Antonio Fabbri L’informazione: Benedettini ammette: “Presi 35mila euro da Roberti”

Antonio Fabbri L’informazione: Benedettini ammette: “Presi 35mila euro da Roberti”

L’informazione di San Marino

Benedettini ammette

“Presi 35mila euro da Roberti”

Antonio Fabbri

Trentacinquemila euro in una busta, in contanti. “Me li diede Roberti”, ha ammesso ieri durante il processo Mazzini, Ernesto Benedettini, ex consigliere Dc, ex Reggente ed ex responsabile amministrativo della Dc. “Li presi come contributo per la campagna elettorale. Ne usai pochi per questa. Il resto li usai per motivi personali. Roberti mi chiamò e mi disse di passare. Passai. Lui mi diede questa busta e mi fece firmare dei fogli”. Benedettini,
ascoltato come testimone,
venne in un primo momento indagato.
A lui era contestato questo
unico episodio risalente al 2006,
risultato prescritto. Circostanza
che ha portato all’archiviazione
della contestazione a suo carico.
Ma perché la consegna di questi
soldi? “Si parlò di campagna
elettorale”, ha detto Benedettini.
“Era normale?”, ha chiesto il
giudice Felici. “Non lo so”.
“Beh, i soldi li ha presi lei…”, ha
osservato il giudice. “Con questi
soldi feci qualche cena. Forse un po’ li depositai anche in banca e li
usai per esigenze personali”. Circa
5000 euro furono spesi per la
campagna elettorale personale, il
resto se li tenne. All’epoca di quelle
elezioni era forte il correntismo
nella Dc divisa tra Gatti e Menicucci.
“Io mi collocavo sempre
con Gatti. Col senno di poi ho valutato
che quel contributo potesse
essere un messaggio di carattere
politico… mandato in quel momento
da Roberti”, legato proprio
alla questione delle correnti. Roberti
all’epoca era con la corrente
di Menicucci. “

Era normale che un consigliere venisse contattato per contributi?”, è stato chiesto. “Non credo fosse un modus operandi continuo o sistematico. A me è successo solo quella volta”.
Una risposta che, hanno fatto rilevare
gli avvocati Rossano Fabbri
prima e Stefano Pagliai poi, era in
contrasto con quelle date nell’interrogatorio
della fase di indagine.
Risposte in cui Benedettini
aveva rilevato che si trattava di
una “pratica diffusa”. Benedettini
ieri ha affermato che il senso
della sua affermazione era quello
di aver pensato, quando ricevette
i soldi, “se lo fanno con me, lo faranno
anche con altri”.

Quei soldi vennero prelevati da un
libretto denominato “Libretto”.
“Mai avuto questo libretto”, ha
detto Benedettini. “Roberti mi
fece firmare dei fogli, pensavo
fossero ricevute”. Uno era in realtà
una distinta di prelievo proprio
di quei 35mila euro. Non c’era l’obbligo né di dichiararli, né di registrarli al partito. Li presi come un contributo personale e non promisi niente, perché non sarei stato in grado di mantenere niente”, ha ribadito Benedettini.

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