William Giardi (Upr): sull’intervento del Professor Giorgio Petroni

William Giardi (Upr): sull’intervento del Professor Giorgio Petroni

Non amo alimentare un dibattito nato a seguito dell’intervento del Professor Giorgio Petroni, Rettore dell’Università degli Studi di San Marino, successivamente ad una intervista – rilasciata su una testata locale – da parte dell’ex Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione Fausta Morganti. Sento, però, il dovere di formulare alcune riflessioni a difesa del nostro “sistema”, mosso non solo dal mio carattere romagnolo – tratto distintivo della nostra comunità evidenziato bonariamente dal Rettore stesso – ma anche da una certa forma di sano nazionalismo. E’ noto che, nella nostra realtà, si possano quotidianamente incontrare, per strada o ai bar, Consiglieri o Segretari di Stato; così come è altrettanto facile che quest’ultimi ascoltino, i commenti, i suggerimenti ed anche le lamentele che i concittadini rivolgono loro.

Comprendo come per il Rettore, probabilmente abituato ad altre distanze esistenti in Italia tra la politica e la cittadinanza, sia difficile orientarsi in un sistema che a lui sembra estraneo nonostante lavori, e questo è un fatto assolutamente incontrovertibile, in Repubblica da diversi anni. Se, dopo tanto tempo, il Rettore non ha ancora compreso che a San Marino non c’è un Parlamento ma un Consiglio Grande e Generale e che la sua sede è il Palazzo Pubblico e non certo un bar, qualcosa non va. Non vorrei arrivare a domandarmi se, forse, non sia giunto il momento di riflettere sulla possibilità di porre al vertice della nostra Università un cittadino sammarinese. Da tempo alcuni punti chiave del nostro Stato sono guidati da forensi, ai quali va tributato un sincero ringraziamento. Ciò non toglie che oramai sia giunto il tempo di individuare, o perlomeno formare, concittadini che possano guidare responsabilmente i centri nevralgici della Repubblica. Concittadini che non solo conoscano meglio le nostre regole, ma possano anche comprendere il nostro “modo d’essere” evitando la facile ironia o battute irriguardose nei confronti delle nostre Istituzioni.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy