A difesa di San Marino a Forlì, Mario Draghi

A difesa di  San Marino a Forlì,  Mario Draghi

L’avv. Guido Magnisi, a proposito dell’indagine Varano (Cassa di Risparmio della Repubblica di San MarinoGruppo Delta Sopaf ) ha sostenuto che il tutto nasce da ‘un problema di interpretazione delle normative antiriciclaggio’. Lasciando intendere che non sono il massimo in quanto a chiarezza.
Ebbene il Governatore di Banca d’Italia Draghi, nell’audizione del 22 luglio scorso presso la commissione Antimafia, ha dedicato uno spazio ragguardevole a spiegare la necessità di rivedere il quadro normativo sul riciclaggio attraverso un testo unico. Motivo? Il famoso decreto 231/2007 (su cui si basa gran parte dell’accusa della procura di Forlì verso San Marino) è tutt’altro che esaustivo.
Infatti Mario Draghi ha detto: detta ‘nuova normativa ha posto subito problemi interpretativi e applicativi, accentuati dalla fase transitoria di ultrattività delle precedenti disposizioni, resasi necessaria per evitare soluzione di continuità nel quadro normativo. L’attesa di interventi correttivi ha rallentato l’attuazione del decreto e non ha giovato alla tempestiva e corretta applicazione dei nuovi principi in essa contenuti.

Già la Cassazione ha dato torto alla Procura di Forlì – che invece detta normativa ha voluto applicare tout court – dissequestrando il danaro della Carisp San Marino, bloccato nel giugno 2008 (sussistendo, fra l’altro, nel caso specifico, l’

accordo italo-sammarinese del 1991).

Mario Draghi – indirettamente – conferma la sentenza della Cassazione, ricordando che per completare la normativa antiriciclaggio si è dovuti intervenire nell’agosto 2008 (‘ limitazioni all’utilizzo del contante e dei titoli al portatore‘ ) e addirittura il 2 luglio scorso (decreto anticrisi, ancora non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) con la trattazione della questione di fondo: ‘la documentazione che i ‘money trasfer’ devono acquisire dai cittadini extra-comunitari,‘ come appunto sono i sammarinesi.

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