Anis preoccupata per la qualità dei politici

Anis preoccupata per la qualità dei politici

La crisi che stiamo vivendo è gravissima ma nonostante tutto sembra continuare a prevalere quella parte della classe dirigente che si ostina a non porre al centro dell’azione l’interesse primario del Paese.
Un solo esempio: nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, sulla questione della nomina del Presidente della Banca Centrale, di cui è superfluo rimarcarne l’importanza per l’incidenza che ha nel recupero di un rapporto di fiducia con l’Italia, la politica si è ancora una volta divisa per interessi faziosi, col rischio di aprire una nuova crisi di governo, mai così inopportuna come in un momento delicato e complesso come quello che stiamo vivendo. Il tutto all’ombra del voto segreto.
Da parte nostra invochiamo un progetto capace di farci uscire dalla crisi con nuove, concrete prospettive di sviluppo.
Le imprese non intendono né possono più aspettare un’iniezione di fiducia che può venire solo da una intesa con l’Italia e da un deciso cambiamento di mentalità, a tutti i livelli.
Il tempo è divenuto un fattore troppo prezioso, determinante per il futuro della Repubblica.
Non è più tollerabile che la più parte della politica, e della classe dirigente in generale, perseverino nel perdere tempo in discussioni sterili impegnati nella ricerca di possibili alleanze che paiono guidata più dagli interessi elettorali e personali.
Perché solo un vecchio modo di pensare e fare politica può minimizzare la situazione, o peggio nasconderla, parlare di nuovo sviluppo senza indicarne il percorso.
O si è capaci di ricercare coesione e unità d’intenti sulle decisioni da assumere che richiederanno rigore, fermezza e fiducia per dare nuove e fondate prospettive al nostro futuro, oppure il nostro destino sarà la deriva, che non intendiamo accettare.
Non possiamo più limitarci a formulare analisi ed auspici. Smettiamola di illuderci e di illudere; i prossimi anni saranno difficilissimi. La trasparenza è un strada obbligata così come lo sono quelle della semplificazione e della riduzione dei costi della macchina pubblica. Dobbiamo fare i conti con l’IVA e preoccuparci dello sviluppo.   
Dobbiamo pretendere che ognuno, nel proprio ambito, dia il massimo impegno e metta in campo la responsabilità delle scelte.
    Non abbiamo più nulla da perdere; per questo sosterremo solo coloro che nei partiti e nel Paese daranno prova di vero senso dello Stato.

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