Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Finanza alla Regione Lazio e soldi a San Marino

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Finanza alla Regione Lazio e soldi a San Marino

L’informazione di San Marino

Finanza alla Regione Lazio e soldi a San Marino

Sviluppi nel caso della Gesconet e delle tangenti nel mondo delle coop. Sul
Titano i fondi neri e i legami con la solita Smi

Antonio Fabbri

 

Blitz della Guardia di Finanza, intorno alle 9, negli uffici della
Regione Lazio in via Cristoforo Colombo. Il motivo della visita è l’acquisizione
di documentazione utile ai fini dell’inchiesta su Gesconet, il Consorzio di
facchinaggio, pulizie e trasporti responsabile, secondo la Procura di Roma, di
una mega evasione che avrebbe provocato, nel corso degli anni, un danno allo
Stato pari al debito erariale già iscritto a ruolo, che ammonta complessivamente
ad oltre 1,7 miliardi di euro
.

 

Negli uffici della Regione,
le fiamme gialle
hanno cercato documentazione
relativa ad alcuni
appalti affidati alla
società. Dalla Regione
escludono ogni tipo di
responsabilità o coinvolgimento
dell’ente in
relazione alla vicenda.
L’indagine vede complessivamente
indagate
62 persone per reati che vanno, a seconda
delle singole posizioni,
dall’associazione per
delinquere, alla bancarotta
fraudolenta, al
riciclaggio. Le organizzazioni
individuate
risultavano specializzate
nella sistematica evasione
della riscossione di
debiti tributari, mediante
l’utilizzo di circa
250 società consortili
e cooperative, operanti
nei settori del trasporto,
facchinaggio, pulizie e
vigilanza privata.

 L’indagine, partita nel 2010 che vede tra gli indagati Pierino
Tulli
, il dominus di Gesconet,
il suo ex braccio destro Maurizio Ladaga e alcuni collaboratori ha portato alla
luce una “contabilità parallela e riservata” con accantonamenti su conti
all’estero, dal Lussemburgo alle Antille, da Singapore a San Marino,
accantonamenti che sarebbero serviti alla Gesconet per pagare tangenti ai
funzionari pubblici e a politici, che avrebbero così favorito il consorzio
nell’assegnazione degli appalti.

Proprio Tulli, uno dei
principali indagati, è
ritenuto responsabile
di un’evasione storica
da un miliardo e 700
milioni di euro, appunto.
L’intera galassia di cooperative
a lui riconducibile
rappresenterebbe
“un meccanismo ideato,
pensato, costruito con
la sola finalità dell’evasione
fiscale”. Appunto
Tulli è indagato per reati
tributari, bancarotta e
riciclaggio assieme ad
altre 61 persone fra
collaboratori, prestanome,
fiduciari. Tra
questi il suo delfino di
un tempo, Maurizio
Lagada, manager del
consorzio Gesconet dal
2000 al 2010 (ora in lite
con il fondatore), i figli
Alessandro e Siriana e
il conte Enrico Maria
Pasquini, titolare della
società sammarinese,
la Smi, per la quale,
secondo altre inchieste,
sarebbero transitate le
provviste della cosiddetta
banda del 5% del
Monte dei Paschi e i
fondi neri dell’Atac capitolina
e che, per Tulli –
secondo le ricostruzioni
degli inquirenti riportate
dal Corriere della Sera
lo scorso ottobre – trasferiva
fondi nell’“Immobiliare
Rocas srl” per
nascondere i proventi
dell’evasione fiscale.

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