San Marino. Sammarinese arrestato, il legale: “ignaro del mandato a suo carico”

San Marino. Sammarinese arrestato, il legale: “ignaro del mandato a suo carico”

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Sammarinese arrestato, il legale: “ignaro del mandato a suo carico”  

Antono Fabbri

E’ stato sottoposto ieri mattina, presso il carcere di Como, a interrogatorio di garanzia il 38enne sammarinese Nicola Albani, arrestato lunedì mentre si trovava in un hotel di Cantù, in vacanza sul lago di Como. Arresto in funzione di un provvedimento di custodia cautelare risalente al giugno 2015, mai eseguito e ancora pendente. 

“Albani ha risposto agli inquirenti – ha spiegato il suo avvocato Alessandro Petrillo del foro di Rimini – fornendo le sue spiegazioni. Il mio assistito – chiarisce poi il legale – non si è mai sottratto a nessuna cattura, anzi, se avesse saputo che a sue carico era pendente qualsivoglia provvedimento, si sarebbe presentato egli stesso dagli inquirenti. Semplicemente era ignaro che qualcuno lo stesse cercando, tanto che negli ultimi anni si è più volte recato all’estero e in Italia per varie ragioni: sportive, familiari e turistiche. Ha soggiornato spesso in diverse strutture alberghiere adempiendo alle formalità richieste senza mai essere fermato”.

“La moglie è venezuelana ed anche per questo ha effettuato più volte viaggi all’estero senza che alcuno alle dogane eccepisse nulla”, ha detto l’avvocato Petrillo. Il legale non entra nel merito dell’interrogatorio limitandosi appunto a dire che il suo assistito ha fornito le sue spigazioni.

Per ora il sammarinese resta sotto custodia cautelare, anche se la misura restrittiva, emessa due anni fa, riguarda una indagine ed un procedimento che per diversi degli indagati – all’epoca erano una quarantina – ha già visto l’epilogo, tra pattaggiamenti, in certi casi, o archiviazioni, in altri. Plausibile ipotizzare, quindi, che la vicenda per Albani, figura ritenuta non di spicco in quell’inchiesta, possa a breve avere un epilogo. 

L’indagine partita nel 2013, culminata con l’ordinanza del giugno 2015, era relativa ad un traffico di stupefacenti tra la Riviera e San Marino ed era stata denominata “Titano”. Tra gli indagati anche alcuni sammarinesi e residenti. Tra questi, dunque, anche Nicola Albani che, ha sottolineato il suo legale, era tuttavia ignaro della pendenza a suo carico.

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