Verso il nuovo contratto Pa a San Marino, ancora proteste degli insegnanti: “Proposta umiliante sintomo di una totale sfiducia nei docenti”

Verso il nuovo contratto Pa a San Marino, ancora proteste degli insegnanti: “Proposta umiliante sintomo di una totale sfiducia nei docenti”

Dopo quella ricevuta nei giorni scorsi, riceviamo e pubblichiamo una nuova missiva a riguardo delle novità sull’assunzione del personale docente a San Marino.

È prossimo alla sottoscrizione il contratto collettivo di lavoro per i dipendenti pubblici. A margine di questo c’è anche l’allegato 2 riguardante le “procedure speciali di assunzione a tempo indeterminato del personale educatore del nido per l’infanzia e del personale docente”. Ad una attenta lettura risulta subito chiaro che si cerca di far passare attraverso il rinnovo dei contratti una nuova procedura di assunzione, che per le novità che vorrebbe introdurre avrebbe richiesto ben altri momenti di approfondimento e di confronto che non ci sono stati e per questo la proposta risulta nebulosa e macchinosa. Fa infatti molto riflettere che con un provvedimento reso noto solo all’ultimo con la categoria interessata, si faccia passare il sovvertimento di tutte quelle norme che fino ad oggi hanno disciplinato l’assunzione dei docenti. Il tutto viene pensato, come dice l’art. 2: “al fine di assicurare un’elevata qualificazione professionale dei docenti delle Scuole di ogni ordine e grado”. Analizzando l’articolato, è invece evidente lo svilimento della figura dell’insegnante e della sua funzione attraverso l’introduzione di un’ingiustificata burocrazia che produrrà l’azzeramento delle fatiche sostenute nel lungo percorso formativo: a tutti i titoli che già dobbiamo possedere, non ultimo le abilitazioni (TFA) che hanno raggiunto un costo veramente esoso e gravante sulle famiglie, si aggiungono anni di prova, valutazioni di idoneità senza che ci sia chiarezza su che cosa si verrà valutati e da chi. È doverosa allora la domanda: è davvero questo che può elevare la qualità delle nostre scuole? 

A ciò si aggiunga che si creeranno, inevitabilmente, due tipologie di docenti, quelli del vecchio regime e quelli del nuovo regime, uno nella graduatoria ordinaria e l’altro in quella prioritaria. Ma quello che succederà nel mezzo non è molto chiaro, o meglio è di gran lunga interpretabile introducendo ulteriori elementi di incertezza. Per passare da un ordine di scuola all’altro sono necessarie norme chiare, è necessario riconoscere il lungo percorso che i più hanno già intrapreso e non è più accettabile aggiungere anni di prova su anni di prova, esami di idoneità su esami di idoneità. Tutte le norme precedenti, a iniziare dalla legge del ’79 e poi quelle a seguire, nella loro semplicità garantivano una partenza alla pari di tutti gli insegnanti, che poi in un percorso stabilito potevano progredire nella carriera secondo titoli e anni di esperienza. Come tutto questo sarà considerato? Non è davvero possibile accettare un sistema che non garantisca la partenza alla pari di tutti i lavoratori e nel quale non siano assolutamente cristallini i criteri con cui si accede ai PDR. 

Inoltre, con questo allegato, vorrebbero far passare tutto questo accontentandoci con l’incremento di posti di sostegno e un aumento in busta paga. Oltre al fatto che questi anni di prova parrebbero pagati meno, non risulta affatto chiara la procedura di stabilizzazione sul sostegno, sulla cattedra, sul passaggio tra le due. Anzi, pare si vada incontro ad un processo infinito, non richiesto a nessun altro pubblico dipendente e che inoltre darà vita a un altro tipo di precariato, fatto di anni di prova e idoneità. Inutile dire, ancora una volta, che ciò è assolutamente umiliante e sintomo di una totale sfiducia nei confronti del corpo docente di questo Paese, ignorando i buoni risultati che la nostra scuola è riuscita finora a garantire.  

Al giorno d’oggi è doveroso porsi la domanda su quale sia la scuola di qualità che vogliamo e quali siano i requisiti per metterla in atto. Ma è assolutamente inaccettabile far passare tale scuola di qualità con un allegato fumoso e interpretabile, sul quale la categoria interessata non ha potuto esprimersi adeguatamente, e con il quale si creeranno disparità tra i docenti, che non potranno più godere delle medesime possibilità. Chiediamo con forza di rivedere totalmente l’allegato 2 riguardante gli insegnanti. Siamo disponibili al confronto ma anche determinati a difendere, se necessario, con la mobilitazione la qualità della scuola e del nostro lavoro”.  

UNA RAPPRESENTANZA DI INSEGNANTI DELLE SCUOLE MEDIE, SUPERIORI E CFP



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