Abbassamento della monofase: non garantisce la riduzione dei prezzi!

Abbassamento della monofase: non garantisce la riduzione dei prezzi!

Il rischio è che l’unico effetto reale sia quello di aumentare i margini di guadagno degli esercenti. Questa misura ha un forte costo sociale: 6,5 milioni di euro mancheranno dal Bilancio dello Stato


di Donatella Olga Zanotti – Presidente Sportello Consumatori

Con l’obiettivo dichiarato di favorire la ripresa dei consumi interni, il Congresso di Stato ha deliberato la riduzione di due punti percentuali della aliquota sulle importazioni (monofase), che in tal modo passa dall’attuale 17% al 15%. Un provvedimento che è operativo a partire da lunedì 20 settembre. Il risultato che i cittadini si attendono, in questa difficile fase economica, è una riduzione dei prezzi dei diversi generi e prodotti di consumo, rilanciando i consumi interni e contribuendo a sostenere i redditi e il risparmio delle famiglie.

Ma abbiamo ragione di dubitare che ciò accada effettivamente, in quanto già oggi la monofase sammarinese è inferiore di tre punti rispetto a quella italiana, ma questo differenziale non si è tradotto in una diminuzione dei prezzi rispetto alla stessa Italia. Così, quando scatterà l’ulteriore diminuzione del 2% della monofase, il rischio è che l’unico effetto reale sia quello di aumentare il margine di profitto per gli esercenti, senza alcun vantaggio per le famiglie.

Era invece giusto attendersi che il Governo avesse imposto agli esercizi commerciali di trasferire obbligatoriamente questa riduzione della monofase sui prezzi, per abbassarli a favore dei consumatori. Invece non lo ha fatto, e quindi non abbiamo nessuna certezza che questa misura produca dei benefici per i cittadini. Va considerato poi che questa manovra avrà un forte costo sociale, in quanto si tradurrà in minori entrate al Bilancio dello Stato per circa 6 milioni e mezzo di euro.


A questo punto è lecito chiedersi per chi sia stato varato questo provvedimento… Il nostro auspicio è che gli organi dello Stato oltre ad un monitoraggio costante sui volumi delle importazioni e degli scambi commerciali, attivino almeno controlli molto puntuali sull’andamento dei prezzi, affinché il provvedimento possa produrre realmente una diminuzione.

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