Alluvione in Romagna, Andrea Gnassi (Pd) chiede al governo un decreto legge con fondo straordinario e la nomina di Bonaccini a commissario per la ricostruzione

Alluvione in Romagna, Andrea Gnassi (Pd) chiede al governo un decreto legge con fondo straordinario e la nomina di Bonaccini a commissario per la ricostruzione

Il deputato del Pd ed ex sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, chiede al governo un decreto legge speciale con un Fondo straordinario per l’emergenza, l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo, l’attivazione di un Piano con strumenti innovativi e la nomina di Stefano Bonaccini a commissario straordinario per la ricostruzione.

“In queste giornate drammatiche per le nostre comunità, un grande grazie e un continuo sostegno a Regione, Comuni, Protezione Civile e Prefetture con le quali siamo in rete e relazione permanente e che stanno presidiando e coordinando l’attività di primo soccorso e la messa in sicurezza delle persone.
Il nostro pensiero, prima di tutto, va alle vittime, ai loro familiari e a tutti coloro che sono stati colpiti e l’enorme grazie va esteso anche alle forze dell’ordine, ai sindaci, agli amministratori, ai cittadini e ai tanti volontari che sono al lavoro.
Oggi l’Assemblea dei deputati del Partito democratico ha sospeso le attività previste per concentrarsi sull’emergenza e la tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna: ora serve infatti agire avendo chiaro già uno scenario e il punto di partenza è che ci troviamo di fronte a un evento metereologico senza precedenti per portata ed estensione.

È necessario portare a termine nel più breve tempo possibile la messa in sicurezza del territorio, delle popolazioni e delle attività produttive, ma per essere efficaci nelle fasi successive è altrettanto necessario predisporre un piano di sostegni economici per famiglie e imprese e mettere in campo tutti gli strumenti per una ricostruzione che investa sia il territorio che le sue infrastrutture” prosegue, tracciando le linee d’azione necessarie.

1) Gli strumenti e le risorse di protezione civile, oggi essenziali, non saranno minimamente sufficienti a fronteggiare né le prossime settimane, né men che meno la ricostruzione. Le prime stime dopo il 2 è 3 maggio erano di 930 milioni, ma è chiaro che servirà molto di più: il governo a oggi ha destinato 20 milioni, ma i danni ammonteranno a diversi miliardi, in attesa di una ricognizione dettagliata si può ipotizzare almeno sei o sette.

2) Serve quindi un decreto legge speciale, un decreto legge che preveda misure ad hoc quali un Fondo Nazionale Straordinario destinato all’emergenza e calamità dell’Emilia Romagna e un commissario per la ricostruzione.

3) Riteniamo che non solo per ruolo ma anche per esperienza sul campo e risultati ottenuti dopo il terremoto del 2012 il commissario debba essere il presidente Stefano Bonaccini.

4) La gran parte degli interventi riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, a partire da frane e infrastrutture e in assenza di risorse immediate servirà come per il sisma 2012 un piano pluriennale con strumenti anche innovativi.

 5) Con misure si intendono anche ambiti di intervento non previsti dal Codice di protezione civile, come ad esempio indennizzi in agricoltura o la deroga al de minimis e altri quali il credito di imposta attivato per le banche istituito con il terremoto dell’Emilia nel 2012

6) Chiediamo al Governo che formalizzi da subito all’Europa la richiesta dell’attivazione del Fondo di Solidarietà Europea che si rivelò fondamentale nel terremoto dell’Emilia, destinando miliardi di euro e risorse adeguate per la ricostruzione.

7) Chiederemo al governo insieme alla Regione di prendere provvedimenti d’urgenza relativi a moratorie specifiche quali il rinvio dei termini per gli obblighi di natura contributiva, fiscale e previdenziale o il blocco dei mutui

8) Infine, e non per ultimo, è chiaro che l’intera dimensione culturale del Paese degli ultimi 30 anni, a prescindere dai governi, con la quale si interpretava lo sviluppo economico e strutturale debba essere rivista. L’idea che costruire e sfruttare il territorio potesse portare più consenso che strutturarlo e investire per prevenire non solo è sbagliata, ma di fronte il riscaldamento globale va radicalmente cambiata. Al Ministero dell’Ambiente, che ha la competenza sul dissesto ideologico a livello nazionale, devono essere assegnati risorse e strumenti che non sono mai stati né immaginati, né voluti, né pensati”.

Andrea Gnassi, deputato riminese del Partito democratico

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy