Vaccinazione eterologa, Dr Manzaroli: “Importante avere i dati per decidere la strada migliore”

Vaccinazione eterologa, Dr Manzaroli: “Importante avere i dati per decidere la strada migliore”

Rispondo con un articolo alle decine di sollecitazioni che il mio precedente intervento su questo tema ha suscitato.

C’è molta preoccupazione fra la popolazione che non riesce a capire cosa sta succedendo e quali siano le strade migliori da intraprendere.

L’arrivo di una nuova ondata di SARS-COVID19 lascia pochi dubbi sul fatto che ci troviamo immersi, e chissà per quanto tempo, in una grave pandemia provocata da un virus sconosciuto al sistema immunitario umano e che è capace di modificarsi e divenire più aggressivo e mortale.

I vaccini (vaccini al plurale) pur preparati in fretta, pur con effetti negativi, pur con le paure millenariste che hanno suscitato, sono l’unica arma al momento disponibile per salvare vite umane, evitare il collasso dei sistemi sanitari ed impedire la disgregazione dei nostri sistemi economici con effetti sociali ed economici potenzialmente devastanti.

Come noto, San Marino ha utilizzato in larga misura il vaccino a vettore virale Sputnik, ed in misura minore il vaccino a RNA Pfizer. I motivi della  scelta di Sputnik sono noti ed è inutile ribadirli.

La vaccinazione ha comunque fino ad ora funzionato abbastanza bene, riducendo quasi totalmente la mortalità, contenendo tutt’ora la contagiosità e, di conseguenza, l’incidenza di nuovi casi.

 

È stato fatto uno studio dell’Università di Bologna sugli effetti collaterali. È stato fatto uno studio con lo Spallanzani di Roma sulla risposta anticorpale. Empiricamente sappiamo che gli effetti collaterali sono stati in linea di massima modesti e la risposta anticorpale buona come ha testimoniato del resto dall’andamento epidemiologico dell’infezione. Bene, però… Sì, c’è un però!

A tutt’oggi questi dati scientifici, pur così rilevanti, non sono disponibili o, quantomeno, non sono stati resi noti. Una dimenticanza?

È complottista pensare che essi siano talmente buoni che qualcuno in Italia ha “consigliato” di non pubblicarli? Fantapolitica? Fantaeconomia?

In ogni caso L’Istituto per la Sicurezza Sociale, che immagino possieda anch’esso i dati, ha il dovere di renderli noti: li elabori immediatamente e li pubblichi. Avremmo qualche cosa di concreto e di non contestabile con cui argomentare a Roma e ancor di più a Ginevra all’OMS di cui siamo membri effettivi e dove il nostro voto vale 1 come quello degli altri Paesi membri.

E veniamo alla domanda che tutti ci poniamo.

Escluso in maniera categorica il ricorso, dopo sei mesi dalla vaccinazione completa Sputnik, ad un intero ciclo vaccinale con Pfizer come preteso da una circolare ministeriale italiana, ci dobbiamo chiedere: la terza dose è necessaria?

Si, è necessaria di fronte alla nuova ondata di infezioni che sta investendo molti Paesi specie europei, pur con incidenze non uguali. Dunque dobbiamo fare una terza dose perché è utile, perché al momento non ci sono alternative, perché è indicata dall’OMS e non perché ce lo impone l’Italia.

Omologa – cioè fatta con lo stesso vaccino delle prime due somministrazioni – o eterologa – cioè fatta con un vaccino a RNA? Questa è la domanda scientificamente più delicata.

Per prima cosa sarebbe utile informarsi presso gli oltre 70 Paesi che hanno utilizzato Sputnik per sapere come sono orientati, per conoscere  i loro dati epidemiologici, per valutare se ci sono studi di popolazione sul livello anticorpale anti SARS.COVID 19 a distanza di mesi dalla seconda somministrazione.

Abbiamo provato di venire in possesso di queste informazioni?

Questo studio, in ogni caso, sarebbe facilmente fattibile e di grande utilità nella nostra realtà con i suoi piccoli numeri. Se non interessa a qualche Università, lo possiamo fare anche da soli. Giusto? Forse lo potevamo avere già fatto. Giusto? Ma purtroppo assistiamo a molte comparsate televisive ed a poche scelte operative adeguate alla situazione.

Con questi dati sarebbe possibile fare scelte ragionate sulla strada migliore da percorrere: terza dose a tutti o solo a certe categorie? Omologa o eterologa? Questi dati inoltre sarebbero utili a noi ed alla intera comunità scientifica internazionale.

Non sfugge a nessuno infatti che se eterologo è meglio di omologo (come afferma qualcuno ma non tutti), questa dovrebbe essere la strada scelta anche dagli altri Paesi, non vi pare? Se invece eterologo vale solo per noi, allora non è un ragionamento scientifico ma una imposizione  e questo non è accettabile e non dovrebbe essere accettato.

Risulta comunque ampiamente incomprensibile, almeno per me, del perché di una tale indifferenza se non proprio ostilità del Governo italiano  verso una piccola comunità di sole 30.000 persone quasi tutte vaccinate (di fronte ai milioni di italiani che non hanno fatto neppure la prima dose) che da sola ha dovuto far fronte ad una minaccia grave ed ancora purtroppo incombente e che non costituisce sicuramente un pericolo di trasmettere l’infezione. Potrebbe essere vero il contrario visto che le zone limitrofe hanno il più alto tasso di non vaccinati.

Personalmente sono convinto che il nostro Governo abbia fatto bene ad introdurre un green pass sammarinese e penso che il Governo debba chiedere a Roma che il nostro green pass debba valere anche sul territorio italiano, indipendentemente dal tipo di terza dose somministrata.  Questo riconoscimento, nel contesto della reciprocità specificamente citata nei trattati in vigore fra i due Paesi, dovrebbe essere la premessa perché il green pass italiano sia riconosciuto valido anche a San Marino.

 

Dario Manzaroli 

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