San Marino. Fila nelle ‘podesterie’, Marino Cecchetti

San Marino. Fila nelle ‘podesterie’, Marino Cecchetti

Fila nelle ‘podesterie’

Marino Cecchetti

La nostra Repubblica nasce dalla civiltà comunale italica, caratterizzata da Consiglio e Consoli. Altrove, però, quasi ovunque la fase comunale durò pochissimo. Qui sopravvisse. A fine Ottocento il Palazzo Pubblico fu costruito sul modello di edifici italiani che si richiamano a detta stagione.

Già San Marino era stato additato, nella penisola, come un “prezioso ed antico cammeo” dal successore di Cavour, Bettino Ricasoli, che, contrariamente ai propositi di Cavour, lo salvò dall’annessione al Regno d’Italia.

Altrove in molti Comuni le turbolenze socio-politiche intestine indussero ben presto il Consiglio a sostituire i Consoli con il ‘podestà’: una persona esterna al Comune cui assegnarne il governo, confidando nella sua imparzialità, capacità e ragionevolezza. Fu l’inizio della fine, in quei luoghi, della stagione comunale.

San Marino non si è mai consegnato ad un podestà. Il potere, fin dal 1243, è sempre rimasto nelle mani dei Consoli o Capitani Reggenti. Cioè di sammarinesi. Anzi di sammarinesi ‘doc’, dato che solo questi, cioè i sammarinesi d’origine, sino all’altro ieri potevano assurgere a tale carica.

Negli ultimi decenni si è preso ad affidare la conduzione di branche anche cruciali dell’apparato statale  a persone esterne, cioè a ‘podestà’, fra l’altro provenienti dallo Stato di cui siamo enclave (Wafik Grais, in Banca Centrale, fu un’eccezione).

Un tempo solo il Commissario della Legge veniva dall’esterno. Nonostante che lo si attenzionasse da Palazzo costantemente nei suoi comportamenti, proprio da detti commissari ‘forensi’ – come nell’episodio alberoniano – sono venuti i maggiori pericoli per la Repubblica.

Oggi il Direttore di San Marino Rtv ci suggerisce chi fare Reggente! Oggi, per i politici sammarinesi è – quasi? – normale fare la fila nelle ‘podesterie’ col cappello in mano.

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