Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Democrazia del silenzio
La forza della democrazia è nella
libertà che tutti hanno di esprimere
la propria opinione.
Il compimento della democrazia
passa invece attraverso il rispetto
del prossimo e, seppure ognuno
abbia il sacrosanto diritto di dire
la sua, sarebbe meglio, a volte,
avesse la decenza di starsene
zitto. Per rispetto. Quello dovuto
soprattutto a un Paese, a un sistema
economico e ad ogni singolo cittadino onesto.
Perché gli sbagli – chiamiamoli
sbagli – hanno una dimensione sociale
ancor prima che una ripercussione,
quando c’è, giudiziaria.
E l’elenco del biasimo verso il signor
Vendemini – che sembra non
si perda in questi giorni nessuno
degli incontri nei quali si parla
di moralità pubblica – e verso le
persone che lui stesso non vuole
neanche nominare, è lungo.
Parte da quell’idea balzana di
andare personalmente a prendere
i soldi del narcotrafficante della
‘ndrangheta a Bologna per riversarli
nelle casse del Credito sammarinese.
Poi c’è la grossa responsabilità
per l’affossamento di
una banca, per avere contribuito
alla crisi del sistema sammarinese
e dell’economia, per aver causato
la perdita di posti di lavoro e c’è
il discredito gettato sul Paese e
sui suoi cittadini.
Di fronte a tutto
questo si dovrebbe aver voglia di
parlare solo per chiedere scusa.
E intanto la collettività si dimentica
la riprovevolezza sociale verso
i comportamenti scellerati e per
imbarazzo, disorientamento, paura,
svogliatezza o opportunità,
solo uno, in un consesso di quel
tipo che ha la velleità di diventare
la fucina della nuova classe
dirigente che dovrebbe prendere
le più abissali distanze da certi
fatti… solo uno prende la parola
per additare a vergogna.
[…]
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