Il segretario di Stato per la Sanità,
Claudio Podeschi, scrive al comitato del referendum che vorrebbe
abrogare la riforma delle pensioni recentemente approvata dal
Consiglio grande e generale, difendendone i contenuti e le linee guida.
Il Comitato Referendario sostiene che l’attuale sistema si reggerebbe
solo se le pensioni venissero erogate a ogni pensionato per un periodo
massimo di 5 anni. Desumo che dovremmo andare in pensione tutti a 75 o
80 anni! Semmai una Legge del genere venisse approvata sarei il primo
sottoscrittore del referendum abrogativo.
Altre “Leve” su cui si è “erroneamente intervenuto”:
I
contributi. L’intervento legislativo ha voluto armonizzare le aliquote
contributive a carico delle diverse categorie: i lavoratori dipendenti
passano dal 20% al 21,50% (in 5 anni con un aumento solo a carico del
lavoratore), i commercianti passano immediatamente dal 21% al 22%, gli
artigiani rimangono al 22%, i liberi professionisti, agenti e
imprenditori passano dall’attuale 13% al 22% (gradualmente e a regime
dal 2019). L’iniziativa referendaria potrebbe collegarsi in larga parte
al malumore di alcuni Liberi Professionisti per questo tipo di
intervento? Sembrerebbe strano dal momento che per questa sola categoria
è stata mantenuta la disposizione secondo la quale i liberi
professionisti, per la parte di reddito eccedente il tetto massimo,
versano solo il 2% di aliquota contributiva.
Le pensioni.
Bisogna evidenziare che la nuova modalità di calcolo determina
percentuali di tassi di sostituzione sicuramente meno elevati di quelli
precedenti, ma non certo così bassi come quelli riportati nella
relazione al quesito (per correttezza di informazione il calcolo è stato
esteso a tutti, dipendenti e autonomi, e riferito agli ultimi 20 anni
lavorativi).
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