Zeppa (RETE): ‘Annunciata da giornate piovose, ecco giunta la tanto temuta deligittimazione dello Stato’

Zeppa (RETE): ‘Annunciata da giornate piovose, ecco giunta la tanto temuta deligittimazione dello Stato’

Annunciata da giornate piovose, ecco giunta la tanto temuta deligittimazione dello Stato.


Non che ce ne fosse bisogno, per carità. 
Si sono resi palesi parte dei discorsi che nei bar si trattano in maniera quotidiana.
 Ma ancora ci si arrabatta sui nomi e i cognomi, sul chi fosse andato a far footing con chi, piuttosto che incontri in taluni bar della Repubblica. Non sono altro che ingredienti che vanno a comporre la ricetta dello sfacelo di quello che fu lo stato sammarinese, esulando anche da persone fisiche e denotando quanto palese sia la mentalità abominevole che ci ha accompagnato sino ad oggi.
 Sfacelo che ha origini dalla notte dei tempi. Potrei dire tante cose in merito, del tipo: “era impossibile che un sistema oggettivamente limitato come quello sammarinese potesse avere un tale sviluppo in certi settori, se non perchè fosse stato drogato e dopato a dovere e sceso a compromessi con altro”. Oppure: “l’accettazione di un simile sistema, conti della serva alla mano, è servito a tutti per vivere nel benessere di plastica, artificiosamente costruito”. Potrei davvero continuare, ma preferisco tentare di analizzare altro. 
Non mi soffermo sul dibattito emerso in Consiglio dopo la lettura del memorandum della Commissione Consiliare Antimafia. Uno spettacolo indecoroso, che ha visto i “nominati” ed i “giudici di parte”, scagliarsi gli uni contro gli altri, utilizzando un’aula che è quella parlamentare, ossia quella in cui si dovrebbero (il condizionale è assolutamente d’obbligo) gettare le basi per uno sviluppo del paese. Invece divenuto per l’ennesima volta, certamente la più eclatante, il simbolo di attacchi personali nonché di grottesche scene poco edificanti. 
Quanta valenza ha ciò che ha apportato tale Commissione? Con quali criteri? Perchè si erge al di sopra delle reali funzioni di un Parlamento?
 Sono domande a cui tutti dovrebbero cominciare a pensare alle risposte. In maniera del tutto obiettiva. 
Personalmente non credo che si possa pensare che una Commissione Parlamentare possa indagare su se stessa, per un motivo molto semplice: in primis per il numero di persone esigue che compongono il Consiglio stesso; secondariamente poiché coloro che l’hanno composta fanno parte di partiti che negli ultimi 20 anni, sono stati alleati per poi diventare avversari; sono stati vicendevolmente maggioranza ed opposizione, con pochissimi ricambi di persone, se non i soliti burattini messi lì per dare l’idea di un rinnovamento (nei fatti) mai avvenuto.

Ergo vien da sé quanto sia oggettivamente impossibile che nessuno dei vari Consiglieri si siano mai accorti di ciò che accadesse al sistema drogato sammarinese. Ci vedo altresì, una chiara volontà di ricrearsi una verginità sociale per l’imminente tornata elettorale. La dimostrazione? A quanto emerge dai quotidiani, la numerose difficoltà nel reperire persone per formare le liste dei partiti maggiormente impelagati in tutto ciò. 
I criteri di interrogazione: nuovamente con tutti gli “omissis” presenti in relazione, si tendono a coprire le connivenze affaristico/esecutive di galoppini e fanti. Ancora si celano i nomi di coloro, le reali teste di ponte, che hanno concesso il totale libero arbitrio di poche persone di potere su cose afferenti lo Stato. Ossia la reale deligittimazione di esso per lo sviluppo di meri scopi personalistici, da cui la comunità non ha tratto nessun giovamento, ma per cui dovrà necessariamente pagarne ed espiarne le pene.
 Una Commissione che travalica il confine della separazione dei poteri, ingerendo in tal modo sulla sfera di competenza prettamente spettante ad un solo organismo: la Magistratura. Poi sul grado della sua reale indipendenza ci si potrebbe scrivere un tomo. 
Indubbiamente qualcosa andava fatto. Le numerose inchieste ancora aperte presso alcune Procure italiane, non potevano di certo lasciare indifferenti (ancora una volta). I rapporti di buon vicinato, così faticosamente ripresi per i capelli -ma sarà poi vero??- unitamente a quello che taluni chiamano “percorso di normalizzazione di rapporti tra Stati”, non consentiva ciò. Ma c’è modo e modo, e questo personalmente lo ritengo l’ennesimo escamotage alla sammarinese. Una relazione letta e relazionata nell’ultima seduta possibile prima delle elezioni è un chiaro segnale. La si poteva fare molto prima o anche dopo.
 Ed invece eccoci nuovamente giunti al pessimo teatrino dello straccio delle vesti, dove gli attori consumati sono gli accusati e gli accusatori. 
Eppure … eppure qualcuno che questo sistema mafioso lo denunciò da semplice cittadino esiste. 
Le nostre ospitate a Report, definite da moltissimi “faziose e di parte”, ove si assisteva alla ricostruzione di fatti ed eventi, talmente complicate da doverle rivedere diverse volte per capirne lo sviluppo, sono un esempio.
 SOPAF, il caso DELTA.

Le inchieste di giornalisti quale Galullo o Lelli, colpevoli per tantissimi di gettare ombre su un quadro talmente marcio da risultare poi essere dannatamente reale. 
I giornalisti Oddone e Fabbri, colpevoli di essere italiani e di sputare nel piatto dove mangiavano.
 E tutti i manifestanti che puntualmente si sono ritrovati durante eventi di caratura istituzionale, definiti da quelli che ben pensano, “i nemici dello Stato”.
 Sono solo alcuni esempi che spiegano benissimo che non tutti abbiamo voluto questo sistema. Che non tutti da quel sistema drogato e mafioso, hanno attinto a profusione. Che non tutti hanno avuto il timore di lanciare il sasso NON nascondendo la mano.
Quello che c’è di buono nella cittadinanza è emerso ed emergerà per forza di cose, semplicemente perchè più a fondo di così difficilmente si potrà andare. 
Tempo fa scrissi un articolo per il mensile Don Chisciotte, che più o meno portava scritto questo concetto: “E’ giunto il momento di non guardare più in faccia nessuno; i fautori ed i responsabili di una possibile rinascita, non devono fare chissà che cosa. Basta cominciare dalle piccole cose. Quando certi personaggi si avvicinano, bisogna iniziare ad ignorarli o meglio ancora ad alzare la testa e rispondergli a brutto muso, il che presuppone non prenderci il caffè assieme o darsi le pacche sulle spalle, millantando una conoscenza chissà quanto importante. Queste persone vanno esiliate. E devono pagare il fio per quello che da figure esclusivamente delegate della Cittadinanza hanno commesso, sputtanando una intera popolazione agli occhi di tutti”. 
Per cui: la Commissione il suo compitino lo ha svolto; ma ora spetta alla cittadinanza l’indignamento e il rialzare la testa.
 Spetta alla Magistratura l’analisi oggettiva ed imparziale dei fatti.
 Spetta ai sammarinesi tutti essere capaci di fare un mea culpa e ripartire. 
Le alternative questa volta ci sono, sarebbe da stolti non accorgersene. 
Legittimiamo uno Stato. Legittimiamo noi per una santissima volta.


 



Matteo Zeppa.



Movimento Civico RETE. 

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