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PREMESSA
La ricerca storica non può distruggere
fino in fondo i miti
a meno di commettere
una sorta di suicidio:
tale è la potenza della immaginazione,
che la creazione di miti,
e la loro demolizione,
sono una delle linfe vitali della storia.Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Torino, 1991 (trad. di F. Salvatorelli).
Da qualsiasi strada si arrivi nella Repubblica di San Marino, al confine si è accolti dalla scritta: Benvenuti nell’antica terra della libertà. In effetti la libertà sammarinese ha un’origine antica. Medioevale. Nasce quando nascono altre Libertas nell’Europa cristiana. Un evento raro, ma non eccezionale attorno al Mille in alcune zone dell’Italia centro-settentrionale.
A differenza delle altre, però, la Libertas sammarinese è sopravvissuta e, col nome di Repubblica, è divenuta Stato. Stato fra gli Stati. Fino ad ottenere, sul finire del Novecento, un riconoscimento planetario quando è entrata nell’ONU, accolta per acclamazione dall’assemblea di tutti gli Stati del mondo.
Oggi la Repubblica di San Marino è conosciuta ormai universalmente come il paese della libertà. Si identifica, vista dall’esterno, con l’idea stessa della libertà.
Ebbene la libertà sammarinese, vista dai sammarinesi, pare identificarsi a sua volta col Santo da cui il luogo ha preso il nome.
La statua del Santo Marino, che si eleva altissima sopra l’altar maggiore al centro dell’abside della chiesa principale del paese, regge con la sinistra un cartiglio con la parola Libertas su cui punta l’indice della mano destra.
Questa statua ha preso il posto, nella prima metà dell’Ottocento, di un’altra, scolpita agli inizi del Seicento, in cui il Santo, con entrambe le mani impegnate a reggere il Monte Titano simbolo dell’intero paese, era incoronato come un Principe.
Siamo davanti a estemporanei atti devozionali o a manifestazioni di una credenza che potrebbe esserci d’aiuto nella ricerca del perché la storia, su questo cucuzzolo, ha assunto una piega così singolare?
San Marino, agosto 2001
Marino Cecchetti