In Vaticano a inizio 2012 si è creata una situazione che richiama quella vissuta dalla Repubblica di San Marino a inizio 2009, a seguito di specifica circolare della Banca d’Italia.
Il Messaggero: Bankitalia congela carte di credito, bancomat e Pos in tutto il Vaticano
ROMA – Nuovo «affaire» sulle finanze vaticane: da gennaio Oltretevere non si possono più effettuare pagamenti elettronici, in pratica il Pos con il bancomat e il circuito mondiale delle carte di credito. La novità è stata annunciata dalla Direzione servizi economici del governatorato e ribadita da una nota successiva della Ragioneria di Stato. Uniche forme di pagamento ammesse: i contanti, gli assegni e il bancomat dello Ior.
Lo stop è diretto alla Deutsche Bank Italia, che da anni gestiva il servizio. Fonti della Banca d’Italia spiegano che il Vaticano può avere tutti i Pos necessari alle sue necessità purché non con banche italiane, perché – ai sensi della normativa antiriciclaggio – sono soggetti extracomunitari non equivalenti a fini di vigilanza e, per l’appunto, di antiriciclaggio. Deutsche Bank Italia, che è un soggetto di diritto italiano e quindi vigilato da Via Nazionale, aveva aperto Pos in Vaticano senza chiedere la necessaria autorizzazione: solo nel 2012 ha presentato la relativa istanza, che però è stata respinta. Per questo è stata obbligata a disattivare i Pos in Vaticano. (…)
Ciò che stupisce le autorità di Oltretevere è che lo stop riguarda
denaro elettronico, perciò assolutamente tracciabile. E tuttavia, se
Bankitalia è scesa in campo potrebbe voler dire che i sospetti di irregolarità
hanno superato la soglia di sicurezza. A meno che, come sostiene Ranieri
Razzante, docente di legislazione antiriciclaggio presso l’Università di
Bologna, non sia un semplice problema di autorizzazioni emerso nell’ambito dei
periodici controlli attuati dalla Vigilanza.