San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 12 febbraio 2024

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 12 febbraio 2024
COMUNICATO STAMPA
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE,  12-16 FEBBRAIO
-LUNEDI’  12 Febbraio –   Seduta  della mattina
La sentenza del processo Buriani-Celli ha occupato la seduta consiliare della mattina, in comma comunicazioni, riaccendendo lo scontro politico sul tema della giustizia e su quanto accaduto nella precedente legislatura derivato dal caso-Titoli. A lanciare il ‘sasso’ e animare per primo il dibattito è l’intervento, il secondo della mattina, del Segretario di Stato per la Giustizia, Massimo Andrea Ugolini che riferisce della condanna in primo grado dell’ex Segretario di Stato e del commissario di legge. Il dibattito si interrompe a fine della seduta e riprenderà nel pomeriggio.
Di seguito un estratto degli interventi della mattina.
Comma n.1  Comunicazioni
Lorenzo Bugli, Pdcs
Il periodo che stiamo vivendo è sicuramente uno dei più delicati della nostra storia recente. Un periodo caratterizzato da una forte incertezza dovuta alle guerre, come quella in Ucraina che ancora fatica a vedere una pronta risoluzione, o come quella in Medio Oriente, ci sono molte questioni aperte, come quella del canale di Suez che stanno creando difficoltà economiche all’Italia e all’Europa, e ci sono le stesse vicende europee, con la campagna elettorale ormai alle porte, le persistenti e corrette proteste degli Agricoltori. Quelle Europee saranno elezioni decisive, strategiche. L’Unione Europea sarà chiamata ad una vera e propria prova di forza. Anche gli storici alleati del mondo occidentale stanno attraversando una fase di criticità. In questo contesto, estremamente delicato, la politica è chiamata ad un compito difficile: promuovere la pace e la stabilità in un mondo uscito con grande sofferenza dalla pandemia, e che poi, si è ritrovato catapultato dall’oggi al domani in uno scenario di guerre, instabilità, crisi economiche, energetiche.
In mezzo a tutto questo, c’è la nostra piccola San Marino. La nostra amata Repubblica. Che in questi anni ultimi ha cercato di fare il massimo per risollevarsi dopo la pandemia e poi per riconquistare una stabilità che si credeva persa. La legislatura volge al termine, eppure alla politica resta in capo una grande responsabilità: compiere quello sforzo di sintesi e condivisione necessario a fare in modo che la confusione non prenda il sopravvento, proprio ora che il Paese ha bisogno di portare a a casa dei traguardi determinanti per il proprio futuro come l’Accordo di Associazione con l’Ue.  Anche durante l’ultima seduta del Consiglio Grande e Generale ho parlato dell’apertura di una rinnovata fase costituente. E’ una fase importante e necessaria, che ci porterà a rivedere, ridisegnare, ripensare alcuni assetti del nostro Paese indispensabili se vogliamo pienamente cogliere le opportunità di un’economia reale e aperta e di un mondo che corre. Per raggiungere questo obiettivo, in questa fase che come abbiamo detto estremamente delicata per la democrazia, abbiamo bisogno che emerga finalmente una politica con la P maiuscola, una politica matura, caratterizzata da tre elementi: verità nell’agire, capacità di ragionamento e azione. Tutti noi abbiamo la necessità di fermarci, riflettere, portando con ordine, e non con frenesia, questo Paese alle prossime elezioni, mettendo finalmente la parola fine alla partita dell’Accordo con l’Ue, e iniziando ad impostare un programma delle necessità impellenti del nostro Paese. Un Paese che non può più permettersi di rimanere fermo. Perché mentre oggi nel Comma Comunicazioni parleremo – anche a sproposito – di ammiccamenti, comunicati, controcomunicati, ripicche personali, dietrologie, il mondo attorno a noi va avanti. Come Paese, non possiamo più permetterci di perdere tempo per eccessi di frenesia, di farci trascinare in inutili scontri per rinfacciarci cose dette e non dette, cose fatte e non fatte. San Marino, in questa fase, ha bisogno di una comunità forte, solida, politicamente unita. Abbiamo bisogno di una politica rinnovata nel agire, capace di sedersi in mezzo ai cittadini, di ascoltarli, di confrontarsi con loro,, non di una politica che allontani i sammarinesi con lo spettacolo indecoroso di quella che assomiglia molto di più ad una soap opera, fatta di presunti scandali, macchine del fango, rimpalli di responsabilità. E’ una politica che personalmente ripudio. Non dobbiamo commettere l’errore di sprecare tempo in diatribe senza senso, basate su comunicati stampa quando nell’immediato ci sono risposte concrete da dare a settori strategici del nostro territorio.
Massimo Andrea Ugolini,Sds per la Giustizia.
Intervengo su alcune novità emerse in questi giorni rispetto a sentenze ed esiti di procedimenti giudiziari. Il primo elemento su cui va posta attenzione sono le memorie depositate dalla difesa di Francesco Confuorti nel fascicolo 500. Se da un punto di vista giudiziario aggiungono poco, hanno invece confermato come quella maggioranza di Adesso.sm, in cui c’era l’allora Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli, avesse una eterodirezione completa da parte di poteri esterni alle istituzioni. E’ stato lo stesso Confuorti a depositare all’interno del dibattimento del ‘caso Titolo’ la corrispondenza tra lo stesso e Celli, in cui addirittura si condividevano gli interventi fatti in comma Comunicazioni, all’interno di quest’Aula. Potremo andare a richiamare tutti gli interventi in Aula di allora, nel 2017, in cui Adesso.sm continuava a difendere in modo completo l’operato di quella Banca centrale, di Grais e Savorelli, ma da cui, alla fine della scorsa legislatura, qualcuno ha avuto il coraggio di prendere distanze. Poi il secondo  fatto da rimarcare sono le sentenze del commissario Sandrelli in cui sono giudicati Buriani Alberto e Celli Simone colpevoli del misfatto di tentata concussione, Buriani Alberto è dichiarato inoltre colpevole anche del misfatto di rivelazione del segreto d’ufficio e del misfatto continuato di abuso di autorità.
 La questione di carattere giudiziario farà il suo corso, ma colpisce che la delicatezza utilizzata nei confronti di questa pronuncia non sempre sia stata utilizzata per chi è stato giudicato, all’interno dell’Aula. Va bene tutto, però vedere dei comunicati da parte Rf dove, se da un lato si richiama all’assoluzione dei giornalisti, e dall’altra, rispetto la stessa sentenza, in cui viene confermata la tentata concussione, viene si attacca colei che non si è fatta intimorire dall’ex commissario della leggea, credo sia un atto da cui prendere le distanze. Catia Tomassetti e Banca centrale hanno avuto la forza di tenere la barra dritta in un momenti in cui per molti altri non sarebbe stato altrettanto facile farlo, hanno ridato crescita al sistema finanziario e messo in campo azioni perché non si continuassero a commissariare o chiudere le banche in modo illegittimo. E da questo punto di vista, se da un lato qualcuno si richiama all’assoluzione dei giornalisti, dall’altro è ostile e brutto richiamare che siano stati spesi soldi per dichiarare la propria innocenza rispetto archiviazioni infamanti. Ma d’altronde Rf ha sempre fatto difesa di ufficio rispetto quelle situazioni, e sappiamo quali sono state le posizioni prese in Commissione giustizia.
Ho visto che qualcuno fa già post relativi al non volere gli spettri del passato. State tranquilli, questa maggioranza ha pregi e difetti- e tra i difetti vi è sicuro la comunicazione- ma lavoriamo tanto e cerchiamo di risolvere i problemi del paese. Ma credo i risultati siano sotto gli occhi di tutti: i rapporti  con l’Italia si sono riallacciati in maniera forte e ai massimi livelli, abbiamo ridato crescita al sistema bancario e finanziario, i dati economici e il Pil sono in crescita, gli organismi internazionali hanno certificato operato e riforme fatte in questo periodo…  Se ci fosse stato Adesso.sm avrebbe fatto molti più comunicati stampa, noi pensiamo a lavorare per il paese e crediamo sia necessario continuare sul percorso delle riforme e sappiamo sicuramente che non ci sarà un ritorno al passato. Su questo non faremo un passo indietro. Ci vuole coerenza rispetto a tutte le politiche e i passi che saranno messi in campo. E’ opportuno continuare a concentrarci sulle cose da fare, sulle necessità del paese, ma sicuramente un ritorno al passato con chi continua a difendere e ad attaccare chi ha tenuto la schiena dritta non è accettabile, per quel che mi riguarda.
Alessandro Rossi, Gruppo misto
L’atteggiamento più corretto di fronte a quanto accaduto in questi anni sarebbe il silenzio e condivido, sarebbe stato più opportuno non fare neanche comunicati stampa sulla libertà di stampa. C’è tuttora incapacità di gestire crisi e conflitti e la necessità di portare tutto sul piano mediatico in modo violento, come avvenuto sulle ultime sentenze. C’è stata una narrazione complessiva di questo lungo periodo in cui non si è voluto ricercare la verità, ma si è concentrata sullo scontro tra i due fronti- per fortuna non appartenevo a nessuno dei due- senza andare a ricercare la verità su questo grande brutto periodo che mi auguro sia finito. E da quando sono arrivato qui dentro che chiedo di cambiare modalità di confronto in Aula, ma c’è sempre invece l’intenzione di voler rimarcare la differenza e di dire che si è stati più o meno bravi, senza avere invece visione per comprendere quanto è successo. Ovvero si è avuto il collasso di un’economia parassitaria cresciuta a dismisura e in modo ingestibile da parte di un piccolo Paese, siamo stati la pecora nera dei paradisi fiscali dell’Europa del sud. Mentre altri non sono stati nemmeno toccati, noi non siamo stati in grado di gestire una visione politica corretta e un ricambio generazionale corretto e a causa della grande conflittualità. E’ un paese che ha perso la maniera di agire in modo comune, mentre la forza di una comunità sta nell’operare insieme non nella forza del singolo, nel riuscire a cooperare e avere visione e qui manca tutto.
Michele Muratori, Libera
Tutto ruota sulla sentenza di primo grado prodotta in tribunale questa settimana, ma anche ai riferimenti ai tanti comunicati stampa prodotti dalle forze politiche in questo fine settimana. Se da una parte le sentenze le dobbiamo accettare e analizzare nel loro significato, è innegabile che la componete politica e la produzione politica fatta su certe sentenze non può avere una rivisitazione ogni settimana, modellandola sul proprio tornaconto politico o personale. Dopo la relazione della commissione di inchiesta, firmata all’unanimità, in cui era ‘scoppiata’ la pace, perché si era fatta analisi e riflessione di tutto quanto creato nella scorsa legislatura e negli anni passati, non si può ogni volta rivedere la verità e rimodellarla a colpi di maggioranza.
Mi riferisco alla censura fatta a qualcuno dei nostri banchi. Ma la verità è una sola: non ci possono essere più verità o sfumature. Libera- quella che era Ssd e Civico 10- ha mantenuto la schiena dritta quando nessuno in precedenza ha voluto mettere mani sul malaffare perpetrato nelle nostre banche. E allora non posso accettare questa ‘onestà intellettuale a fasi alternate’. Lo scorso anni era stato sottoscritto un Odg anche dalle forze di maggioranza che aveva fatto un’analisi compiuta di quanto successo, ma oggi ci ritroviamo un’altra verità e altre accuse che noi abbiamo dovere di rigettare, perché fuorvianti dalla verità, che sappiamo tutti qui dentro quale sia, e non la possiamo plasmare per interessi politici. La verità è una che Libera- Ssd e C10- hanno saputo mettere un punto a una situazione che stava degenerando e che non nasceva dalla scorsa legislatura. Rivendichiamo tutto quanto fatto nella scorsa legislatura, quando si è rafforzata la vigilanza, noi abbiamo protetto Banca centrale e le persone che hanno fato emergere verità e trasparenza. Non accetto che in base a quello che potrebbe emergere dagli accordi per la prossima legislatura ci sia una rivisitazione di una pagina triste della nostra storia. Sulle sentenze, siamo al primo grado e non voglio entrare nel merito, è chiaro che quello che è stato prodotto in commissione d’inchiesta ha dato il là a determinate dinamiche e ha fatto emergere quanto è successo.
Con il governo a fine corsa, le elezioni al massimo ci saranno a dicembre, ma mi auguro molto prima. Questo governo attualmente, con le sfide che ha di fronte, è in grado di fare il bene del paese? E’ stato fatto tanto per fare emergere situazioni torbide del nostro sistema bancario e se ci sarà volontà di continuare l’azione di trasparenza, Libera ci sarà sempre, solo con la reale verità, non se si vuole plasmare la verità in base ai propri tornaconto politici.
Aida Maria Adele Selva, Pdcs:
Esprimo un sincero ringraziamento a tutti coloro che si sono adoperati ieri per il ‘bomba day’, per il disinnesco dell’ordigno bellico a Ponte Mellini, a Serravalle. Io abito nel Castello di Serravalle e lo ritengo doveroso perché la macchina organizzativa si è distinta, soprattutto per l’attenzione ai cittadini più fragii. La mia stima e gratitudine a Protezione civile e Forze dell’ordine e a tutti coloro che si sono adoperati.
Ritengo poi di esprimere anche io alcune considerazioni sulla cronaca giudiziaria di questi gioni, no si può continuare a raccontare favole a cittadini e a occultare la verità e discapito del paese. Nonostante si sia cercato in tutti i modi che l’azione di sindacato promossa dalla Commissione affari di Giustizia nei confronti di un commissario della legge fosse giudicata inappropriata, nonostante il rigetto al Garante, la verità è finalmente venuta galla. Va bene, è una sentenza di primo grado, ma c’è una condanna e questo conferma l’infondatezza di alcune critiche mosse da alcuni politici alla Commissione affari Giustizia di questa magistratura. Non solo, una certa stampa attacca anche la Commissione di inchiesta. Ai consiglieri che volgono la verità riporto il trafiletto di una certa stampa che dice ‘la commissione di inchiesta sarà usata per fare fuori altri giudici e per rifilarci altre bugie’. Certa stampa non é libera, insinua a getta fango. Non vi è difficile sostenere vi sia premeditazione volta a nuocere a qualcuno, ma forse non si sono accorti che, in primis, danneggia il Paese.
Iro Belluzzi, Libera:
Sono stato stimolato già questa mattina dall’intervento del Segretario Ugolini. Non capita mai in Aula che il primo intervento sia di un Segretario di Stato su un comunicato di Rf, con cui non ho niente a che fare. Ma mi sembra una modalità brutta e non utile, la modalità di uno scontro funzionale solo alle campagne elettorali. La forza del suo intervento ha fatto trasparire il fatto che la politica ha scelto una fazione del tribunale, cosa che non deve essere fatto mai.
Le responsabilità non vanno verso una campagna elettorale dello scontro, in cui ognuno racconta una parziale verità, quella ad esempio di una parte di Banca centrale, modalità che mi hanno portato ad allontanare dal Psd. Da cittadino libero ho subito vessazioni di chi era all’interno di Npr, come ricordo che nella scorsa legislatura, quando c’era Adesso.sm, che venivo attaccato, dicendo che mi avrebbero scagliato altri magistrati. C’è una parte della politica troppo vicina a una parte della magistratura e spero che i passaggi fatti ultimamente, dopo la scelta del nuovo dirigente, permettano di tenere lontana la magistratura dalla politica e di non utilizzarla all’interno del Consiglio. Abbandoniamo gli errori nati negli anni 2000 che hanno permesso ingerenze politiche nel sistema bancario stesso, cercando di salvaguardare banche già fallite da tempo, e che hanno creato problemi lo stesso. Vere sono state le pressioni perché non venissero messe in liquidazioni banche. Non siano compiuti di nuovo gli errori degli ultimi 20 anni della storia della Repubblica nel settore bancario E’ nella condivisione della costruzione della Repubblica che si riesce a garantire futuro ai cittadini. Invece, dal segretario di Stato non una parola per il settore bancario che sta manifestando sotto il palazzo, che ha esigenze e rimostranze per un nuovo contratto, sulla denuncia del sindacato per l’aumento della mobilità, prima che diventi fattore di rischio.  Il mio è un invito a mettere da parte tutti gli elementi che ci hanno diviso per far emergere le migliori posizioni ed elementi per lo sviluppo che deriverà dall’accordo di associazione e attorno quegli elementi si costruisca una San Marino che ce la può e ce la deve fare.
Gian Nicola Berti, Sds agli Affari Interni
Non posso non spendere due parole sugli interventi dei consiglieri Rossi e Muratori. Il concetto auspicato da Rossi, del perdono, appartiene a tutti quanti e credo ciascun sammarinese sia disponibile a perdonare. Ma prima di arrivare a questo, ci sarebbe un passaggio, quello della verità, che invocava Muratori ma di cui lo stesso si ricorda solo i pezzi che gli fanno comodo. E credo si debba perdonare soprattutto a chi si vergogna e chiede scusa. Invece, leggendo certi comunicati stampa, mi sembra che qualcuno piuttosto ci sia repulsa al chiedere scusa. La verità si ricostruisce nei procedimenti penali dove si acquisiscono con le prove e non sarebbe male trasmettere alla commissione di inchiesta qualche atto nuovo che è emerso. Sulla verità sicuramente il nostro Paese manca. An he gli artefici principali della verità, gli organismi di informazione, hanno lacune piuttosto evidenti, l’informazione sammarinese non è professionalmente adeguata al sistema democratico, ma è legata a contributi economici che condizionano gli editori. E ce ne rendiamo conto quando leggiamo articoli su fatti che hanno generato danni per centinaia di milioni di euro  al Paese. E non c’è un riferimento, non c’è una spiegazione e quando si vede un giudice condannato non c’è una parola che spieghi bene quello che avrebbe fatto. Questa è la professionalità del giornalismo sammarinese. E’ tanto criticata la politica, ma almeno ha il merito di aver dato luce di verità a quanto successo di grave nel paese.
Succede quindi che un giudice è condannato per concussione e abuso di autorità, ma se guardiamo al perché operava così quel giudice, in quel modo, non era per interesse personale, ma per interesse di carattere pubblico che rispondeva magari ad esigenze di carattere politico. Ed emergono situazioni così sconvolgenti, che dovrebbero far sì che il consigliere Muratori, che si appella alla verità, dovrebbe andare a vedere cosa ha prodotto la difesa di Confuorti. E Confuorti è chiamato in giudizio per attività che hanno causato danni al Paese di svariati milioni, danni contro Asset, fondi pensione e Cassa risparmio.  E lei Belluzzi, che evoca chi sta manifestano qui fuori, ma lo sa che se certe persone non avessero spogliato l’economia del paese e le nostre banche, forse i contratti di lavoro sarebbero più adeguati?  Questo signore quindi è rinviato a giudizio per una serie di aspetti e ci si dovrebbe rendere conto che quelle imputazioni sono legate alle attività di Ccr, Cassa risparmio e gestione economica e finanziaria del paese. E cosa ha pensato la difesa di Confuorti, quando Celli viene a dire ‘io non sapevo chi fosse’?  Ebbene  ha tirato fuori una serie di mail che come Segretario agli Interni voglio mettere a disposizione di tutti i gruppi, è doveroso in quest’Aula avere consapevolezza di cosa è successo, ovvero qualcuno esercitando un potere esecutivo dello Stato ha tradito gli interessi stessi dello Stato. E avremo modo di vedere qui che forse-forse il Ccr era uno strumento nelle mani di Confuorti. E quando in quest’Aula si diceva che quel governo poteva essere eterodiretto si rispondeva ridendo ‘ma chi è questo Confuorti’?. Libera ha sì staccato la spina nel 2019, ma questi atti erano del 2017 e in due anni sono stati generati danni per centinaia di milioni di euro.
Emanuele Santi, Rete:
Quando siamo di fronte a delle condanne, seppur di primo grado, in quest’Aula dobbiamo permettere che la giustizia faccia il suo corso. Ma è chiaro che viene dipinto uno spaccato in cui qualcuno dice ‘la verità’. Ognuno in Aula in questi anni ha raccontato la sua verità. Spero quella effettiva sia appurata dal tribunale, grazie anche alle nuove condizioni in cui opera, ma credo questa vada commentata. E il dipinto che viene fuori è che vi fosse un gruppo di potere in grado di determinare scelte, sia a livello di tribunale che di governo, e questo sta emergendo in modo importante. Il mio gruppo è stato uno dei più forti sostenitori del percorso compiuto per far emergere i fatti che sanno venendo fuori anche dalle sentenze del tribunale. Non posso non citare anche quanto è venuto fuori questa mattina, rispetto agli ultimi elementi forniti dalla difesa Confuorti. Non mi faccio fare la lista dei buoni e dei cattivi a seconda di quello che dice Confuorti, spero che dagli atti si faccia chiarezza se era veramente lui il capo di quel governo, ma è chiaro che dagli atti che vengono fuori si parla di un ‘governo ombra’ capace di determinare non solo le scelte del Ccr, ma gli stessi discorsi che un certo segretario di Stato veniva a fare in Consiglio Grande e Generale. E su questi elementi un tribunale deve fare chiarezza e accertare la verità e, anche se noi siamo spettatori, non possiamo non esimerci dal dire che alla fine del percorso si deve fare piena chiarezza, perché questo significa fare chiarezza anche su quello che il prossimo governo dovrà fare E questa mattina ho capito che ancora su questo passato c’è ancora da discutere e da tirare fuori altro, perché una persona non può avere fatto tutto da solo. E sono preoccupato perché abbiamo un governo che non governa più e fa decreti, oggi in Consiglio ne abbiamo 23, siamo ben consapevoli e, anche in maggioranza lo sono, che siamo un paese senza guida e completamente allo sbando.
Pasquale Valentini, Pdcs
Molti interventi ascoltati questa mattina mi spingono a intervenire. Quando nel 2010 mi sono trovato a condividere il governo di quell’esperienza, vi era chiusura totale di Italia ed Europa nei confronti del nostro Paese, e una grande difficoltà a parlare, durante il mio primo viaggio a Washington al Fmi l’ordine era ‘con San Marino non si parla”. Questo il clima raggiunto in quel momento e dopo l’acquisizione di fiducia nel governo, la domanda degli organismi esterni italiani soprattutto era: ma voi avete dei padroni in casa o siete voi in grado di governare il paese? Si domandavano se eravamo padroni di noi stessi, delle nostre istituzioni, e questa è stata la prima conquista da fare: dimostrare che quel che portavamo avanti era frutto di dinamiche parlamentari e democratiche del nostro paese e che nessuno imponeva al congresso determinate cose. E questo ci tengo a dirlo, è vero che avevamo dimostrato con Bcsm  di sapere combinare disastri da sempre, avevamo appena cacciato la dirigenza, nel 2009, i vertici o si sono sempre dimessi o li avevamo cacciati, ed è stato possibile dimostrare l’idea che non avevamo padroni cercando di dimostrare che Banca centrale  facesse il suo lavoro. Grazie a un rapporto corretto tra politica e quella banca centrale- andatevi a leggere i verbali dei Ccr di quegli anni-  questa modalità ci ha portato ad avere velocissimamente un riaccredito. Se poi ricordate che nel 2014 l’Italia ci toglie dalla black list e l’anno dopo si riapre il negoziato con l’Ue, significa che la fiducia che non avessimo padroni in casa era piena. Devo dire però- e sento non c’è coraggio di ammetterlo per varie ragioni- dalla seconda parte del 2016 la questione dei padroni di casa è ricominciata perché le modalità in cui sono saltati i vertici di Bcsm hanno fatto credere che noi ‘non ci credevamo fino in fondo’. E’ evidente che questo è diventato un problema, dopo la metà del 2016, e mi auguro adesso che i tribunali siano liberi per fare chiarezza fino in fondo su questo, ma non spetta a noi farlo. A noi spetta riprendere centralità di questo luogo, perché se si parla con padroni alle spalle non è più un luogo di autorevolezza. E in questo luogo, per dimostrare di non avere padroni alle spalle, ci deve essere chiarezza nelle decisioni, spiegarle a chi è fuori e spiegare quale è il percorso in cui si arriva alle decisioni. La vera autorità che dobbiamo cercare non  è in una persona forte, ma la forza di questo luogo, di questa democrazia. E l’accordo Ue ci costringe in un rapporto istituzione-istituzione, all’Europa interessa vedere come siamo in grado di tenere in piedi le istituzioni democratiche del nostro paese, che siano in grado di comunicare con altre istituzioni democratiche di altri paesi. Ciò impone un cambio di questo luogo: non possiamo pensare di andare avanti con le nostre beghe quotidiane, per dialogare con l’Europa  ci vuole pulizia e competenza da costruire.
Michela Pelliccioni, Dml
Non posso che rivolgere un saluto ai colleghi di lavoro che erano fuori palazzo e in tribuna che stanno scioperando per il diritto sacrosanto al rinnovo di un contratto, quello bancario scaduto da 14 anni. E mi vorrei soffermare su alcuni post e articoli che ho letto e che mi sono sembrati fuori luogo. C’è qualcuno che confonde i piani, quello oggettivo di un rinnovo contrattuale, e uno soggettivo che ha a che fare con l’etica e il rispetto delle regole. E quando non ci sono, a prescindere dalla professione, il risultano non può che essere quello di smettere di fare quella professione. Poco può fare rivolgere rabbia verso una categoria intera. Altri interventi mi sono dispiaciuti perché trattano sempre la questione dei rinnovi contrattuali come battaglie di classe. Invece di dire ‘non ho ricevuto lo stipendio perché quel lavoratore ha scioperato’, bisognerebbe chiedersi perché quel lavoratore ha scioperato. Si tratta di questione di democrazia e rispetto del lavoratore a prescindere. Il mio è un appello affinché come lavoratori siamo coesi per tutelare i diritti di tutti i lavoratori. Pieno appoggio alla categoria e mi auguro nel breve il contratto sia rinnovato alle condizioni che mantengano dignità e professionalità. In secondo ordine, non posso  non fare considerazioni su uno dei temi più trattati, relativo alle ultime notizie di cronaca, riguardanti alle condanne intervenute a carico di un ex magistrato e di un ex segretario di Stato. Molti hanno fatto un ragionamento sul passato. Ma per poter guardare al futuro, occorre guardare la linea di confine perché fatti gravi accaduti, in cui i poteri dello Stato hanno operato in maniera non separata, non intervengano più.
Guerrino Zanotti, Libera
Era ipotizzabile che il comma comunicazioni prendesse la piega che ha preso. Sugli argomenti a seguito della sentenza del processo Buriani-Celli possono esserci commenti di varia natura e purtroppo anche a vario livello. Sono stati toccati livelli di una bassezza incredibile. E poi qualcuno ha tentato di mettere a fuoco il vero problema che è l’autonomia della politica. Questi argomenti di stretta attualità hanno almeno un merito: essere usati come arma di distrazione in questo scorcio di legislatura. Nessuna intenzione di sminuire la portata della vicenda. Non voglio ignorare quanto accaduto e le evidenze in tribunale, però in questo momento il paese si trova di fronte problemi impellenti che rendono la quotidianità di ciascuno di noi di difficile gestione in molti casi. E di fronte abbiamo un governo e una politica ancora rivolti al passato perché fa più comodo, piuttosto di parlare di ciò che non è accaduto in questi anni: non sono accadute le riforme necessarie per esempio, o progetti di sviluppo economico.
Sollevo poi un tema relativo a una interrogazione sottoscritta che ha generato reazioni scomposte in quest’Aula. L’interrogazione dell’opposizione riguarda la gestione del Servizio tutela minori, conseguente a una decisione adottata per la legge sul sostegno alle famiglie, in particolare con l’articolo 133. Prendiamo atto che finalmente il tribunale ha deciso di seguire le richieste Iss e di specificare l procedure da seguire per la tutela minori. Purtroppo la lettura del protocollo ci lascia alcune perplessità. Vengono definite le funzioni e le attività ma restano una serie di domande sulla gestione che riteniamo non efficace. Chiediamo di abrogare l’articolo 133 e di dare una nuova visione e mission alla tutela minori all’interno dell’Atto organizzativo tutt’oggi ancora non predisposto.
Matteo Ciacci, Libera
Il collega Muratori ha chiarito il percorso intrapreso da Libera nel passato e lo farà in futuro. Qui nessuno ha la verità in tasca e può permettersi di interpretare a suo piacimento le relazioni della Commissione d’inchiesta o piuttosto inchieste giudiziarie che danno risultanze che hanno la necessità di essere rispettate. Ma per andare avanti e guardare alla prospettiva, due devono essere i binari su cui impegnarsi come politica: 1) le evidenze della responsabilità devono andare avanti senza se e senza ma, a tutti i livelli, dal livello bancario alla politica e senza fare figli e figliastri 2) è il momento di dire basta a governi che nascono su presupposti economici o giudiziari. Questa la traiettoria, ridare centralità alla politica e al Consiglio.
Capisco qui dentro ci siano i guastatori che devono sempre creare spaccature e cercare tensioni per strumentalizzare le inchieste giudiziarie, ma siete fuori tempo. Oggi la politica richiede un salto di qualità che le forze più responsabili devono mettere in campo, se ci state, siamo sullo stesso terreno comune, ma portiamo avanti le azioni di responsabilità, un po’ di onesta intellettuale sui percorsi politici fatti in passato. Quindi basta con ulteriori strategie politiche per allungare il brodo e metterci in difficoltà, avete stancato. Infine terzo aspetto: è i Consiglio che deve ridare centralità alla nostra azione politica. Chi è d’accordo?
Diamoci tre priorità a livello politico: 1) riduzione del debito estero, trasformandolo in un percorso indebitamento interno, 2) diamo un messaggio sull’irredimibile a Cassa di risparmio 3) obiettivo nella gestione dello sviluppo economico è che si guardi con trasparenza e convinzione all’accordo Ue. Che deve essere diffuso e divulgato e messo a terra sia per ridare centralità alle nostre istituzioni, sia per capire quali possono essere le nostre traiettorie per lo sviluppo economico che è necessario. Una politica sana oggi si confronta su questi temi, non solo guardando al passato. Su questi temi troveremo sinergie in vista della prossima legislatura.
Teodoro Lonfernini, Sds per il Lavoro
Al nostro pubblico di oggi, ai nostri cittadini che si occupano di questioni bancarie, dico loro che fanno bene ad evidenziare e richiedere attenzione sul rinnovo contrattuale e preciso che la disponibilità da parte del governo e del governo è sempre stata piena, da quando si è avviata la stagione dei contratti. Manca solo quello del settore bancario e auspico possa avvenire quanto prima e se ci deve essere l’entrata in campo anche del governo per risolvere le questioni in sospeso, c’è massima disponibilità da parte mia.
Quindi alcune considerazioni di carattere politico: chiariamoci colleghi, il 2024 è un anno elettorale. Che sia il momento in cui noi richiamiamo l’attenzione ai cittadini a ciò che governo e maggioranza hanno svolto in questi 5 anni sarà un fatto che andremo a esplicitare nel momento in cui decideremo insieme quale sarà, nell’anno in corso, il momento migliore per richiamare la popolazione. A me non cambia nulla se sia giugno o settembre, ma cambia il fatto che si concludi la legislatura in modo ordinato, per portare un corretto servizio alle cose da completare in questa legislatura con conseguenze anche alla prossima.
Dobbiamo portare verità e trasparenza su tutti gli argomenti? Si, facciamolo guardando agli interessi del paese e con un occhio di riguardo al passato e nel settore delle indagini giudiziarie, facciamolo guardando tutti i settori economici che hanno creato maggiormente turbativa, guardiamo in maniera trasparente e mi auguro le istituzioni e il tribunale continuino ad essere al nostro fianco. Se la verità non emerge mai o solo parzialmente, rimane in sospeso continuamente il giudizio del nostro paese: è un fatto che accade da troppo tempo e cui non possiamo più dare corso e dobbiamo intervenire laddove le responsabilità esistano vengano avanti fino in fondo. Permettetemi, amici di Libera, voglio sentire da parte vostra- e mi rivolgo al collega Morganti-  se prendete le distanze da quell’agglomerato di soggetti che si sono mossi verso il nostro Paese, in un vero attacco finanziario che poteva comprometterlo per il suo futuro. Voglio sapere se prendete le distanze dall’ex Sds Celli, dal commissario della Legge Buriani, accusato di concussione nelle sue funzioni, e vorrei sapere come si comporterà, al di là della legge, il Consiglio giudiziario nei confronti dell’ex commissario della legge. No c’è più bisogno di una sospensione come risulta ora, ma piuttosto di un licenziamento in tronco.
Marco Nicolini, Pdcs
Riferisco della partecipazione della delegazione sammarinese a Strasbirgo che dal 22 al 26 gennaio scorso ha rappresentato il Paese al Consiglio d’Europa,  in una sessione caratterizzato dal ritiro della delegazione azzera. Se da un lato il Consiglio d’Europa non può accettare che un paese sotto stretta osservazione rifiuti l’entrata dei suoi emissari nel corso delle elezioni politiche, d’altra parte ora si trova a fronteggiare difficoltà nel quadrare i conti per le minori entrate dopo che già  da due anni fa a meno di un grosso contribuente come quello russo, e dovrà necessariamente essere ridimensionato.
C’è poco da stupirsi sull’importanza data alla condanna di Buriani, un commissario della legge a servizio di un banchiere e di un partito che non ha mancato di mostrare solidarietà al proprio uomo e al proprio giornale. Al caloroso intervento di Muratori: d’accordo che durante la segreteria di Guidi Libera ha aiutato a risolvere il problema ma concorderete, solo dopo che lo avete creato, perché Celli era eletto nelle vostre fila ed era vostro leader maximo. Se la gente tornerà a votare Libera buon per voi, ma è evidente il cortocircuito. Sull’agitazione dei bancari, anche io lo sono, è bene che la gente sappia che il personale delle filiali e degli uffici interni hanno incombenze e responsabilità enormi e corrono il rischi di incorrere in sanzioni spropositate.
Matteo Rossi Npr:
Vediamo in ‘tribunetta’ e in piazza molti dipendenti delle banche che legittimamente scioperano per contratti non rinnovati da tanti anni, esprimo la mia vicinanza, quanto fatto in questi anni mira non a far saltare altre banche ma a dare anche ai lavoratori stabilità, nonostante le crisi bancarie di questi anni e la contrazione subita dal settore. Ed è un tema che resta il principale in Aula anche oggi. Un settore fortemente aiutato con visione politica che maggioranza e governo hanno messo in piedi.
Entrando in merito delle condanne: era tutto abbastanza lineare, le vicende venute alla luce dalla commissione di inchiesta stanno emergendo in tribunale, seppure in primo grado, e condivido molto l’intervento del Sds Lonfernini contro quel tipo di poteri e di gestione della politica. Poi l’intervento del consigliere Valentini, che con grande dignità, nonostante la questioni sue personali, ha fatto una lettura lucida ed obiettiva di quel periodo. Si è ricostituito un percorso, sono state abbandonate determinate abitudini che rappresentano un nostro difetto: quel bisogno di mettersi sempre nelle mani di qualcuno e sotto la sfera di certi interessi per essere tutelati. Nel 2016 un percorso si è interrotto, l’unica ancora di salvataggio per evitare di tornare ad avere un riferimento come quello di un grande finanziere come Confuorti, l’unico modo per mettersi al sicuro come piccola comunità è quello di abbracciare integrazioni molto più grandi, con l’accordo di associazione Ue.
Chiunque si proponga di governare il paese nei prossimi anni deve avere chiaro questo, bene ha fatto Ciacci a dire che il paese va guidato in transizione e piuttosto che seguire i falchi, costruiamo ponti. E’ un messaggio che faccio mio in positività che dopo anni difficili dobbiamo tutti quanti vedere. Sarebbe stato bello chiudere una legislatura segnata da un cambio di ritmo e in cui sono state fatte cose importanti. Tante cose giuste sono state fatte e tante altre le dovremo fare, il mio rammarico in questi giorni non sono questioni di alleanze e ammiccamenti..è un gioco politico non ci dobbiamo stupire, ma le mie sono preoccupazioni legate a tematiche di fine legislatura che stiamo vivendo: penso alle famiglie di lavoratori in aziende in difficoltà, verso cui come governo dopo dovremo porci degli interrogativi e capire come salvare certe economie. Ultima battuta: sulla libertà di  stampa. La mia opinione personale è che un giornalista deve fare informazione e dire le cose che sa, è sua bravura ottenere informazioni da chi le può dare e, se non fa informazione, non fa il suo lavoro.
Matteo Zeppa, Rete
Il dibattito che si è manifestato oggi ricorda i primi di legislatura o gli ultimi della precedente. Credo che ancora qualcuno faccia la faccia da tonno per non capire cosa sia successo nella passata legislatura a per aver dato le chiavi dello Stato a un ‘mammasantissima’ come Francesco Confuorti che ha avuto un comitato di pietra e poteva influire su organismi centrali e si è ordito un attacco a San Marino grazie a qualcuno che gli aperto le porte. Ci sarà qualcuno che ha detto ‘no’, nel Ccr, anche se Valentini dice che sono visionabili i verbali del Ccr, in realtà non si possono vedere. C’era questo ‘mammasantissima’ quindi che ha fatto quello che ha potuto fare, ha anche denunciato Elena Tonnini e altri consiglieri, quando era tempo di difenderla in Udp, si sono chiamati fuori.  Avete sbarlucciato gli occhi quando è arrivato Grais a San Marino, che  è stato reperito dopo 7 anni attraverso l’Interpol, vi pare normale che un ex presidente Bcsm sia stato reperito dall’Interpol?
Qualcuno avrà permesso a queste persone di poter entrare a San Marino e a Confuorti di denunciare un consigliere e a chi lo doveva difenderla di non difenderla. O stiamo parlando del buon senso della politica,? Non penso proprio. Il comitato di pietra aveva tante diramazioni in Banca centrale, con la politica con i decreti folli fatti nella precedente legislatura e poi aveva un braccio destro in Tribunale.  Tutto è emerso oggi in tribunale, dopo il via dato dalla commissione di inchiesta. E la battaglia non è finita, è ingiustificato non si prendano le distanze da mammasantissima e dal comitato di pietra. Si sbaglia in politica e si può anche chiedere scusa, si riveste così il proprio ruolo con dignità. Non credo che lo spettacolo dato oggi sia propedeutico per una buona politica. Visto che il Consiglio è iniziato con la campagna elettorale.
Rossano Fabbri , Npr
Da un lato abbiamo la condanna di un commissario della legge, seppure in primo grado, che ha avuto responsabilità di gestire le fasi inquirenti di questo paese per diversi anni. E’ una condanna non per questioni secondarie, ma che tende a dimostrare il servilismo dell’attività giudiziaria rispetto al sodalizio – non spetta me dire se criminale o meno – di cui si è parlato a lungo e una condanna che decide di persone che hanno sofferto l’impossibilità di difendersi di fronte a un uso strumentale della giustizia che oggi emerge con clamore. Stupisce perciò la presa di posizione di qualche partito politico che oggi guarda la pagliuzza e non la luna, quasi a voler spostare le attenzioni da gravi questioni. Secondo fatto è che la difesa di Confuorti produce email che il Sds Berti ha annunciato, dove viene dimostrato che il signor Confuorti parlava con il Sds Celli, oltre che Savoretti e Siotto, come già dimostrato, ma il fatto di conoscere Confuorti è sempre stato negato in Aula dallo stesso Celli che ha risposto a una interpellanza nel novembre 2017 negando ogni rapporto. Allora oggi il paese vuole sapere chi è davvero Confuorti e i ruoli che aveva, emerge che il 70% degli uomini in Casa risparmio e Bcsm facevano colloqui nella sede di Milano dell’Advance finance. Oggi abbiamo le prove di un mentitore seriale che aveva incarichi pubblici. Credo si debbano rivolgere scuse all’ex Ssd Tonnini. Ecco perché poi nascono dubbi: come si può credere che un partito come Rete non avesse il diritto di sapere perché questo personaggio avesse a che fare tutti i giorni con le segreterie di Stato? Nessuno può negare a Libera quanto fatto a fine legislatura, ma non crediamo che due anni e mezzo prima solo Simone Celli sapesse di questi rapporti e non sappiamo perché sono rimasti celati e quanto ancora il paese deve pagare per certe reticenze. Io credo nella buona fede, ma oggi, che sta emergendo l’esistenza di questo personaggi che aveva rapporti che non nascono nel 2017, vi chiediamo la verità. Perché per fare l’operazione ‘volemoci bene’, come detto da Alessandro Rossi e altri bisogna prima consegnare la verità al Paese.
Andrea Belluzzi Sds Istruzione e Cultura
Il dibattito si sta sviluppando in una direzione che forse avrebbe dovuto avere prima. Quando sono uscite le notizie delle sentenze mi sono chiesto se stavo sulla luna o a San Marino, di fronte a un fatto di portata assoluta- mai sentito la notizia di un magistrato condannato per aver commesso reati nell’esercizio delle sue funzioni- sui media non è passato nulla, al netto del fatto che le sentenze non si criticano, ma quella sentenza racconta fatti storici e l’Aula deve farne delle valutazioni. Certo ,la libertà di stampa, ma stampa ha dei doveri, stampa è approfondimento e informazione. Oggi abbiamo una sentenza che racconta dei fatti e consegna una storia al paese, non è una ipotesi. Poi ci sono interventi sul fatto che questa sentenza racconta una puntata di una vicenda molto articolata che il tribunale sta ancora scoprendo. Ma la prima riflessione è: se non avessimo fatto e riconsegnato al paese un clima diverso in magistratura, si sarebbe potuto accertare tutto questo ?Allora forse è bene confermare sostegno alla magistratura, perché queste battaglie processuali sono ancora non dei focolai che bruciano sotto la cenere, ma ancora battaglie feroci attive e la politica non deve abbassare la guardia. Dovremo prendere atto che c’è un disegno più ampio e quale connessione  c‘era tra quel gruppo e quel magistrato e quella politica e chi poi ha preso le distanze e chi ne è stato vittima va riconosciuto. Dentro l’Aula. Ci sono tutti i passaggi da fare, quella sentenza racconta un disegno e una storia su cui fare piena luce e il ‘volemoce bene’, la riconciliazione viene dopo. E anche chi fa informazione ha dei doveri.
Roberto Ciavatta, Rete
Nel 2019 c’era una emergenza che ha legittimato ogni tentativo di alleanze che rimangono innaturali. La condanna di un giudice non ha precedenti ma quel giudice era l’unico inquirente in quella fase storica, significa che un oppositore politico, denunciando, si trovava quell’interlocutore lì e prendendomi una denuncia mi è capitato di prendermi imputazioni che poi il giudice di appello si chiedeva come mai fossero state inserite. Ma cosa è successo? Confuorti tramite Celli si è impossessato di governo e Ccr del Paese e di conseguenza anche di Banca centrale. E il controllo gli serviva per evitare di rientrare di 30 mln di euro di debiti che aveva con il Cis e li ha pagati con somme di Bcsm, governata da suoi uomini. Cis andava salvata, perché il debito Confuorti era in banca Cis. Questo il motivo per cui una banca sia stata fallire e si è tentato di fare in modo che la sua liquidità entrasse in banca Cis. Il debito pubblico è conseguenza per grande percentuale di quello che ci è costato il disastro Cis, ed è capitato quando nessuno in governo e maggioranza se ne è accorto. Buriani in questo contesto si occupava di dare copertura alla cricca, di modo che non venissero inquisiti. Tutte le denunce fatte, anche dal mio gruppo e dal sottoscritto, finivano in archiviazione e allo stesso modo serviva per inquisire gli oppositori e chi non stava al piano. Vi ricordate il sequestro del Pc di Guidi? In 24 ore gli fu restituito il computer aziendale.
Sono felice che il Sds Berti abbia annunciato che metterà a disposizione quelle mail perché le voglio vedere, quando andavo da Ssd a segnalare un problema ci dicevano ‘ma chi è Confuorti?’. E Grais è arrivato qua tramite l’intercessione del consigliere Morganti…io posso credere che in Libera ci sarà qualcuno in buona fede, ma forse, se c’è qualcuno che ha staccato la spina, era di C10 e non di Ssd, che non ha mai fatto i conti con quel passato. Va detto poi che l’atto è stato tardivo, quando ormai era evidente a tutti che era saltato il tappo. E non è stata staccata la spina per porre un freno, chi lo ha fatto – Ciacci e Boschi tra i più coinvolti- lo ha fatto di fronte alla promessa della Dc di poterli raccogliere dopo le elezioni in maggioranza. Questo è il dato di fatto. Si è aspettata la promessa.
Alessandro Bevitori, Libera:
I vertici di Ssd potevano forse essere d’accordo con Celli? ‘Loro’ dicono che il dubbio c’è, ma noi siamo quelli -Ssd – che sono intervenuti sul problema Celli, poi Ciavatta ci dice che ce ne siamo accorti tardi. Vediamo quanto è questo tardi…ci siamo resi conto che c’era un problema. Le nomine proposte da Celli tramite la Segreteria Finanze noi le abbiamo bocciate tutte, fino poi mandare a casa lo stesso Celli. Poi Fabbri ci ha sempre riconosciuto, anzi si era anche candidato con Libera- e in quel momento lì ci aveva riconosciuto un merito, ma con questo senso della giustizia a giorni alterni bisogna che ci diamo un limite. Capisco che dentro un tribunale un avvocato, a seconda dell’assistito, possa rispondere in un modo o altro, ma ci sono ancora le dichiarazioni di Berti con cui sosteneva di volere denunciare Bossone e Caringi per alto tradimento…chiaro, si era sbagliato in quell’occasione, oggi dobbiamo buttare discredito? Il ragionamento fatto da Nicolini verso il mio partito è ‘voi avevate Celli, non siete più credibili’. .Allora anche lei ora è nel partito di Gabriele Gatti e allora non è credibile? Sarei disonesto perché il partito è intervenuto. E vi posso dire che Celli è molto arrabbiato con noi, che siamo intervenuti per sistemare queste cose. Se poi vogliamo adombrare situazioni strane e dire che quando da Cassa sono usciti i miliardi, andiamo a vedere chi erano i consulenti, adombrando responsabilità. Saremmo stupidi attaccarci  gli uni con gli altri per finalità politiche. Qualcuno ha avviato questo balletto, lo ha fatto AR con un comunicato per distogliere l’attenzione dai problemi del paese, mettendo il dubbio ‘forse i vertici di Ssd sono coinvolti’, da parte chi si pensa di essere stato messo da parte.
Repubblica di San Marino,  12 Febbraio 2024/01
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