San Marino è vissuta al di sopra delle proprie possibilità, il potenziale attrattivo del nostro sistema è stato l’essere “border line” su molte questioni legate al flusso di capitali, al flusso di merci, al flusso di “carta”. Lo testimoniano i capisaldi enunciati nel 1997 dall’ANIS per definire i pilastri della nostra economia: 1. segreto bancario; 2. anonimato societario; 3. differenziale fiscale.
A questi in realtà occorre aggiungerne un quarto che, per pudore, l’ANIS non ha mai enunciato: 4. uno Stato leggero nei controlli e nella regolamentazione, ma saldo politicamente attraverso le pratiche clientelari più nefaste.
Oggi, dopo l’ennesima bolla speculativa, il capitale globale si trova costretto a pagare i debiti a se stesso, e per pagare ci vuole quella liquidità che negli anni è stata immobilizzata, dispersa nelle speculazioni e nelle sperequazioni retributive.
Il meccanismo di crescita del capitalismo non si è semplicemente inceppato, ma sta arrivando a saturazione ed i riflessi della sua saturazione sono piombati su San Marino in modo inesorabile e da molte direttrici: affare Delta, scudo fiscale, G20, istituzioni fiscali italiane, crisi economica globale.
Sinistra Unita non vuole recitare la parte della cassandra ma è nella sua natura informare ed allertare i cittadini sulla delicatezza del momento e sui possibili effetti a valanga, da scongiurare con tutte le forze.
Ma solo con la conoscenza delle situazioni e con una corretta e completa informazione si può chiedere ai cittadini responsabilità ed impegno per affrontare saldamente passaggi critici come quelli che stiamo vivendo.
Solo con la consapevolezza si può disegnare un progetto comune che oggi al Paese manca.
Un progetto che deve andare al di là degli schieramenti, con l’unico obiettivo della difesa della nostra sovranità, anche con il sacrificio e l’abnegazione.
Un progetto comune per San Marino che oggi manca perché la classe che governa politica e economia sta pensando solo a salvare se stessa.
Lo scontro Banca Centrale – Governo, che rischia di paralizzare il Paese, è solo l’ultimo elemento che evidenzia una pericolosa schizofrenia del Potere.
Il Governo, capace solo di produce comunicati tesi a minimizzare e a nascondere il baratro che si sta aprendo sotto il Paese, sette mesi fa nominava Biagio Bossone Presidente di Banca Centrale facendosene vanto, oggi di fatto lo sfiducia; e lo fa omettendone le reali motivazioni e non si pronuncia su come intende superare la crisi.
E’ giunto il momento di frenare la corsa verso il baratro, è giunto il momento di mettere da parte chi ci ha portato in questo degrado e lavorare per costruire un Paese che possa apprendere dai propri errori e che possa utilizzare la propria sovranità attivamente in un contesto di regole certe e paritarie.
Chiediamo che ogni forza politica pretenda un passo indietro da tutti coloro che hanno ricoperto ruoli di responsabilità, sia perché chi ha creato il sistema non può cambiarlo, sia perché solo attraverso gesti generosi si può ritrovare fiducia nella politica.
Chiediamo un impegno comune per l’istituzione di una Unità di Crisi per traghettare il Paese fuori dalle difficoltà.
Se ciò non avverrà, se la maggioranza continuerà a minimizzare smentendo se stessa e le sue promesse elettorali, se si continuerà a mettere la testa sotto la sabbia, se ci si nasconderà ancora dietro al gioco degli schieramenti e delle etichette di un passato remoto allora il baratro sarà difficile evitarlo.
Sinistra unita
9 febbraio 2010