Vargiu a San Marino con residenza o permesso di soggiorno. Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

Vargiu a San Marino con residenza o permesso di soggiorno. Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

La battaglia di Arzilli
per mettere fine all’attività, giudicata illegale, di Salvatore Vargiu

 Vargiu: il giallo della licenza ‘riesumata’ e della concessione
della residenza all’investigatore privato

Il segretario
all’Industria meravigliato che certi personaggi, non graditi a San Marino,
potessero muoversi in totale libertà e continuare a vivere in Repubblica

Giuseppe Maria Morganti 

Sulla storia dei pedinamenti si innesca anche la vicenda che il 6
maggio 2009 ha portato il Congresso di Stato a revocare la licenza alla
Cio. La vicenda, dai contorni poco chiari, nasce da un fatto di cronaca
che riguarda un dipendente della Cio stessa sorpreso dalla Gendarmeria
in atteggiamento sospetto dietro ad alcuni cassonetti nei pressi di
Fiorina (dove aveva sede la Fingestus). Vargiu sostenne all’epoca di
possedere specifiche autorizzazioni per svolgere l’attività di
investigazione sul territorio ricevute direttamente dal governo. Il
Segretario Arzilli reagì prontamente alla dichiarazione di Vargiu e
valutando illegale l’attività, propose la revoca della licenza. Ma solo
dopo pochi mesi Vargiu trovò il modo per tornare ad essere operativo,
acquistando un’altra licenza e intestandone le azioni alla moglie. Si
trattava della Sicurpol srl, che in realtà nasceva dalla trasformazione
della Protector srl, una società già esistente ma non operativa. Il 7
settembre (il giorno dopo la pubblicazione della denuncia da parte del
nostro giornale) il Segretario Arzilli dichiarò di essere “meravigliato
che certi personaggi, non graditi a San Marino, potessero muoversi in
totale libertà e continuare a vivere in Repubblica nonostante non
abbiano la residenza”. Si aprì così un altro inquietante capitolo.
Mentre l’8 settembre Arzilli dichiara la predisposizione di un
regolamento sulle agenzie di investigazione che di fatto bloccava
l’attività anche della Sicurpol, il 16 dello stesso mese, Vargiu si
lasciò andare ad alcune dichiarazioni pesanti dal tono ricattatorio.
Dichiarò di essere in possesso di tabulati e nomi di centinaia di
titolari di conti correnti accesi sul Titano da cui emergerebbe traffico
di denaro ed evasione fiscale e di aver ricevuto un incarico per
smascherare il voto di scambio alle ultime elezioni politiche. Arzilli
non si fece intimidire, presentò a nome del governo un esposto in
Tribunale teso a fare piena luce su un ulteriore, inquietante episodio,
quello della residenza a Vargiu. L’investigatore aveva infatti
dichiarato di risiedere in Repubblica presso una foresteria e che la
gendarmeria ne fosse al corrente. 

Il mistero si infittisce perchè l’unico organo che avrebbe potuto concedere
il permesso di soggiorno era invece il 
Congresso
di Stato
, ma dagli atti questo non risultava. Vi fu un rimpallo delle
responsabilità fra governo, gendarmeria e all’interno stesso della gendarmeria,
senza però approdare alla verità tanto che il giallo resta ancora tutto da
chiarire. Il fatto però dimostra come Vargiu in Repubblica godesse di protezioni
e conferma la frase scritta nell’ordinanza della Procura di Rimini in cui si
dice che il maresciallo
Enrico
Nanna
  fu presentato a Salvatore
Vargiu
  “da persona influente di San Marino diversi anni fa, e da allora
iniziò un rapporto di conoscenza che sfociò in amicizia e poi in
collaborazione”

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