San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale, giovedì 29 giugno – pomeriggio

San Marino. Resoconto Consiglio Grande e Generale, giovedì 29 giugno – pomeriggio
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 26 – 30 GIUGNO
-GIOVEDI’ 29 GIUGNO_Pomeriggio-
La seduta del Consiglio grande e generale riprende dal comma 9  e dunque dalla ratifica del decreto delegato 67 Modifiche all’Allegato A della Legge 5 dicembre 2011 n.188 relative al Dipartimento Economia e nuovo fabbisogno della UO Ufficio Attività Economiche con le ultime repliche del dibattito.
In particolare si riparte dalle repliche che chiudono il dibattito sul decreto prima di esaminare gli emendamenti. Sono cinque quelli presentati dai gruppi di maggioranza, uno da Noi per la repubblica, tre di Libera e quelli di Repubblica futura per abrogare tutti i sette articoli del decreto. Questi ultimi tutti respinti.
All’articolo 2 viene accolto un emendamento dei gruppi di maggioranza per mantenere l’autonomia dell’ufficio Marchi e brevetti.
All’articolo 3 passa un emendamento dei gruppi di maggioranza conseguente al precedente, Libera ritira i suoi due sempre sull’ufficio Marchi e Brevetti, mentre Npr propone un articolo 3 bis sulla dirigenza dell’ufficio Informatica e Statistica per la quale si sta aprendo un bando di selezione, per promuovere il confronto sui titoli di studio indicati per i ruoli dirigenziali. Si apre un dibattito al quale intervengono, oltre a Maria Luisa Berti che ha presentato la modifica e il segretario di Stato per gli Affari interni Gian Nicola Berti che lo incanala in una richiesta della dirigenza del Settore pubblico, Denise Bronzetti e Alessandro Rossi del Gruppo misto, Andrea Zafferani e Nicola Renzi di Repubblica futura, Francesco Mussoni del Partito democratico cristiano sammarinese. Che ne chiedono il ritiro. E così avviene. “È una materia tecnica che dovrebbe essere oggetto di regolamento. Il Parlamento non dovrebbe occuparsi di cose di cui ha scarsa competenza”, conclude il segretario di Stato Berti.
All’articolo 6 viene accolto un altro emendamento dei gruppi di maggioranza collegato all’ufficio Marchi e Brevetti. Stessa sorte per l’articolo 6 bis sempre inerente l’ufficio. Anche all’articolo 7 viene accolto un emendamento di maggioranza sull’ufficio, e Libera ritira il suo simile. Il decreto viene cosi ratificato con 22 voti favorevoli e otto contrari.
L’Aula affronta quindi il Decreto delegato 6 giugno 2023 n.93 – Misure straordinarie per il contenimento dei costi del gas naturale, dell’energia elettrica, del servizio idrico integrato e disposizioni in materia di rateizzazione e tariffe sociali presentato dal segretario di Stato per l’Aass Teodoro Lonfernini.
Terminati gli interventi preliminari, si entra nell’analisi dell’articolato. Agli articoli 2 e  5 Repubblica futura ritira i due emendamenti presentati e il decreto viene ratificato con 21 voti favorevoli.
Si passa così al comma 10, Relazione del Dirigente del Tribunale sullo stato della giustizia per l’anno 2022 e successivo dibattito, e alla proposta del Consiglio Giudiziario di avvio della procedura di reclutamento di un Commissario della Legge e di un Procuratore del Fisco per selezione interna ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 2 della Legge Costituzionale n.1/2021. Il presidente della commissione Affari di Giustizia, Matteo Rossi, legge la relazione dell’organo sul lavoro del dirigente del tribunale e il segretario di Stato per la Giustizia Massimo Andrea Ugolini fa il suo riferimento. Il dibattito parte con 48 iscritti a prendere parola, si interrompe poco dopo le 19.30 e riprenderà in seduta notturna.
Di seguito un riassunto degli interventi
Comma 9 – Ratifica Decreto Legge e Decreti Delegati
Decreto delegato 25 aprile 2023 n. 67 – Modifiche all’Allegato A della Legge 5 dicembre 2011 n.188 relative al Dipartimento Economia e nuovo fabbisogno della UO Ufficio Attività Economiche
Repliche
Pasquale Valentini, Partito democratico cristiano sammarinese: su controlli e commissione Antimafia vorrei ricordare che la relazione completa esaminata dal Consiglio grande e generale è stata in seduta pubblica. L’hanno potuta vedere tutti. Come la conseguente comunicazione. Relazione e comunicazione sono stati frutti di confronto con tutti i soggetti incontrati dalla commissione. Le preoccupazioni sulle licenze, sul sistema societario e sui controlli sono contenuti fin dalla prima relazione.
Michela Pelliccioni, Motus Liberi: una segnalazione all’Aif comporta un’attività istruttoria per verifica di eventuali illeciti. E poi si apre eventualmente un procedimento al Tribunale. La verifica sulla possibilità di accedere a un’attività economica è su dati certi. Il Parlamento deve creare delle norme di carattere oggettivo, che devono uscire da un alogica di presupposizione. Altrimenti si creano delle disfunzioni.
Alessandro Rossi, Gruppo misto: colpito dalle affermazioni di buon senso del consigliere Emanuele Santi. Se si vogliono arrestare certe attività uno sforzo può essere fatto. Ma non c’è nessuno che intende favorire le infiltrazioni malavitose. Quando c’è una ripetitività si può provare a codificare. L’autorizzazione è in mano ai professionisti. Occorre continuare con una educazione forte.
Elena Tonnini, Rete: ci sono stati due provvedimenti strutturali sulla Polizia civile, per rafforzare la sezione controlli sulle attività economica e la riorganizzazione del nucleo antifrode. Qui valutiamo il coordinamento per la parte dipartimento Economia. L’intento dell’accorciamento della filiera dei controlli deve essere non colpire le aziende sane ma ragionare sugli strumenti preventivi. Da qui il gruppo di tecnici con a capo l’Aif che dovrà fornire tutti i ragionamenti che la filiera può fare sulla prevenzione. Rete dà piena disponibilità per approfondire queste tematiche.
Denise Bronzetti, Gruppo misto: non è corretto focalizzare tutto il decreto sul problema delle infiltrazioni malavitose. Ci sono problemi anche per vuoti normativi che cerchiamo di colmare. Ma serve un lavoro più completo, non è sempre possibile fare controlli preventivi. Sono mancati introiti perché c’erano aziende non virtuose, non è tutta mafia. Ci sono aziende che hanno lasciato buchi anche milionari, chiudono e poi riaprono sotto mentite spoglie. Ma non si recupera mai il maltolto. Questo è il compito che ci aspetta. Non può passare né lo stato di polizia né che tutti i controlli possono essere preventivi.
Rossano Fabbri, Gruppo misto: il dibattito ha preso la solita piega. Il Paese ha svoltato sui controlli negli ultimi 10 anni. Le strumentalizzazioni non sono accettabili. Si può fare male alimentando argomenti come questi sulla mafia. Il Paese è pieno di controlli preventivi, ma poi le attività vanno misurate quando operano e non abbiamo un’inefficacia della Pa che non ci permette di essere sempre puntuali. I fallimenti purtroppo sono anche la morte naturale di un’azienda e quando avviene con i dipendenti, i creditori e le banche anche lo Stato ci rimette. A microfoni aperti non si butta il sasso e si tira la mano, vogliamo sapere quali sarebbero queste infiltrazioni.
Alessandro Cardelli, Partito democratico cristiano sammarinese: ogni volta che prendiamo parola dobbiamo ricordarci che ascolta anche chi vive fuori. Rappresentare una situazione del contesto sammarinese come fatto non è corretto ed è parziale. Ci sono anche difficoltà per i professionisti. Per tutti i controlli che ci sono, per la burocrazia. Serve cognizione a 360 gradi del nostro sistema: abbiamo controlli serrati nelle banche; da parte dei professionisti e da parte degli uffici. Il problema vero è non penalizzare le imprese sane, rendere più snello il sistema. La situazione reale è che per aprire un’impresa a Rimini ci sono meno controlli che qui. Per le operazioni semplici servono controlli meno stringenti.
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Lavoro: Cardelli ha centrato in pieno la questione. Spesso riempiamo dibattiti e provvedimenti di lacci e lacciuoli avversi a un’attività economica che ha bisogno di fluidità. Questo è un provvedimento che fa riferimento alla riorganizzazione del dipartimento Economia inserendo aspetti di sburocratizzazione, mantenendo regimi di controllo che sono fondamentali. Trattiamolo per quello che è.  Si creino le condizioni perché il Paese sia coerente con il mondo dell’economia compatibile.
Mirko Dolcini, Motus liberi: dal collega Santi e Rete arrivano affermazioni fuori luogo, slogan elettorali. La lotta alla mafia va fatta su tre pilastri: si deve parlarne seriamente senza buttare etichette; si combatte all’interno delle Istituzioni, al governo che ha il potere di fare, e Rete era al governo. Infine si deve usare il Tribunale, se qualcuno sa qualcosa denunci, si utilizzino gli strumenti dovuti.
Andrea Belluzzi, segretario di Stato per l’Istruzione: si sta rappresentando male la situazione di San Marino e si fa un danno al Paese. Stiamo facendo tanto e certi sforzi tengono frenata una parte di economia. I  richiami vanno ascoltati ma inquadrati nel giusto contesto per fare passi avanti sia nel contrasto che nell’educazione al contrasto. La scuola fa la sua parte, ma la polemica parlamentare sterile non ci permette di essere propositivi.
Massimo Andrea Ugolini, segretario di Stato per la Giustizia: siamo in un sistema aperto e cerchiamo di essere attrattivi. Ogni attività economica va monitorata perchè certi fenomeni non si verifichino, ma i passi in avanti fatti dagli organi di controllo testimoniano che lo Stato è il primo a segnalare anomalie. In questo momento non ci sono fascicoli aperti sulla malavita organizzata, se qualcuno ha indicazioni diverse denunci subito. Alle illazioni non fanno onore non facciano passare il Paese per quello che non è.
Guerrino Zanotti, Libera: non stiamo facendo un buon servizio all’attività di controllo, ai presidi delle Istituzioni. Il grido d’allarme lanciato, anche dalla commissione antimafia, va preso sul serio. Di fronte a rilevazioni fatte si sono reiterate nel tempo. Forse c’era qualcosa che non andava nei controlli e negli interventi. Occorre superare il problema quale sia la sua entità. Certi fenomeni hanno fatto pensare non a sparuti delinquenti, l’attenzione va mantenuta alta e serve una risposta univoca. Non tanto inasprire i controlli, ce ne sono di varia natura, occorre snellire la burocrazia. Non scontriamoci su questi temi in Aula.
Nicola Renzi, Repubblica futura: ho fatto presente il rischio che si scontrino due visioni: molti controlli e burocrazia per mettere freno a ogni pericolo; e chi vede i controlli quasi con fastidio. Un approccio molto manicheo da superare. Ci possono essere tanti controlli efficaci e non burocratici. Ieri è scattata la bagarre sulla commissione Antimafia, non possiamo scherzare su queste cose. Tutti gli atti devono essere il più possibile pubblici se non è in gioco l’interesse nazionale.
Federico Pedini Amati, segretario di Stato per il Turismo: ieri mi sono stupito-scandalizzato per il clima, di nuovo, che si è vissuto dietro questo decreto. Il collega Fabio Righi è ovviamente  preoccupato di fare una normativa aderente a continuare a contrastare le infiltrazioni. La sassaiola non è sostenibile. Poi il clima è diverso. Non mi sento complice di presentare un decreto che non limita le infiltrazioni, se ci sono documenti e atti si denuncino. Non si attacca frontalmente un possibile avversario politico per qualsiasi motivo.
Fabio Righi, segretario di Stato per l’Industria: il dibattito ha preso una piega che poco c’entra con il decreto. Non cedo alla provocazione di chi strumentalmente ha un obiettivo diverso rispetto ai controlli efficaci. È emersa una situazione per cui qualcuno è al corrente, non io, che il Paese è infiltrato dalle principali famiglie mafiose. Sono state fatte le denunce? In Tribunale non ce ne sono.  Non si devono fare i controlli a caso, l’obiettivo è farli efficaci, per colpire soggetti precisi artefici di distorsioni e attività illecite. Ci sono stati confronti puntuali con tutti gli uffici e si va in questa direzione: controlli che servono ed efficaci al verificarsi di anomalie che possono portare a distorsioni.
Decreto delegato 6 giugno 2023 n.93 – Misure straordinarie per il contenimento dei costi del gas naturale, dell’energia elettrica, del servizio idrico integrato e disposizioni in materia di rateizzazione e tariffe sociali
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per l’Aass: è in continuità con quello precedente in scadenza. Abbiamo deciso di rinnovare la misura introducendo aspetti non così specificamente trattati prima. Ci sono le misure sull’attività produttiva maggiormente energivora e alcuni articoli sulle utenze domiciliari. Abbiamo introdotto circostanze innovative come la tariffa sociale, un sostegno più specifico per utenti domestici che hanno maturato delle difficoltà. Abbiamo introdotto anche l’incentivo al consumo responsabile. Per l’approvvigionamento la situazione è più serena e i mercati sono tornati a valori di gestione. È un sacrificio per l’Azienda ma assolutamente sostenibile. Il prodotto è adeguato e opportuno. Ha incassato il favore delle associazioni di categoria e dei sindacati. Possiamo pensare di più? Credo di sì, sotto la parte del reddito pro capite minimo e ci stiamo lavorando.
Andrea Zafferani, Repubblica futura: occorre chiarire sui piani di rateizzazione. Come è il quadro per il gas? Servono requisiti? Mi aspettavo qualcosa di più e di più immediato. La tariffa sociale è tutta da definire, c’è una stima per l’impatto? E non vedo altro oltre alla rateizzazione. Bene l’idea del premio per chi ha risparmiato sui consumi. Lo sconto sulla tariffa è opportuno. È poco chiaro cosa succede su chi ha risparmiato più del 50%.
Giovanni Maria Zonzini, Rete: il Paese affronta situazioni molto stringenti con risorse estremamente limitate. In questo decreto c’è la tariffa sociale che è molto interessante: l’accesso all’energia viene concepito come un diritto sociale. Tuttavia si inseguono i problemi. Al di là degli interventi necessari che colpiscono i sintomi, non si interviene alla radice. Siamo esposti a un mercato influenzato dai venti della crisi, senza nessun controllo. Abbiamo depositato un progetto di legge coerente con il Piano nazionale di sviluppo sostenibile, che prevede la tariffa sociale. Invito l’aula a prendere in seria considerazione la nostra proposta. Acqua ed energia come diritti sociali da garantire.
Gerardo Giovagnoli, Noi per la Repubblica: l’aumento dei costi di gas ed energia pare essere superato. Il contesto, in ritardo, ha reagito in maniera efficace su approvvigionamenti e calmierazione dei prezzi. Il decreto è tarato correttamente e magari sarà meno necessario. L’operazione finanziaria dell’Azienda dei servizi, la vendita del contratto, è stata oculata. Il prezzo della bolletta energetica è indicizzato ai costi variabili del mercato e ora è un’ottima notizia. Non possiamo però pensare che alla prossima crisi si vivano gli stessi problemi. Occorre pensare diversamente la nostra natura di sovranità e avere risorse e produzione energetica sotto il nostro controllo.
Alessandro Rossi, Gruppo misto: che fine ha fatto l’Isee? È intenzione del governo procedere dopo quasi 4 anni alla realizzazione di uno strumento per sostenere le famiglie in difficoltà. Nel decreto ci sono alcuni elementi positivi, ma perché ci sono tariffe agevolate per aziende energivore? Mi associo all’idea di provare a definire bene comune l’energia e l’acqua. Occorre sviluppare una strategia per trovare le fonti e arrivare a una capacità di potere disporre di certe risorse con garanzia.  Si può valutare di aderire ai progetti circostanti di realizzazioni di invasi.
Manuel Ciavatta, Partito democratico cristiano sammarinese: l’intervento che permette di calmierare il prezzo per i consumatori attenti e la tariffa sociale sono due risposte già significative sul carovita. Il decreto oltre alla rateizzazione delle bollette permette di venire incontro ai pagamenti e l’impatto rispetto all’Italia è stato inferiore.
Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per l’Aass, replica: non è stato un errore vendere il nostro contratto finanziario. Facendolo c’è stato un risparmio sul bilancio dell’Azienda di oltre 70 milioni e poi l’abbiamo venduto. Sull’Isee il ragionamento è ancora in corso. La tariffa agevolata per le aziende energivore serve per la loro competitività. Dobbiamo intervenire sulle risorse essenziali, la crisi energetica ci ha insegnato quanto non siamo autonomi. Sulla tariffa sociale non abbiamo uno storico ed è difficile fare una stima.
Comma 10 – Relazione del Dirigente del Tribunale sullo stato della giustizia per l’anno 2022 e successivo dibattito. Proposta del Consiglio Giudiziario di avvio della procedura di reclutamento di un Commissario della Legge e di un Procuratore del Fisco per selezione interna ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 2 della Legge Costituzionale n.1/2021
Massimo Andrea Ugolini, segretario di Stato per la Giustizia: la situazione dal punto di vista della giurisdizione è notevolmente migliorata, politica e magistratura si sono impegnate in una stagione di riforme, con vari gruppi di lavoro. La ragionevole durata del processo, con la seconda lettura della legge, potrà dare una spinta acceleratrice e c’è stato un richiamo in merito del dirigente Giovanni Canzio. Su alcuni elementi c’è da lavorare, come l’informatizzazione. I coefficienti europei ci danno una demarcazione su parametri usati fuori dalla nostra realtà. C’è una buona risposta di tutti gli ordini e gradi sui vari riti. Alcune criticità ci sono e faremo approfondimenti, per le prescrizioni in ambito penale per esempio. I nuovi commissari della legge hanno dato un contributo importante per sbloccare processi fermi. Ci si è approcciati a processi complicati, come quelli sulla Banca Cis. È importante continuare sulla digitalizzazione. C’è il nuovo sito Internet, con i provvedimenti organizzatori del dirigente. E il processo telematico al via sul fronte amministrativo. Poi civile e penale. Semplificherà l’attività degli operatori. C’è il tema sollevato dalla relazione e dal Consiglio giudiziario sul dibattito pubblico per la relazione dello stato sulla giustizia.  Il decreto delegato 51 del 2023 ha dato più qualificazione alle risorse umane nell’attività giudiziaria. A fronte si una serie di situazione il dirigente fa la richiesta di un nuovo commissario della legge, per la sospensione di Alberto Buriani, è necessario quanto meno trovare una soluzione. Si chiede anche un nuovo procuratore del fisco ed è importante dare risposta. Infine sui regimi retributivi è stata fissata una delega in finanziaria, è importante dare riscontro e rivisitarli in maniera complessiva; sull’aspetto logistico, per dedicare il Palazzo di giustizia interamente all’attività giudiziaria, si stanno liberando gli spazi.
Mariella Mularoni, segretario di Stato per la Sanità: serve grande impegno nella mia segreteria di Stato ma sono fiduciosa. In questi tre anni di governo c’è stato un impegno importante sulla giustizia.  Il quadro generale del 2022 è completamente diverso: dopo anni di contrasti ed eventi tumultuosi sembra ripristinata la normalità. Non sarebbe stato possibile senza un dialogo intenso nel Tribunale e agli interventi di riorganizzazione interna. Merito del dirigente. Il giudizio sulle perfomance è largamente positivo. Il percorso di riforme e la riorganizzazione hanno favorito un sistema più efficiente e moderno. Come riconosciuto dal Greco. C’è un calo importante delle pendenze penali e dei procedimenti prescritti. Ora avanti sull’informatizzazione e sulle riforme, inizia una nuova fase.
William Casali, Partito democratico cristiano sammarinese: un importante obiettivo di questo governo lo vediamo nei fatti. Il vissuto che ha preoccupato tanti cittadini era quello di un tribunale spaccato in due. Lo scenario è completamente mutato. La relazione è anche facilmente leggibile. Riporta il recuperato rapporto con gli organismi internazionale, le raccomandazioni del Greco acquisite, i gruppi di lavoro e studio partiti in un clima di rinnovata sinergia. I dati sono buonissimi: le prescrizioni sono praticamente nulle. Due criticità: quella legata al sistema tecnologico e quella sul Palazzo.
Vladimiro Selva, Libera: dopo diversi anni di conflitti fortissimi forse siamo arrivati a una maggiore serenità. Restano dei punti di vista diversi. Il Tribunale grazie a numerosi giudici arruolati ha migliorato la sua attività, ma non è cambiato il giudizio sulla prima fase della legislatura quando la politica è intervenuta in maniera barbara sul Tribunale. C’è il tema della retribuzione tra le criticità, con attenzione a tenerla agganciata alla realtà sammarinese. Sono stati introdotti dei parametri oggettivi di valutazione ed è positivo, ci permette di valutare con una certa oggettività l’attività dei singoli giudici e le tempistiche delle sentenze. Il numero delle archiviazioni è preoccupante e l’auspicio è che si guardi anche all’attività riformatrice fatta. Sul rapporto tra elite e poteri dello Stato, rimangono le perplessità sulla composizione del Consiglio giudiziario.
Nicola Renzi, Repubblica futura: il dirigente del tribunale ha sottolineato come il lavoro di riforme non è terminato e va monitorato nel tempo. Abbiamo fatto una battaglia sui principi delle incompatibilità in certi organismi ed è inopportuno che nel Consiglio giudiziario siedano avvocati in carriera. Immagino il forte imbarazzo di un magistrato a dover valutare un collega. L’organo sta comune lavorando alacremente e si faranno le valutazioni del caso. Gli indicatori di calcolo sono importanti e la commissione non ha avuto alcuna divisione in merito. Così da permettere un confronto tra anni. Ancora però non sono applicabili a tutti i settori. Il tema delle prescrizioni legate alle archiviazioni: la commissione è andata fino in fondo e ha chiesto una dettagliata relazione. Sarà un altro elemento importante di confronto. Senza intenti punitivi sui magistrati ma per capire cosa non ha funzionato. Per la commissione occorre riflettere sulla sostenibilità della richiesta di arruolamento del nuovo commissario della legge. Rf chiede la possibilità di soprassedere per un momento subordinandolo a una valutazione complessiva dei costi e delle forze in campo. Va stabilita una priorità di discussione delle cause in generale in base a parametri chiari ed evidenti per tutti. Sul giudice naturale non si è approfondito ma è necessario farlo.
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