‘4 punti su cui – chi ha ancora un briciolo di responsabilità – dovrebbe riflettere’

‘4 punti su cui – chi ha ancora un briciolo di responsabilità – dovrebbe riflettere’

La recente sessione consiliare ha palesato una serie di situazioni incontrovertibili:
Primo: i lavori del Consiglio Grande e Generale sono terminati seguendo un copione già scritto da tempo. La maggioranza perde pezzi, perde componenti politiche e seggi ma continua indifferente e sollevata (sic!) la sua corsa.
Secondo: il Coordinatore delle Forze di Polizia non gode più neanche della fiducia di parte della maggioranza che sostiene questo Governo. Sui 29 consiglieri di maggioranza 2 consiglieri – scegliendo la strada di non votare – hanno comunque dato un messaggio inequivocabile. Messaggio che il Governo piuttosto che chiudersi “a riccio” dovrebbe tradurre in scelte concrete. Stupisce come su un elemento rilevante per la gestione dell’ordine pubblico, il Governo continui a procedere come un rullo compressore ignorando elementi oggettivamente rilevanti per riconsiderare una scelta. Il voto di scarto con il quale la maggioranza ha salvato il Coordinatore del Dipartimento di polizia certifica la precarietà della situazione politica e il disagio di alcuni suoi consiglieri di fronte a posizioni oggettivamente discutibili. L’UPR continuerà a manifestare il proprio dissenso verso una scelta, quella relativa alla posizione del Coordinatore dei corpi di Polizia, sbagliata e fatta in spregio ad eventi oggettivamente gravi. Ci si attenderebbe in chi ricopre ruoli istituzionali rilevanti al servizio della Repubblica un moto di orgoglio e di rispetto; in democrazia anche se i numeri hanno un significato netto, il buon senso suggerisce di non governare alcuni settori con il pallottoliere dove il 51% vince sul 49% dividendo il Paese a metà su questioni strategiche.
Terzo: i nuovi equilibri consiliari dimostrano come il Patto non possa più governare. Non ha i numeri per portare avanti le riforme. E’ finita la stagione dell’autoreferenzialità occorre andare verso la strada delle responsabilità condivisa.
Quarto: non desta stupore invece l’assordante silenzio sul tema Referendum messo in atto dal Governo e dai partiti che compongono la maggioranza. A parte le tribune televisive, i cittadini sammarinesi stanno seguendo la completa latitanza della maggioranza sul Referendum abrogativo sul tema alienazione terreni pubblici. Qualche falco della maggioranza – sogghignando – ha già fatto sapere in giro di avere già preparato le valigie per godersi qualche giorno di meritate vacanze in coincidenza del voto referendario. L’UPR esorta i cittadini a partecipare al referendum indetto il 27 marzo 2011. Il voto è un segnale di partecipazione e di volontà di incidere nelle scelte sul futuro del Paese. Il voto è l’indicazione che i cittadini non si sono assopiti ed invece intendono dimostrare, come già fatto dai numerosi sammarinesi che hanno sottoscritto il quesito referendario, la loro volontà di partecipazione. L’UPR conferma l’indicazione di votare SI al quesito, abrogando una legge che vuole semplificare le procedure di alienazione dei beni immobili dello Stato, mettendola, di fatto, nelle mani della semplice maggioranza del Consiglio Grande e Generale. L’UPR ha da giorni avviato la propria campagna referendaria e dispiace di avere subito la distruzione di alcuni manifesti elettorali letteralmente strappati dalle plance. Non è un inizio incoraggiante di una campagna referendaria nella quale il Governo e la maggioranza tifa per l’astensionismo per mantenere una norma che permette azioni poco edificanti. La crisi economica non si vince alienando beni immobili dello Stato né con atti di arroganza, ma con idee e progetti in grado di rilanciare il Paese.  
L’UPR – al termine del proprio Esecutivo convocato martedì prossimo – si farà portatrice di iniziative nelle prossime settimane per fare conoscere ai sammarinesi che esistono soluzioni concrete per uscire da questa crisi, provocata dall’incapacità del Governo e della maggioranza.
 
Unione Per la Repubblica                                                  
San Marino, 20 marzo 2011

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