Imprese rosse di rabbia: “I ristori di Draghi sono una presa in giro”
“Ci hanno dato pochi spiccioli”. Da Rimini a Ravenna, fino a Forlì, il mondo delle imprese “boccia” il Decreto Sostegno del governo Draghi. Quei 32 miliardi di euro sembrano tanti, ma quando vengono divisi fra tutti servono a ben poco. A questo punto è meglio fornire gli strumenti per imboccare la strada della ripresa perché il miglior vaccino contro il Covid è il lavoro. La delusione viene confermata da Fabrizio Vagnini, presidente della Confesercenti Rimini che fa sue le parole già pronunciate dal direttore della Confesercenti di Forlì, Giancarlo Corzani: è stato partorito un topolino. “Le risorse assegnate dal Decreto Sostegni sono assolutamente insufficienti – tuona Vagnini -. Anche considerando le tranche di contributi a fondo perduto arrivati lo scorso anno, si copre meno del 7 per cento del fatturato perso dalle attività economiche nel 2020. Non solo: non arriveranno prima di aprile e non c’è assolutamente nulla per il primo trimestre 2021, che ha visto aggravarsi l’emergenza delle imprese, ormai esasperate”. Le cifre sono eloquenti: 3.700 euro in media (“ma molte piccole imprese dovranno accontentarsi di 2mila euro”). “Sommando tutti i ristori, un’attività che nel 2019 fatturava 100mila euro e ne ha persi 80mila nel 2020, otterrà in tutto tra i 6mila e i 7mila euro. Una presa in giro. Una cifra che non aiuterà le imprese a sopravvivere e neppure a coprire i costi fissi”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
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