San Marino. Il Governo non ha trovato i soldi, chiesta tolleranza a BCSM

San Marino. Il Governo non ha trovato i soldi, chiesta tolleranza a BCSM

Il Governo non ha trovato i soldi e proroga il debito BCSM

Dalla delibera del 28 settembre emerge la difficoltà a piazzare i titoli sul mercato, e si chiede una “tolleranza” sulle scadenze a Via del Voltone

In altri tempi si sarebbe gridato allo scandalo e chi oggi è in maggioranza avrebbe organizzato serate pubbliche per gridare quanto è incapace un governo che non riesce neppure a restituire i soldi che deve alla sua Banca Centrale. Adesso, un po’ con l’alibi del Covid e un po’ la giustificazione della situazione difficile ereditata, addirittura si mette in delibera che il prestito internazionale, che doveva arrivare a fine luglio, ancora l’esecutivo non è riuscito a rimediarlo, e sembra si faccia finta di niente.

Così i Governo che no è ancora riuscito a piazzare i titoli del debito pubblico sul mercato internazionale, mendica, è il caos di dirlo, “una tolleranza” al cospetto di Via del Voltone, sul rispetto delle scadenze dei contratti di finanziamento. 

La delibera del 28 settembre n. 5, nel chiedere questa tolleranza a Bcsm, che nella sua magnanimità probabilmente concederà a fronte ovviamente del pagamento di ulteriori 276mila euro di interessi, rivela fondamentalmente due particolari non di poco conto: il primo è che l’Esecutivo fatica a trovare il prestito sui mercati internazionali piazzando i titoli; il secondo è che, qualora lo trovasse, non sarebbe destinato solo allo sviluppo, ma per buona parte servirebbe per pagare i debiti. Si legge infatti nel preambolo della delibera che la Repubblica di San Marino – segnatamente la Segreteria alle finanze per conto del governo – “è impegnata a reperire, mediante l’emissione di un Titolo di debito pubblico, risorse finanziarie per gli interventi a sostegno e rilancio del sistema economico e finanziario sammarinese, parte delle quali verrebbero impiegate anche per il rimborso dei suddetti contratti di finanziamento, la cui collocazione sul mercato internazionale, tuttavia, anche a causa di fattori esogeni, potrebbe richiedere tempistiche di attuazione non facilmente conciliabili con le immediate esigenze di rimborso delle sca- denze finanziarie in essere”.

C’è poi un altra cosa da capire a leggere questa frase. Quali sarebbero i fattori esogeni che rendono più difficile il piazzamento sui mercati del debito pubblico sammarinese? Difficile dirlo, anche se a vedere talune raccomandazioni degli organismi internazionali delle ipotesi si potrebbero pure azzardare. Volendole però per il momento accantonare, verrebbe da dire che l’attuale assetto istituzionale non gode di tutto quel credito internazionale che si vorrebbe far credere, il che, anche a livello di costo del denaro – ovvero interessi che il Titano dovrà pagare una volta contratti i finanziamenti sul mercato internazionale – vedrebbe percentuali potrebbero non essere così abbordabili.

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