Siluri da Rimini contro l’asse Cesena-Forlì-Ravenna per i voli
PATRIZIA LANCELLOTTI – Non esiste prospettiva di crescita, economica e turistica, senza la Romagna e l’asse Forlì-Ravenna per la promozione del turismo, attraverso l’Aeroporto Ridolfi, dimostra il fallimento di Destinazione Romagna. Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, guarda oltre l’accordo siglato tra Confcommercio e Confesercenti di Ravenna, Forlì e di Cesena che hanno dato vita a una Dmc (Destination Management Company), la InRomagna, che si occuperà della promozione e vendita di prodotti turistici per i territori di Ravenna, Forlì e Cesena, con sede all’aeroporto di Forlì. Perchè se l’iniziativa imprenditoriale, che esclude il territorio di Rimini e il suo aeroporto, è lecita, quello che manca al vero salto di qualità è la concezione di un territorio unito, almeno come prodotto da esportare. Mentre gli esempi di campanilismi si moltiplicano, non ultimo appunto il portare acqua al suo mulino del Ridolfi, aeroporto appena “rinato” a 40 chilometri di distanza da Rimini, in una logica che appare più di sottrazione che di crescita turistica. “Se davvero volessimo parlare di Romagna credo sarebbe ora di ragionare in termini di aeroporto romagnolo a due piste – afferma Maggioli – in due diversi punti del territorio. Se continuiamo a competere tra territori perderemo grandi occasioni, ed è pericoloso”. Come rappresentante degli industriali romagnoli Maggioli sa bene che “una porzione di territorio da solo non è autosufficiente non basta una piccola infrastruttura per essere competitivi. Una città non ha tutto per competere, soprattutto a livello turistico, in Europa. La Romagna invece ha tutto ed è anche una forza economica, è impensabile farsi concorrenza tra territori. Invece ognuno ha continuato a concentrarsi sul proprio territorio, senza avere il coraggio di guardare oltre”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
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