San Marino. Consiglio, scintille su un decreto in ratifica

San Marino. Consiglio, scintille su un decreto in ratifica

Consiglio, scintille su un decreto in ratifica

Ad essere bersagliato da Rete, manco a dirlo, è il Segretario all’industria Fabio Righi. L’occasione è quella della ratifica del decreto sul riordino del dipartimento economia.

Già nella notte erano volate parole grosse con Rete che ha puntato il dito richiamando la relazione della Commissione antimafia sostenendo che il decreto aprirebbe le maglie di controlli che dovrebbero essere più stringenti. Già nella notte il clima era stato teso. Tanto che al termine della seduta, attorno alla mezzanotte, si è quasi venuti alle mani. In particolare la situazione si sarebbe scaldata tra Matteo Zeppa di Rete, in modalità inquisizione adesso che è passato all’opposizione, che si sarebbe fatto scappare – il condizionale è d’obbligo – qualche parola di troppo all’indirizzo di Matteo Rossi di Npr-Psd, il quale, non avendo gradito, si sarebbe tolto la giacca incedendo con fare non proprio conciliatorio verso mister preferenza. Solo l’interposizione di un collega consigliere avrebbe evitato il peggio.

La tensione della serata è arrivata al giorno dopo e ieri pomeriggio il dibattito sul decreto di Righi è ripartito teso.

Quanto al rischio di infiltrazioni mafiose, “le preoccupazioni sulle licenze, sul sistema societario e sui controlli sono contenuti fin dalla prima relazione”, ha confermato il presidente della Commissione antimafia, Pasquale Valentini della Dc. In particolare bordate contro il decreto erano arrivate da Emanuele Santi di Rete.

A difendere il suo segretario di Stato, Mirko Dolcini di Dml: “Dal collega Santi e Rete arrivano affermazioni fuori luogo, slogan elettorali. La lotta alla mafia va fatta su tre pilastri: si deve parlarne seriamente senza buttare etichette; si combatte all’interno delle Istituzioni, al governo che ha il potere di fare, e Rete era al governo. Infine si deve usare il Tribunale, se qualcuno sa qualcosa denunci, si utilizzino gli strumenti dovuti”. Dalla maggioranza, comunque,in generale una alzata di scudi contro la posizione di Rete. “Il Paese ha svoltato sui controlli negli ultimi 10 anni. Le strumentalizzazioni non sono accettabili. Si può fare male alimentando argomenti come questi sulla mafia. A microfoni aperti non si butta il sasso e si ritira la mano, vogliamo sapere quali sarebbero queste infiltrazioni”, dice Rossano Fabbri di Npr.

Gli fa eco Alessandro Cardelli della Dc.

“Il rischio – ha tirato le fila Nicola Renzi di Rf – è che si scontrino due visioni: molti controlli e burocrazia per mettere freno a ogni pericolo; e chi vede i controlli quasi con fastidio. Un approccio molto manicheo da superare”.

Il Segretario Federico Pedini Amati ha difeso il collega Righi: “La sassaiola non è sostenibile – ha detto – Non mi sento complice di presentare un decreto che non limita le infiltrazioni, se ci sono documenti e atti si denuncino. Non si attacca frontalmente un possibile avversario politico per qualsiasi motivo”.

Alla fine il decreto è stato ratificato con 22 voti favorevoli e 8 contrari. Numeri emblematici, se ci fosse stata tutta l’opposizione a votare contro, e considerate le assenze in maggioranza, probabilmente non sarebbe passato.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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