San Marino. Ciavatta contro Farinelli in Commissione Sanità

San Marino. Ciavatta contro Farinelli in Commissione Sanità

I vaccini infiammano la Commissione Sanità

Botta e risposta tra il Segretario di Stato Ciavatta e la consigliera Farinelli (Rf)

E’ un Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta molto nervoso quello che nel pomeriggio in Commissione consiliare, urla, sbraita, insulta nel silenzio dimesso del presidente della Commissione IV, il democristiano Oscar Mina, che neppure si azzarda a riprenderlo, mentre dall’opposizione c’è chi, come Vladimiro Selva di Libera, interviene per stigmatizzare il contegno di Ciavatta dicendogli che un Segretario di Stato non può permettersi di usare le parole e i toni che lui ha usato. Il Segretario alla Sanità con un comportamento non certo consono alle istituzioni si era profuso in un feroce attacco diretto alla Commissaria di Repubblica Futura, Miriam Farinelli.

La scintilla che ha acceso le ire di Ciavatta, un ordine del giorno presentato dalla consigliera di Rf

Nulla di strano nei lavori della commissione. Ma quell’Odg non è andato già al Segretario di Stato che ha intimato urlando contro la Farinelli di ritirare l’ordine del giorno che era stato presentato. Ciavatta, in una delirante dietrologia, ha pure urlato alla consigliera di Rf di non farsi scrivere gli odg da Andrea Zafferani, non lesinando l’insulto al Consigliere non presente. Il che fa comprendere ancora una volta lo spessore e soprattutto il contegno del Segretario alla Sanità. Poi ancora urla all’indirizzo della Farinelli che l’ordine del giorno di Rf sarebbe pieno di falsità. In realtà nell’odg di falsità non ce ne sono, ma constatazioni e dati di fatto, che certo possono irritare la maggioranza, ma anche questo è compito dell’opposizione.

Odg che terminava esprimendo: “piena insoddisfazione per il riferimento del Segretario di Stato alla Sanità e dà mandato al Congresso di Stato di: a) esplorare tutti i canali per l’approvvigionamento dei vaccini disponibili ed autorizzati a livello europeo; b) concordare con l’Italia – alla luce del protocollo firmato – date certe e numeri definiti circa i vaccini che saranno a disposizione della Repubblica di San Marino; c) prevedere la convocazione della IV Commissione Consiliare Permanente, almeno due volte al mese fino al termine dell’emergenza sanitaria, in cui audire il Comitato Esecutivo dell’Istituto per la Sicurezza Sociale circa la gestione della pandemia da Covid 19 e gli sviluppi della campagna vaccinale”.

La lettura dell’ordine del giorno ha fatto quindi inalberare il Segretario Ciavatta che ha appunto iniziato a sbraitare e urlare all’indirizzo del consigliere Farinelli, che ha ribattuto che l’odg non conteneva affatto falsità che “la sostanza è che i vaccini non ci sono”.

Ciavatta si è poi giustificato, per le urla e i toni, affermando di essere un tipo sanguigno. Giustificazione che sembra fare il paio con quella della “figura retorica” del manganello, usata in altra circostanza. Giustificazioni che, tuttavia, cominciano ad accavallarsi un po’ troppo spesso.

Sta di fatto che Miriam Farinelli ha replicato che quelli usati dal Segretario di Stato “non sono né i modi né i toni, indipendentemente dal fatto che sia un tipo sanguigno, con i quali rivolgersi nei confronti di una persona, tanto più verso una donna, modi e toni nettamente fuori luogo”. Poi la maggioranza ha presentato un suo ordine del giorno che è stato approvato. Un odg volto a individuare “una strategia che punti alla massima copertura vaccinale di operatori sanitari e sociosanitari”.

Bocciato invece l’Odg di Repubblica futura. Su entrambi gli odg i commissari di Libera si sono astenuti. Prima dell’episodio finale delle urla il Segretario alla Sanità aveva parlato della situazione vaccini.

In questa fase, gli unici vaccini che è possibile reperire a livello globale sono quelli non approvati da Ema, né americani, né europei. Quelli li possiamo far venire già domani”. Ciavatta, visto le difficoltà nel reperire dosi da parte dell’Italia, mette la commissione di fronte a due possibilità: “Se vogliamo sbloccare la situazione abbiamo una o due strade. Una è quella ufficiale in cui formalmente nessuno si può svincolare dagli acquisti della Commissione europea”. Mentre “qualsiasi altra strada compromette la tenuta di quel protocollo”, prosegue. “Ma sono disposto a percorrerla, dato il fatto che i ritardi sono inaccettabili”, dice.

Di qui la proposta all’Aula: “Questo però significa che dobbiamo essere disponibili a ragionare di fare come altri Paesi in Europa- ci sono altri paesi in deroga ad Ema- perché se no, non saremo forse neanche in grado di approvvigionarci”.

Nel corso del dibattito emerge più volte il nome del vaccino Sputnik: il Segretario spiega che la strada è stata aperta anche su quel fronte, “ma forse l’autorizzazione Ema potrebbe non arrivare mai”. E l’idea di smarcarsi dall’accordo con l’Italia e l’Ue anche prende sempre più corpo: “Forse dobbiamo dire ‘cari miei, non possiamo rimanere senza’ prendendoci qualche libertà, come abbiamo già fatto con la farmacia internazionale”. Sullo Sputnik inoltre sono già state consegnate relazioni al Comitato bioetica e al Cers – Comitato Etico per la Ricerca e la Sperimentazione – e all’autorità sanitaria del Titano, “ma non hanno valore di approvazione, non sono un’agenzia regolatoria internazionale”. La scelta di “permettere a livello volontario di poter utilizzare vaccini certificati da Cers , Autorithy e comitato bioetica– chiarisce infine Ciavatta- ritengo sia una scelta politica”.

In sostanza, visto che il Segretario e il Governo non sono riusciti in un approvvigionamento tempestivo dai canali che avevano individuato – memorandum con l’Italia – ora, scaricando la responsabilità della scelta politica sul Consiglio, si dicono pronti a percorrere altre strade anche di vaccini, come lo Sputnik, non ancora approvati dall’Ema. Come dire: ‘volete il vaccino? Vediamo se siete disposti ad assumervi la responsabilità di prenderlo anche se non approvato dall’autorità Europea… altrimenti, poi, non lamentatevi’.

Una mossa politica che sa di scaricabarile. Il concetto viene ribadito nel comunicato serale del Congresso di Stato, che afferma che le Segreterie non hanno avuto nessuna inerzia nell’affrontare la questione e “il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta ha ribadito non solo tutte le fasi di questo lungo processo di mediazione politica, ma anche la disponibilità, nel caso venisse richiesto dall’intera aula consigliare, di percorrere l’ipotesi di rifornirsi di vaccini non approvati dall’EMA, qualora lo si ritenesse opportuno”.

Poi l’esecutivo aggiunge: “Quella alle vaccinazioni non è una corsa, non è una gara a chi arriva prima, e il senso di responsabilità impone la più alta e rigorosa cautela, muovendosi sotto il severo controllo delle autorità sanitarie europee e non agendo sotto la spinta di chi approfitta della vulnerabilità e delle preoccupazioni della popolazione per sollevare polemiche strumentali e pretestuose. La salute dei cittadini è una cosa molto seria, non uno strumento per fare politica”.

I cittadini, però, hanno compreso benissimo che in realtà è l’esatto contrario, tanto che c’è chi scrive: “La battaglia politica sulla salute è la battaglia più nobile che esista. Soprattutto quando la si fa avendo presente che è un Diritto inalienabile dell’uomo e che è principio fondamentale della nostra Carta dei Diritti che, a questo punto, mi chiedo in quanti la conoscano”.

 

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