisi che si confermerà’, nelle prossime settimane, come un tappo su una pentola che sta per esplodere.
Dietro il comodo scudo del Patto si giocano veti, divisioni interne alla coalizione e, soprattutto, agli stessi partiti.
Da mesi ribadiamo che ci vuole un armistizio fra tutte le forze politiche che apra la strada ad un governo di unità nazionale.
Un governo basato su pochi punti per poi lasciare la parola ai cittadini.
Di fronte alle emergenze con 30 voti non si va avanti.
Neanche “l’estremo e “generoso” atto compiuto dal trentunesimo consigliere accodatosi nella maggioranza e’ stato in grado di portare serenità’ e solidita’.
Italia, pacchetto antimafia, Banca Centrale e disoccupazione sono i punti su cui trovare una forte intesa politica aperta al mondo dell’economia e del sociale.
Di fronte agli episodi che hanno ammaccato – anche recentemente – la nostra credibilità’ di Stato occorre aprire gli occhi.
Accettando anche pesanti verità.
C’è purtroppo sfiducia nei confronti del nostro Paese anche per l’assenza di scelte serie e di segnali politici adeguati.
Occorre una uscita di sicurezza abbandonando quella sterile cocciutaggine dettata solo dalla preoccupazione di perdere le proprie rendite di posizione.
Il superamento dell’attuale palude passa solo attraverso la strada della solidarietà’ nazionale.

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