San Marino. Sensazionale scoperta nella Grotta di Canepa

San Marino. Sensazionale scoperta nella Grotta di Canepa

Una nuova e sensazionale scoperta nella Grotta di Canepa (San Marino) dopo 20 anni di scavi e ricerche.

Da una recente esplorazione, effettuata da un gruppo di avventurieri e speleologi sammarinesi e italiani, è praticamente raddoppiata la parte conosciuta della Grotta di Canepa, arrivata ora a quasi 700 metri dentro il Monte Titano.

La cavità in questione presenta aspetti molto interessanti, soprattutto dal punto di vista geologico e biologico: stiamo parlando di una risorgente fossile collegata con tutto il sistema carsico e tettonico del Monte Titano nonché facente parte, assieme alla Voragine del Titano, alla Genga del Tesoro, alla Grotta del Filatelico e alla Risorgente dei Tubi, di un vasto e complesso sistema ipogeo.

La fauna ospitata da questo ambiente sotterraneo comprende alcune specie animali adattate alla vita di grotta, come Dolichopoda laetitiae, un ortottero caratterizzato da appendici lunghissime e una depigmentazione accentuata, oltre ad altre specie meno specializzate fra cui numerosi Ditteri, Aracnidi, Miriapodi e Pipistrelli.

A guidare la sensazionale avventura sono stati Fabio Bollini, speleologo sammarinese, e la fidanzata Pamela Romano, i cui prossimi obiettivi sono il consolidamento di una frana e tentare di proseguire nelle esplorazioni verso San Marino Città. Solo loro a raccontare in esclusiva a Libertas qualcosa di più sull’esplorazione della galleria sub circolare impostata lungo un interstrato di calcari di San Marino.

IL RACCONTO DI FABIO – “Ragazzi, voi non avete idea di che viaggio intergalattico abbiamo compiuto. Appena arrivati a casa, abbiamo subito aperto una bottiglia per festeggiare.

Finalmente, dopo vent’anni, la Grotta di Canepa ha ricominciato a regalare sorpreseriusciti a superare la mitica ‘Sala dei bivi’, sul ramo fossile (e attuale fondo della grotta) e ora la cavità è praticamente raddoppiata!

Un’avventura ai limiti dell’immaginabile, con il superamento di una frana da paura, con tre enormi massi in bilico sopra le nostre teste (i tre amigos), l’attraversamento di un tratto allagato, senza stagna ovviamente, poiché la situazione non era prevista, e il continuo superamento di ostacoli che ogni volta continuavano a regalarci magnifici ambienti e nuove gallerie.

Ci siamo infine arrestati su un tratto in cui avremmo avuto bisogno di attrezzature di scavo per passare.

L’emozione è stata pazzesca, soprattutto per il fatto che ci stiamo sempre più inoltrando nel cuore del Monte Titano, un luogo totalmente sconosciuto.

A guidarci, come sempre, è una misteriosa corrente d’aria che ogni volta inseguiamo non senza una certa difficoltà fra i blocchi delle enormi frane che ogni tanto incontriamo sulla nostra strada.

Canepa è una grotta molto particolare, si potrebbe dire si tratti di un unico budello che sale, serpeggiando nella montagna, in maniera anche molto divertente, intervallato da ambienti di modeste dimensioni, e con un infinità di ostacoli da superare, generalmente strettoie.

Molti pozzi o cavità ventose si celano sotto la Città di San Marino, a un paio di chilometri di distanza, tante delle quali purtroppo nascoste nelle cantine delle vecchie case del centro storico, per cui difficilmente esplorabili per svariati motivi. Ma non si sa mai, che in futuro, qualcuno di noi riesca finalmente a raggiungerne una, rubare qualche bottiglia di vino e compiere finalmente un viaggio che avrebbe davvero dell’incredibile.

Hanno partecipato Fabio Bollini, Pamela Romano, Roberto Gheorghita, Gabriele Ghiotti e Michele Fiorini. Purtroppo, questo giro non erano presenti Riccardo Stacchini, Piero Gualandi e Roberto Kavia, che hanno enormemente contributo all’ottenimento di questo risultato“.

IL RACCONTO DI PAMELA – “Una frazione di secondo. Tanto sarebbe bastato per farci perdere l’attimo in cui il pipistrello velocemente si è infilato in quella piccola frattura, ormai dimenticata da tempo, mentre per anni si è inseguito il rumore del fiume che si sente in lontananza.

La grotta ci ha mandato il suo segnale, ma lì per lì non ci abbiamo dato molto peso.

Di spazio non ce n’è molto alla Sala dei Bivi, era necessario scegliere dove parcheggiare tutto il materiale estratto: ironia della sorte, proprio davanti a quella che si è recentemente rivelata essere la prosecuzione principale del sistema… Da qualche parte bisognava pur metterli 20 anni di scavo!

Una volta atterrati al fiume, è bastato poco per capire che quella non era la via privilegiata dell’aria; lo speravamo, certo, e averlo appreso ci ha momentaneamente demoralizzati. Del resto, un tempo i metodi di disostruzione erano quelli che erano e questo fu uno dei motivi che spinse gli esploratori verso il fiume anziché nel ramo di destra, per aprire il quale occorreva ancor più tempo ed energie, o almeno così pareva… Ma si sa, le grotte hanno un gran bel senso dell’umorismo, e si fanno beffe delle nostre fatiche immani prendendo per giunta direzioni inaspettate. Come una bella donna possono protrarre il corteggiamento all’inverosimile, prima di concedersi, e non si concedono mai del tutto…

La parola d’ordine nella Grotta di Canepa è: strisciare. Sì, strisciare, quasi senza tregua per i primi 400 metri, facendosi piccoli piccoli, vietato ingrassare… Canepa non ti perdona un cambio di taglia e molti decidono di non ritornare.

Guardo Fabio e, per un attimo, me lo immagino 16enne (allora la Grotta era al limite del praticabile), quando quasi per gioco cominciò questa esplorazione: ha lo stesso entusiasmo oggi di quando entrava per lavorarci talvolta anche in solitaria e questa grotta me l’ha sempre raccontata come l’inizio di una passione che lo ha portato a vivere incredibili avventure.

E guarda un po’, stai a vedere che la più incredibile delle avventure ce l’avevi sotto casa e forse per ritrovarla dovevi prima andartene in giro per il mondo.

Proprio come in ‘L’Alchimista’, il tesoro tanto cercato era esattamente nel punto da cui il ragazzo era partito per lunghi viaggi di ricerca.

A testimonianza di quelle lontane giornate esplorative, il ritrovamento di un orologio eternamente fermo sulle 14.35, che ora solo a sfiorarlo si sbriciolerebbe in mille frammenti.

All’ingresso una targa commemorativa incastonata nella roccia a ricordo di Francesco, dedica che Fabio fece al fratello, giovanissimo, tragicamente scomparso in un incidente automobilistico di molti anni fa.

Le esplorazioni qui hanno subìto un vero e proprio cambio generazionale: in Sala Fiorini (dedicata ad Andrea Fiorini che per primo giunse lì) abbiamo appena assistito emozionati al passaggio di testimone dal padre al figlio appena 20enne, che tuttora ci accompagna con grande entusiasmo nelle esplorazioni.

Gli amici sono indispensabili: senza di loro, senza unire le forze, le barriere non sarebbero crollate. E le barriere sono state tante, ma proprio tante! Sì, perché a Canepa se non sei più che determinato, più che motivato, non andrai molto lontano. A volte succede così: sposti due sassi (quelli giusti) e ti si apre un mondo. I giochi si riaprono grazie a un piccolo buchetto dove infilandosi a testa in giù si intravede… ‘Continua! Continua!’. Non faccio che ripetere questa parola da ormai più di un’ora senza ostacoli davanti.

E ancora quell’emozione, quella di essere i primi esseri umani a illuminare qualcosa che comincia a esistere da quel momento, dal momento in cui viene osservata per la prima volta.

Da Canepa si esce in un sol modo: disintegrati…

Sala dei Bivi. Bisognava prendere a destra. Ci sono voluti 20 anni. Siamo partiti verso il centro della Terra delle Libertà!“.

 

Articolo a cura di ANDREA LATTANZI

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