Loris Pironi, direttore di Fixing, sulla lettera aperta della Csu alle aziende associate all’Anis, diffusa mercoledì scorso, relativamente allo sciopero generale di venerdì 22 giugno.
Se il sindacato è quello che scrive alle aziende associate all’Anis per fare polemica non con Anis ma con il nostro giornale, “colpevole” (lo diciamo così, beatamente, con il sorriso sulle labbra) di aver scritto, nell’editoriale della scorsa settimana che “è il momento dell’unità e non della divisione” e che è sbagliato l’atteggiamento del sindacato nel mostrare i muscoli (per motivi interni è nostra opinione, ma l’abbiamo già scritto ed è un’altra storia) in questa particolare fase.
Beh, se questo è il sindacato con cui abbiamo a che fare, allora è il momento di qualche altra puntualizzazione. La prima. Confondere l’editore di un giornale con il suo direttore (l’editoriale poi era pure firmato…) è mancanza di onestà intellettuale. Significa non rispettare non solo le opinioni altrui, a questo purtroppo siamo abituati, ma anche il ruolo pubblico del proprio interlocutore. E il serio lavoro di una redazione composta di lavoratori. E questo, cari signori del sindacato, proprio da voi è inaccettabile. Una bella metaforica bacchettata sulle dita non ve la toglie nessuno.
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