San Marino. Sentenza Buriani-Celli: polemiche in Consiglio Grande e Generale

San Marino. Sentenza Buriani-Celli: polemiche in Consiglio Grande e Generale

Infuria la polemica durante il Comma Comunicazioni nella seduta mattutina del Consiglio Grande e Generale di San Marino.

Come riporta l’agenzia DIRE, “la sentenza del processo Buriani-Celli ha occupato la seduta consiliare della mattina, in comma comunicazioni, riaccendendo lo scontro politico sul tema della giustizia e su quanto accaduto nella precedente legislatura derivato dal caso-Titoli. A lanciare il ‘sasso’ e animare per primo il dibattito è l’intervento, il secondo della mattina, del Segretario di Stato per la Giustizia, Massimo Andrea Ugolini che riferisce della condanna in primo grado dell’ex Segretario di Stato e del commissario di legge”.
giudiziari.
“Il primo elemento su cui va posta attenzione – ha detto Ugolini nel suo intervento – sono le memorie depositate dalla difesa di Francesco Confuorti nel fascicolo 500. Se da un punto di vista giudiziario aggiungono poco, hanno invece confermato come quella maggioranza di Adesso.sm, in cui c’era l’allora Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli, avesse una eterodirezione completa da parte di poteri esterni alle istituzioni. E’ stato lo stesso Confuorti a depositare all’interno del dibattimento del ‘caso Titolo’ la corrispondenza tra lo stesso e Celli, in cui addirittura si condividevano gli interventi fatti in comma Comunicazioni, all’interno di quest’Aula. Potremo andare a richiamare tutti gli interventi in Aula di allora, nel 2017, in cui Adesso.sm continuava a difendere in modo completo l’operato di quella Banca centrale, di Grais e Savorelli, ma da cui, alla fine della scorsa legislatura, qualcuno ha avuto il coraggio di prendere distanze. Poi il secondo fatto da rimarcare sono le sentenze del commissario Sandrelli in cui sono giudicati Buriani Alberto e Celli Simone colpevoli del misfatto di tentata concussione, Buriani Alberto è dichiarato inoltre colpevole anche del misfatto di rivelazione del segreto d’ufficio e del misfatto continuato di abuso di autorità”.
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