Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: Conto Mazzini e i soldi di una fondazione movimentati dal ‘noto faccendiere’ Pietro Silva

Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: Conto Mazzini e i soldi di una fondazione movimentati dal ‘noto faccendiere’ Pietro Silva

L’Informazione di San Marino

Conto Mazzini e i soldi di una fondazione movimentati dal ‘noto faccendiere’ Pietro Silva

Antonio Fabbri

 L’uomo che aveva
amministrato il
passaggio di denaro
partito dal conto
corrente della
fondazione
è stato indicato
dal mondo politico
come persona
“al servizio” di Claudio Podeschi

 

C’è un caso, in quelli del “conto
Mazzini”, che mette insieme il
funzionamento di un sistema nel
quale intervengono in maniera
coordinata una Fondazione, attraverso
la quale arrivano i soldi,
e i libretti al portatore aperti con
l’anagrafica di fantasia.
Anche qui spunta il nome di più
di un politico.
Persone politicamente esposte
che, va ribadito, non risulterebbero
ad oggi indagate.
La fondazione non meglio precisata
nel rapporto di polizia giudiziaria
che ha scoperchiato il
pentolone delle movimentazioni
di denaro in Bcs, è molto probabilmente
quella denominata
“Fondazione per la promozione
economica e finanziaria sammarinese”.
Come si risale a questa? Da chi,
avendone evidentemente titolo,
ne ha movimentato il conto corrente.
In questo caso, infatti, sui
libretti della famiglia Mazzini i
soldi sono arrivati in prima battuta
dal conto corrente di una fondazione.
Ad amministrare il conto di
questa fondazione è un certo Pietro
Silva (foto nel tondo). Stando
a quanto affermato nei mesi scorsi
da diverse forze politiche e secondo
quanto entrato anche in Consiglio
grande e generale con un
intervento dai banchi di Sinistra unita e con una interpellanza di
Rete, C10 e Su, l’operato di Silva
sarebbe legato a quello della fondazione
riconducibile a Claudio
Podeschi. Il movimento “Per San
Marino” aveva definito Silva un
“noto faccendiere al servizio di
Podeschi”.
Dal canto suo Podeschi, quando
esplose il caso dell’attività della
fondazione a lui riconducibile
in Consiglio dei XII – caso che a
quanto pare doveva rimanere segreto
– affermò che l’attività sua
e dell’ente erano in regola. Nel
caso specifico il Consiglio dei
XII aveva posto l’accento, come
rivelato da Francesca Michelotti
di Su in Consiglio, sul fatto che
dalla Fondazione erano partiti nel
tempo “diversi bonifici, per un totale
da un milione di euro, al conto
corrente di Claudio Podeschi”.
Questi si difese sostenendo la regolarità del tutto.
Sta di fatto che nel caso del “conto
Mazzini” è proprio Silva a comparire
nel rapporto quando si tratta
delle movimentazioni dei denari
provenienti dalla Fondazione.
In particolare il rapporto giudiziario
indica in una Fondazione l’origine
della provvista che alimenta
il gruppo di libretti che scaturiscono
dal libretto “Brasile”. Il primo
a nascere è proprio questo rapporto
che viene predisposto all’inizio
con il versamento di un centesimo
effettuato a firma di Gilberto
Canuti, uno dei due indagati per
riciclaggio assieme a Giuseppe
Roberti. Questo versamento minimale
avviene il 24 giugno del
2005. Lo stesso giorno, tuttavia,
arriva un versamento sul libretto
“Brasile” molto più cospicuo, pari
a 1.205.000 euro. Questo ingente
versamento è disposto a firma di
Silva che preleva l’importo sul
conto della Fondazione. Dove
vanno a finire questi soldi? Come
in altre occasioni già trattate, i denari
vengono destinati su diversi
libretti aperti con l’anagrafica di
Giuseppe Mazzini. Destinazioni
diverse, compresi versamenti su
conti correnti personali, e anche
importi diversi. Infatti 200mila
euro finiscono sul libretto “Don”
aperto da Giuseppe Mazzini, e
100mila sul libretto “Palme”, anche
questo acceso con l’anagrafi-
ca dell’eroe risorgimentale. 60mila
euro dal libretto “Brasile” li
preleva Giuseppe Mazzini in persona,
si fa per dire, e li versa contestualmente
sul conto corrente
intestato a Gian Marco Marcucci.
Altri 250mila euro vengono prelevati
con una firma riconducibile
a Marcucci e vanno a finire sul libretto
“Mercedes”. Marcucci, che
come gli altri politici i cui nomi
compaiono nel rapporto non è indagato,
ha giustificato nei giorni
scorsi i movimenti di denaro che
lo riguardano come parcelle per le
sue prestazioni professionali.
Ma non è finita qui. Infatti i denari
della fondazione vanno a finire
anche sui libretti “Pippo”, prima,
e “Stelle”, poi. Anche di questi
se ne è parlato nei giorni scorsi,
ma la provenienza non era finora
nota. Si tratta di quei rapporti movimentati
da Mirella Frisoni. E’
lei che accende “Stelle” con oltre
200mila euro provenienti da “Pippo”
e “Palme”.
In sintesi, insomma, il milione
e duecentomila euro versati che
hanno alimentato i libretti della
famiglia Mazzini movimentati
da persone politicamente esposte,
provenivano dal conto corrente
della fondazione su disposizione
di Pietro Silva, ritenuto, secondo
affermazioni del mondo politico,
“al servizio di Claudio Podeschi”.

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