San Marino. La segreteria di Stato puntualizza sulla scala di rischio Covid degli USA

San Marino. La segreteria di Stato puntualizza sulla scala di rischio Covid degli USA

La Segreteria alla Sanità e Sicurezza Sociale tranquilizza su alcune notizie riportate a mezzo stampa negli ultimi giorni: “tutti i paesi europei sono considerati dagli USA Level-3, cioè paesi ad alto rischio di contagio e dove è sconsigliato viaggiare”

“La disinformazione e il bombardamento mediatico – spiega un comunicato della Segreteria alla Sanità – sono due dei più grossi problemi di questi tempi, ma certamente ci sono notizie che più di altre possono creare sfiducia nei cittadini, falsi allarmismi e contribuire a minare anche quella giusta credibilità che il nostro Paese si è costruito e conquistato con ingenti sforzi, oltre che con percorsi e progetti virtuosi, a livello Internazionale.   

“Se ti ammali a San Marino e hai bisogno di cure mediche, le risorse potrebbero essere limitate”.

“Il Center for Disease Control and Prevention degli USA classifica San Marino al più alto livello di attenzione, l’unico a Livello 3”.

E ancora: “Il rischio Covid-19 a San Marino è alto. Speriamo che le autorità preposte si facciano sentire con chi di dovere per correggere informazioni che, oltre a essere palesemente false, sono soprattutto una ulteriore mazzata al nostro turismo già così agonizzante.”.

Questi sono alcuni estratti di articoli apparsi su testate giornalistiche locali durante il weekend appena trascorso. Articoli che banalizzano gli ingenti sforzi messi in campo da tutto il personale dell’ISS e della stessa Segreteria alla Sanità, per rispondere in maniera adeguata all’emergenza Covid-19. Articoli che riportano alcune inesattezze, che siamo certi potranno essere rettificate dopo questa nota esplicativa.

In particolare:

–        la Repubblica di San Marino rientra, come altri 142 paesi nel mondo, la stragrande maggioranza su scala planetaria, al Livello-3, quello che consiglia di evitare tutti i viaggi internazionali non essenziali verso il nostro paese. Peccato che questo non sia il più alto livello di rischio posto come base di valutazione dal sito stesso. Con un controllo più approfondito sulle fonti si sarebbe potuto constatare facilmente come ben 55 paesi del mondo siano classificati come Level-4 (ben appunto, il più alto livello di rischio) che vieta (al contrario di sconsigliare) i viaggi internazionali verso quelle determinate destinazioni;

–        Nella classifica diffusa dallo stesso media americano, nessun paese europeo raggiunge il Level-2 di rischio, quello che prevede il graduale ritorno alla normalità, seguendo tutte le norme di prevenzione e le precauzioni per evitare nuovi focolai diffuse dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. In particolare, sono solo 9 i paesi della classifica stessa ad aver raggiunto questo traguardo e quasi tutti appartenenti all’area oceanica del mondo.

–        La stessa CDC riporta in una ricca pagina del suo sito i criteri con cui viene svolta la valutazione del rischio. In particolare si basa su due serie di criteri (primari e secondari), che contengono informazioni su:

  • trasmissione del virus all’interno di una destinazione (criteri primari);
  • capacità sanitaria e infrastruttura sanitaria pubblica all’interno di una destinazione (criteri secondari).

Come si sposta una destinazione da un livello ad un altro? Una destinazione può passare da un livello 3 ad un livello inferiore o non quando sono soddisfatti i criteri primari e secondari. Tutti i criteri sono valutati negli ultimi 28 giorni (seguendo i periodi di incubazione propri del  COVID-19). Il periodo di incubazione è il tempo che intercorre tra quando una persona è esposta al virus e quando sviluppa l’infezione, di solito da 2 a 14 giorni per COVID-19.

Quindi, quando si specifica che le “risorse mediche potrebbero essere limitate” non si fa riferimento a un mal funzionamento del servizio sanitario pubblico, ma a un possibile sovra-affollamento di persone malate da Covid-19 che lo stesso paese potrebbe presentare e che potrebbe impedire, in maniera condizionale, le cure stesse. Come si spiega altrimenti lo stesso criterio di valutazione (e pure le stesse parole) per paesi ben più importanti e dotati di strutture sanitare superiori a quella della nostra Repubblica, come ad esempio l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna? 

Ribadiamo in conclusione di questa nota stampa che la Repubblica di San Marino è un paese Covid-free ormai da diverse settimane. E prima di raggiungere questo traguardo ha dovuto, come giustamente riportato dagli articoli in questione, soffrire, riorganizzare l’ospedale, acquisire competenze che non erano presenti in territorio, piangere la morte di 42 cittadini.

Ma proprio per non rendere vani questi sforzi, oltre che per senso di appartenenza a una comunità e a una nazione con una storia ultra-millenaria alle sue spalle, bisognerebbe evitare di dare notizie sensazionalistiche, volte solo a raggiungere e incrementare la facile polemica.

Notizie che non perseguono in nessun modo il bene del Paese”. 

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