Antonio Fabbri – L’informazione: Caso Credito sammarinese, emerge un collegio sindacale ‘distratto’

Antonio Fabbri – L’informazione: Caso Credito sammarinese, emerge un collegio sindacale ‘distratto’

L’informazione di San Marino

Caso Credito sammarinese, emerge un collegio sindacale “distratto”

Ieri l’ultima udienza di questa sessione. Ascoltati tutti i testimoni previsti. Data da fissare per la prossima udienza

Antonio Fabbri

Terza giornata di udienza, ieri, per il caso del Credito Sammarinese. Si è così conclusa questa sessione che ha visto l’audizione dei primi testimoni, 14 ne erano previsti. L’audizione di uno di loro è stata rinviata, a qualcun altro le parti hanno rinunciato.

Ieri mattina l’udienza si è aperta con l’audizione della testimone, membro del collegio sindacale, Rossana Michelotti. La commercialista faceva parte dei sindaci, nell’organismo presieduto da Massimiliano Sensi, che è tra gli imputati nel processo. 

Dalla testimonianza della donna è emerso come il collegio sindacale, organismo di controllo, in realtà non controllasse troppo. Una prassi diffusa, a quanto pare, in quel periodo. Un collegio sindacale “distratto”, insomma, quello che è emerso dalle risposte alle domande del procuratore del fisco, Roberto Cesarini, e alle richieste di spiegazione del giudice, Gilberto Felici, oltre che degli avvocati difensori. La donna ha riferito di aver partecipato a sole due riunioni del Comitato Esecutivo e, poi, di non esserci più andata. Partecipava invece al Cda, ma ha detto di non ricordare la “pratica Barbieri”. Questo anche se, ha fatto rilevare il Pf, dal verbale di quel Consiglio di amministrazione al quale i sindaci erano presenti, risulta che se ne fosse parlato. 

“Ma ha avuto la sensazione che
venissero trattate tutte questioni
già decise?”, è stata allora
la domanda del Procuratore del
Fisco. “Sì”, è stata la risposta.
Da questa audizione è emerso,
insomma, un organismo di controllo
pro-forma che, in realtà
non controllava troppo.
Un ruolo superficiale dei collegi
sindacali che, all’epoca, pareva
comune a parecchie società,
come emerso anche in altri
processi per altre vicende.
Organismi nominati, cioè,
perché previsti dalle norme ma
che, nella sostanza, non esercitavano
appieno la funzione
di controllo come avrebbero
dovuto.
Si è quindi proseguito con
l’audizione degli altri testimoni
previsti in giornata. Il figlio di Salvatore Lubiana ha raccontato
che a Bologna, il giorno
dell’incontro tra il padre,
Vendemini e Vincenzo Barbieri,
c’era anche lui. Studiando a
Milano si era recato a Bologna
per incontrare il padre che non
vedeva da tre mesi. L’hotel
dove si incontrarono non era in
attività. Il giovane attese nella
hall, mentre i tre si intrattennero
in altra sala per parlare di
lavoro.
Di seguito è stata la volta di
un’altra dipendente della banca,
Lucia Lezzi, dell’ufficio crediti.
La ex dipendente ha riferito
come, a preparare le carte e la
documentazione per il Comitato
esecutivo al fine della
decisione sull’erogazione di
crediti, fosse Davide Zoffoli,
tra gli imputati. “Era responsabile
dell’ufficio ed istruiva le
pratiche”, ha riferito.
Quelle pratiche che, poi, secondo
le ricostruzioni dell’inchiesta,
entrarono in Comitato esecutivo
e Cda, dove venne dato
il via libera all’apertura del
conto di Barbieri con deposito
di 1,3 milioni e poi al finanziamento
da 1,2 milioni, concesso
sempre a Barbieri. I passaggi
per i quali viene contestato ai
16 imputati e alla banca, a giudizio
come persona giuridica, il
riciclaggio, appunto.
Terminata l’audizione dei
testimoni il giudice Felici ha
aggiornato l’udienza ad altra
data che verrà fissata, non prima
di qualche mese comunque,
con decreto.

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