L’Informazione di San Marino. Titano bond, tutto bene? Non proprio
Marino Cecchetti
Lo Stato si finanzia per 340 milioni di euro con titoli di debito pubblico (Titano bond). Tasso annuo: 3,25%; costo mediazione: 1%.
Emilio Della Balda, già Segretario di Stato alle Finanze, ha scritto: “E’ un duro colpo per lo Stato che dovrà pagare 11 milioni di interessi all’anno con l’aggiunta di 3 milioni di commissioni. E’ un duro colpo per l’economia sammarinese che in 3 anni registrerà una uscita di ricchezza pari a 36 milioni“. Il danaro non potrà essere utilizzato per aiutare il sistema bancario e quindi la economia reale, in quanto dovrebbe essere erogato all’utente finale a un tasso fuori mercato. Infatti, “in Italia, il nuovo BTP (titolo di debito pubblico) a 10 anni è stato aggiudicato ad un rendimento pari allo 0,604%; il BTP trentennale […] allo 0,177%“. Conclude Della Balda: “Chi incasserà le commissioni di 3 milioni avrà già brindato”.
Anche in Consiglio, sabato, c’è stato chi ha accennato a bottiglie stappate dai mediatori.
Nicola Renzi (Repubblica Futura), una ventina di giorni fa a proposito dei 150 mln prestati allo Stato dalla multinazionale Cargill, disse: temo che certe scelte “non vengano fatte da sammarinesi, ma da qualcun altro fuori di qui che, mentre ci guarda, ride”.
Insomma, per Renzi, Della Balda e altri, come già per Biagio Bossone, il Paese è ancora alla mercé di predoni esterni che, grazie a servitori interni, arrivano, spolpano e se ne vanno.
Stefano Giulianelli, Democrazia Cristiana, sabato in Consiglio ha proposto che anche in San Marino si possa investire in Titano bond. Per prima però – e “per una quota non inferiore a 55 mln” – li compri Banca Centrale, cui, Giulianelli, addebita “il fallimento totale dell’attività di vigilanza sul sistema bancario” da cui il nostro debito pubblico è derivato.